VITERBO – “Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa luna…”. Così scriveva fra il 1829 e il 1830 nella sua Recanati il grande Giacomo Leopardi. Probabilmente, a quel tempo, lo scrittore non immaginava nemmeno lontanamente che un giorno quella enorme sfera luminosa, così lontana e sospesa nell’infinito, fonte di ispirazione per una delle sue più belle e filosofiche poesie, sarebbe stata conquistata dall’uomo.
Cosa che accadde nel 1969, circa centoquaranta anni dopo, con circa 900 milioni (compresi oltre venti milioni di italiani) di persone incollate agli schermi televisivi. Evento epocale che, secondo uno dei cronisti Gianni Bisiach che seguì lo sbarco dietro le quinte della prima maratona televisiva della Rai (28 ore di diretta dallo studio 3 di via Teulada condotta da Tito Stagno con i commenti di Andrea Barbato e con Ruggero Orlando in diretta dal centro spaziale della Nasa di Houston) ha segnato la storia dell’umanità come la scoperta dell’America e la bomba atomica sul Giappone.
Per una lunga notte fu la Terra a girare intorno alla Luna, tutti erano incollati con lo sguardo al televisore ad attendere che l’astronauta Neil Armstrong e poi il suo collega Buzz Aldrin poggiassero i loro piedi sulla superficie lunare ed iniziassero a fare quella “passeggiata” che segnò “un piccolo passo per un uomo ma un salto da gigante per l’umanità”. Tutto si fermò durante l’allunaggio perfino la criminalità, infatti, secondo quanto riportato dalle cronache del tempo, a Milano, quella notte, il centralino della polizia squillò solo due volte, per una lite e un falso allarme, e a Bologna e a Roma la situazione non fu diversa.
Sono passati cinquant’anni da allora e in tutt’Italia e nel mondo si allestiscono spettacoli ed iniziative per rievocare, in vario modo, l’emozione dello storico evento grazie anche al supporto di varie testimonianze ed interviste a chi c’era, a chi ha visto o semplicemente a chi ha sentito raccontare il fatto da amici o parenti. A New York, per esempio, la nota casa d’aste Christie’s metterà in vendita per l’occasione cimeli spaziali fra i quali il pezzo forte, stimato fra i sette e i nove milioni di dollari, è il manuale di bordo dell’Apollo 11 usato da Armstrong ed Aldrin durante le fasi dell’allunaggio del modulo Eagle sulla superficie lunare.
Così come altrove anche Viterbo non è rimasta immune al fascino dell’allunaggio e ha voluto rendere omaggio a quella magica notte con uno spettacolo che si terrà la sera del 21 luglio nel suggestivo scenario del teatro romano di Ferento, luogo magico in cui la storia incontrerà il passato e il presente con uno spettacolo che inizierà alle 19.30 nell’area delle antiche terme. Sarà in tale contesto che il giornalista Giuseppe Rescifina e il direttore artistico di Jazz Up Giancarlo Necciari proporranno un concerto per Leopardi “Omaggio alla luna”, musica e poesia per celebrare i 200 anni dell’Infinito e i 50 anni dell’arrivo dell’uomo sulla Luna.
L’ astro luminoso che brilla nel cielo e che nel corso del tempo ha ispirato scrittori, poeti, filosofi e scienziati oggi è senz’altro meno sconosciuto rispetto a prima, ma non per questo meno affascinante e romantico. L’allunaggio ha rappresentato per l’umanità una tappa di fondamentale importanza perché ha dimostrato i passi da gigante fatti dalla scienza nel corso degli ultimi decenni grazie alle straordinarie capacità intellettive dell’uomo ma, nonostante ciò, ha anche evidenziato il fatto che la razionalità non può fare a meno di convivere ed interagire con la straordinaria gamma di emozioni che albergano nell’animo umano.
Non è un caso se quella notte tutti erano li, di fronte agli schermi televisivi ad ammirare la conquista avveniristica appena compiuta dall’uomo ma, contemporaneamente, anche a partecipare, in modo palpabile, alle emozioni vissute dai cronisti e da tutti coloro che seguivano in diretta le varie fasi dell’esperimento, emozioni trasmesse, unitamente alle immagini, al pubblico che, a casa o in altri luoghi, seguiva l’infinita diretta TV partecipando alla stessa con ansia, trepidazione e infine gioia.
Appare evidente, a questo punto, che ciò che qualifica e distingue l’essere umano dalla macchina è l’innata capacità di provare emozioni e allora continuiamo a provarle grazie ai ricordi, ai racconti, alle immagini e alle parole per dimostrare, se mai ce ne fosse bisogno, che, per fortuna, siamo ancora uomini e non robot.
Buon anniversario di allunaggio a tutti.
Silvia Fornari
Nell’immagine di copertina, lo studio della Rai durante la lunga diretta per l’allunaggio
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