LICATA (Agrigento) – “Camice Rosso. Com’è cambiata la vita dei medici in ospedale” è un saggio – inchiesta di Emanuele Caggia, dirigente del reparto di Neurologia dell’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa, che apre le porte della corsia ospedaliera e lo fa sia dal punto di vista del medico sia del paziente. Un saggio che contiene molti argomenti “caldi” della sanità. Dalle aggressioni ai medici nei pronto soccorso, nelle guardie mediche, negli ospedali, all’ormai temibile ‘”Dr Google” cui molti pazienti si rivolgono ancor prima di andare dal medico con le problematiche annesse e connesse che ne scaturiscono.
Dalla dedica all’ultima pagina è una lettura che scorre tutta d’un fiato. Racconta aneddoti che solo un medico impegnato quotidianamente può conoscere e spiegare senza mezzi termini, in maniera chiara e diretta. “Faccio il medico in ospedale da oltre 25 anni. Mi occupo di Neurologia. Un colpo di fulmine sbocciato tantissimi anni fa. Non pensavo di scrivere un libro –racconta Caggia -. Ma le riflessioni che sono al suo interno sono frutto di un pensiero spontaneo che mi accompagna e cresce ogni giorno quando lavoro, leggo i giornali, guardo la tv o seguo i notiziari. Ecco, ‘Camice Rosso’ è anche questo, districare il senso delle parole che arrivano come pietre nei pazienti dai mass media, dalla politica, ma anche da ‘dottor Google’, e dalle quali è difficile guarirle. Spesso più della malattia in sé. Se ci si ammala dell’idea che ci si è costruiti davanti allo schermo è difficilissimo dissuadere il paziente. Ce la mettiamo tutta, e credo di poter parlare a nome di tutti i miei colleghi”.
“Nessuno di noi – continua – metterebbe a rischio un solo paziente. Ma è chiaro, possiamo sbagliare. Come tutti in tutti i lavori. Anche se noi siamo in prima linea perché la vita e la salute sono il bene più prezioso che ciascuno di noi ha”.
La prefazione è a cura del sociologo e giornalista Francesco Pira: “Il libro di Emanuele Caggia ci fa toccare con mano storie vere di medici in pelle e ossa. Lontani dalle serie tv o dalle fiction dove tutto si risolve sempre nel migliore dei modi. Questa opera ci indica la strada. Legge il passato, rileva il presente e ci aiuta per il futuro. Il pregio di questo testo è da ricercare nell’assoluta onestà intellettuale e nella grande umanità con cui l’autore restituisce ai lettori un’analisi puntuale della professione medica, non trascurando i casi di malasanità, i tagli al personale nelle strutture pubbliche, i turni massacranti, le discrepanze tra pubblico e privato, la crisi del rapporto tra medico e paziente”.
Giuseppe Mistretta
Nella foto di copertina, Emanuele Caggia
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