FIRENZE – Non solo ragazzi, ma anche adulti e anziani, che si uniscono al corteo per protestare “prima della fine”. Venerdì scorso, in centinaia di città, la terza edizione di “Fridays For Future”, la manifestazione che ha l’obiettivo di contribuire al “cambiamento” per ridurre l’innalzamento della temperatura del globo: un movimento a livello mondiale che ha mobilitato persone di ogni età e di qualunque condizione sociale per il “Global Strike for Climate”.
L’evento riesce ad unire grandi e piccoli, di qualunque razza o religione, Greta Thunberg (la giovanissima svedese che con i suoi “scioperi” settimanali per il clima ha dato il via ad una mobilitazione che è ormai diventata planetaria) sta riuscendo nell’impresa di creare veri e propri “eserciti” che, coperti di verde, raccontano in comuni grandi e piccoli della nostra Italia (e non solo) cosa potrebbe accadere se nessuno nel mondo porta il suo piccolo contributo volto a ridurre l’impatto ambientale.
Sono stati organizzati cortei che, nelle principali città italiane, hanno bloccato il centro causando non pochi disagi agli automobilisti e pendolari, che si sono trovati “travolti” da nuvole verdi, con cartelloni che recitavano: “Se non cambierà, lotta dura sarà”; e ancora “No Amazzonia, No Party”, “Fast Fashion, Fast Pollution”, “I Was Hoping For a Cooler Death”. Ma il messaggio più forte, che è poi lo slogan della manifestazione, è stato: “It’s time to act”, cioè “E’ il tempo di agire.
Il “Fridays For Future” costituisce anche l’occasione per unire studenti e docenti: molte scuole hanno infatti aderito giustificando le assenze dei ragazzi, spingendoli così a partecipare in modo massiccio alla manifestazione. Tra loro anche anziani e genitori che intonano gli stessi cori e mostrano una reale voglia di cambiare, evidenziando la criticità climatica. Solo a Firenze si sono registrate oltre diecimila presenze, ma la partecipazione è stata rilevante in tutti gli appuntamenti organizzati venerdì scorso.
Questa edizione può essere considerata uno “sciopero d’effetto”, date le numerose presenze registrate in ogni città, ma c’è ancora molto da fare per raggiungere l’obiettivo di aiutare concretamente il pianeta, riducendone l’inquinamento, fenomeno oggi molto sentito dai giovani ma sottovalutato dalle vecchie generazioni.
L’inquinamento è un problema che riguarda tutti, però spesso viene trattato come un tabù: nessuno vuole sentirne parlare, quasi fosse qualcosa di proibito. Eppure è pane quotidiano per tutti gli abitanti del nostro pianeta e tutti (in maniera più o meno consapevole) contribuiscono al suo aumento. Perché non bastano le campagne di sensibilizzazione nelle scuole elementari, se poi gli stessi ragazzi, una volta cresciuti, buttano cicche di sigaretta per terra o la carta dello scontrino per strada.
È necessaria una azione più grande, una protesta non è sufficiente a mobilitare la comunità: servono azioni concrete e stavolta non basta accusare il “potere”. Se ogni persona portasse a termine ogni giorno un’azione “green” anche le multinazionali e le aziende (spesso accusate di non adottare misure di salvaguardia per il pianeta) modificherebbero le loro abitudini al fine di adattarsi alla richiesta del consumatore.
Serve tempo, pazienza e buona volontà: un punto di partenza è comunque necessario per dare inizio ad un reale cambiamento.
Boris Zarcone
Nell’immagine di copertina, un cartellone esposto durante l’edizione fiorentina di “Fridays For Future”
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