NAPOLI – E la luna bussò alle porte del buio… Eh sì, la luna è la luce della notte. La nostra fidata compagna nei momenti bui e a lei più che al sole che ci rivolgiamo perché lei si fa osservare: al sole sarebbe impossibile svolgere il nostro sguardo. La luna da sempre nei riti, nei versi, nelle leggende indossa un manto romantico nel nostro immaginario, complice di amanti per la fioca luce sufficiente per guardarsi in volto creando la giusta atmosfera. Una presenza per l’uomo costante, se pur lunatica (appunto) per le sue fasi alternanti.
Probabilmente è vero che le sue fasi condizionano i nostri umori: a volte calanti, a volte crescenti. Dagli antichi miti l’uomo è stato da sempre affascinato dalla luna che per anni è stata fonte di mistero e di studio fino al fatidico giorno in cui l’uomo è sbarcato su di essa, quasi a profanarne il mito. Un evento epocale. Il 21 luglio 1969 alle 2,56 (Utc, ora universale) Neil Amstrong poggia il suo piede sul suolo lunare. In Italia alla TV in bianco e nero tutti svegli ed emozionati per un evento che rimarrà nella storia del genere umano.
La missione Apollo 11 ha certo dato luce scientifica alla composizione della luna, ma non ha tolto nulla alla sua essenza eterea che accompagna la nostra anima nell’osservarla da lontano. Con sguardo rassicurante finché c’è lei a vegliare su di noi su questo mondo in continuo movimento e cambiamento che ha bisogno di punti di riferimento. E la luna lo è sempre stata per sognatori, naviganti, poeti, amanti e viandanti come se lei, l’unico satellite terrestre, appartenesse ad ognuno di noi in un contatto visivo. Un promemoria del tempo che passa ciclicamente e che come la vita, ha un’origine, una pienezza e una decrescita fino ad assottigliarsi in una virgola.
Una breve pausa nello scorrere della vita terrena.
Angela Ristaldo
Nell’immagine di copertina, la luna piena fotografata da Massimo Tenore
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