TORINO – Settima edizione del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo riservato ai giovani con meno di 31 anni, cerimonia di consegna al Piccolo Regio di Torino.
Il Premio Morrione, istituito nell’ambito del Premio Ilaria Alpi e con il sostegno della Rai, non è solo un modo per ricordare la figura e il lavoro del giornalista televisivo (nella foto in basso) scomparso nel 2011 all’età di 70 anni ma è soprattutto un momento per portare alla ribalta quei giovani cronisti che costruiscono inchieste innovative fuggendo dal palinsesto che usa abitualmente la diffusione di massa e vanno invece alla ricerca di temi relegati nelle periferie nascoste. Luoghi della cronaca, del disagio, dell’abuso, del lucro, del pregiudizio, degli affari poco chiari. E’ un appuntamento annuale per fare il punto sul giornalismo investigativo in particolare ma anche sullo stato di libertà condizionata con cui la professione si confronta quotidianamente.
Per la categoria video hanno vinto ex aequo le due inchieste finaliste: “Caro cordone” di Veronica Di Benedetto Montaccini e Francesca Candioli, inchiesta sulla conservazione di cellule staminali cordonali in Italia; tutor giornalistico Federico Ruffo e “Doppia ipocrisia” di Madi Ferrucci, Flavia Grossi, Roberto Persia, inchiesta sul commercio d’armi utilizzate per bombardare i civili in Yemen; tutor gornalistico Paolo Mondani.
Per la categoria webdoc il primo primo premio è andato a “Welcome to your gig” di Lorenzo Pirovano e Giovanni Sacchi, inchiesta sull’ancora poco conosciuto mondo della gig economy; tutor giornalistico Celia Guimaraes.
E’ arrivata in finale per la categoria webdoc l’inchiesta “Le crepe del marmo” di Marco Carlone, Elena Pagliai e Daniela Sestito sulle problematiche legate al mondo del marmo; tutor giornalistico Amalia De Simone.
L’attenzione dei giovani che hanno partecipano alla settima edizione del Premio Morrione è stata così alta e il loro impegno così entusiastico che quest’anno la Giuria non se l’è sentita di premiare solo una delle due video inchieste finaliste ma entrambe. Sia “Doppia Ipocrisia” che pone l’accento su come è poi semplice violare le leggi che vietano la vendita di armi a Paesi in conflitto e che coinvolgono anche il nostro Paese, che “Caro cordone” che punta il dito sulle banche private che custodiscono le staminali dei cordoni ombelicali e l’assenza o limitatezza del ruolo pubblico. Tra i webdoc un altro argomento attuale ma poco conosciuto. “Welcome to your gig” racconta il mondo dei riders, coloro che in bicicletta consegnano merci per pochi euro al mese e senza alcun diritto sindacale.
Nella foto di copertina, tutti i premiati
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