Talvolta gli spettacoli televisivi riescono a raggiungere livelli assai bassi di qualità, grazie ai personaggi che li popolano e che sfoggiano il peggio di se stessi, addirittura facendosene vanto quasi che si trattasse di trofei da ostentare dopo una battaglia vinta. Il riferimento è soprattutto (ma non solo) a quello che propina la Rai, rete pubblica per eccellenza che, oltre a ricchissimi introiti pubblicitari, incassa fior di quattrini dal canone che tutti noi paghiamo. E dunque siamo costretti a finanziare show di pessimo valore, diseducativi e privi di qualsivoglia valore artistico. Per carità, il discorso è valido anche per le tv commerciali che però si reggono solo sulle proprie forze e dunque affrontano il rischio di impresa senza alcun tipo di paracadute, rappresentato nello specifico dallo Stato che, in caso di difficoltà, metterebbe mano al portafoglio per sanare debiti e pendenze.
Conviene scendere subito nei particolari perché si parla di Ballando con le stelle, programma in onda in prima serata su Rai 1 dall’8 gennaio 2005 con la conduzione di Milly Carlucci e con la partecipazione di Paolo Belli. Si tratta di un adattamento italiano del talent show britannico Strictly Come Dancing ed è il più longevo varietà attualmente in onda. I protagonisti sono (anzi, dovrebbero essere) vari personaggi più o meno famosi, provenienti dal mondo dello spettacolo e dello sport che, in coppia con ballerini professionisti, devono esibirsi in balli di diversi tipi. Cinque giurati hanno il compito di giudicare le esibizioni sostenute dalle coppie concorrenti, sia sotto l’aspetto prettamente tecnico sia sotto quello artistico.
L’idea di base è certamente valida, ma è evidente che dopo quasi 20 anni di ininterrotta programmazione lo show mostri diversi limiti. Soprattutto se, come sta accadendo da diverse edizioni, i veri protagonisti non sono più le coppie che danzano, ma i giudici (o almeno una parte di essi) che si ergono a mattatori. L’unica ad avere solide competenze in materia è Carolyn Smith (Glasgow, 16 novembre 1960), ballerina, coreografa e presidente della giuria dal 2007: la valutazione delle performances, dal punto di vista tecnico dovrebbe essere affidata solo a lei.
Tutti gli altri col ballo ci azzeccano come il classico cavolo a merenda. Ivan Zazzaroni (Bologna, 26 gennaio 1958) è giornalista professionista (dirige il Corriere dello Sport-Stadio dal 2018) ed è giurato dal 2009, dopo essere stato concorrente della stessa trasmissione nel 2007: capisce di ballo come il sottoscritto capisce di storia dei Mongoli. Fabio Canino (Firenze, 15 agosto 1963) è attore e conduttore radiofonico, ha scritto diversi libri ed è da sempre impegnato nella tutela dei diritti degli omosessuali: anche lui non ha alcuna competenza specifica nel campo della danza e dunque non si capisce perché continui a stare lì dal 2012. Ricapitolando: Carolyn ha i titoli giusti per presiedere la giuria ed assolve i suoi compiti con equilibrio e professionalità; Zazzaroni e Canino non c’entrano granché, ma almeno sono educati e corretti limitandosi a valutazioni su aspetti non prettamente legati alla danza (presenza scenica, portamento, mimica…).
Le cose cambiano radicalmente quando si parla di Guillermo Mariotto (Caracas, 13 aprile 1966) stilista e designer venezuelano naturalizzato italiano. Dal 2005, salvo qualche annata, siede ininterrottamente in giuria e dispensa acrimonia e saccenza che, piuttosto spesso, si concretizzano in “zero” alle malcapitate coppie che non rientrano nei suoi “canoni” estetici. Votazione ingenerosa e inutilmente punitiva nei confronti di chi ballerino non è e che dunque si cimenta in un mestiere non suo. Perché non si dedica esclusivamente alla moda (settore nel quale sicuramente è una firma autorevole a livello internazionale)? Ma la colpa non è sua, ma di chi lo chiama a sostenere un ruolo che non gli appartiene e nel quale dimostra incompetenza e incapacità relazionale.
E va ancor peggio con Selvaggia Lucarelli (Civitavecchia, 30 luglio 1974) giornalista, conduttrice radiofonica, scrittrice e blogger. Di lei si ricordano giudizi sferzanti e taglienti (al limite della diffamazione) e soprattutto furibondi battibecchi con concorrenti e ballerini. Fa tanto spettacolo con le sue uscite, ma con la danza anche lei ci azzecca molto poco. Siede in giuria dal 2016 e in 8 anni si ha la sensazione che se la sia presa soprattutto con chi le rispondeva per le rime, ribattendo colpo su colpo alle sue argomentazioni, piuttosto arroganti.
In questo traffico di giudizi trancianti e molto spesso immotivati (se non ingiusti), la padrona di casa Milly Carlucci si barcamena come può: da un lato è costretta ad intervenire (ma probabilmente ne farebbe pure a meno) quando gli animi si scaldano troppo, dall’altro è lei stessa a fomentare rivalità e a stimolare il dibattito in studio. Perché the show must go on (lo spettacolo deve continuare) e se continua con liti e battibecchi tanto di guadagnato in termini di ascolti. La qualità? Non importa…
Nel momento in cui sono alcuni giurati a far spettacolo, invece che i ballerini in pista, allora c’è qualcosa di profondamente sbagliato nella stessa concezione del programma. A maggior ragione se sono arroganza, presunzione e spocchia a prendere il sopravvento.
Buona domenica.
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