LICATA (Agrigento) – Dopo le parole del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, che auspica un ritorno al grembiule a scuola, al fine di favorire l’uguaglianza degli alunni, si è scatenato sui social e sui giornali un continuo dibattito, quasi dei referendum sulla necessità di tornare indietro nel tempo.

A parte il fatto che nella scuola primaria esso è ancora in uso, il problema della disuguaglianza ed uguaglianza non si pone tramite una divisa, scolastica o meno. Certo, è  principalmente compito della scuola rimuovere le disuguaglianze di partenza, offrire a tutti pari opportunità ed educare alla responsabilità individuale e collettiva i cittadini di domani, ricercando una forte alleanza con le famiglie e la società. Bisogna tenere ben presente che le distanze sociali non si nascondono sotto un “grembiulino”, ma si combattono con una scuola più uguale, inclusiva, accessibile a tutti fin dall’infanzia. Questo vuol dire investire maggiormente, pensando a chi ha meno, ai disabili, agli svantaggiati.

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale – recita l’articolo 3 della Costituzione – e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Occorrono, quindi, investimenti che valorizzino le professionalità e riconoscano alle istituzioni scolastiche il loro ruolo fondamentale come strutture strategiche per la crescita della cittadinanza democratica e lo sviluppo del Paese.

Giuseppe Mistretta