MILANO – Uscito nell’ottobre 2024, Joker: Folie à Deux ha già avuto un impatto notevole sul pubblico, offrendo una rappresentazione inquietante ma ipnotica della follia e del caos condiviso. Diretto da Todd Phillips e con il ritorno di Joaquin Phoenix nei panni di Arthur Fleck, il film è un’esplorazione psicologica degli angoli più oscuri della mente umana, arricchita dall’introduzione di Lady Gaga nel ruolo di Harley Quinn.
La pellicola porta gli spettatori ancora più in profondità nella psiche dell’infame Joker, tessendo una narrativa di scompenso mentale, dipendenza reciproca e distruzione. Ambientato ancora una volta nel paesaggio squallido e opprimente di Gotham City, Joker: Folie à Deux continua la storia di Arthur Fleck dopo gli eventi del primo film. Questa volta, la pellicola segue la sua relazione in evoluzione con Harleen Quinzel, una psichiatra dell’Arkham Asylum, che viene attratta nel suo mondo. Ciò che inizia come una relazione medico-paziente si trasforma presto in una “folie à deux”.
“Folie à Deux”, letteralmente “follia per due”, è un raro disturbo psichiatrico in cui due persone, spesso legate da una relazione stretta, condividono le stesse convinzioni deliranti. È un fenomeno psicologico che ha affascinato studiosi e narratori per anni, trovando espressioni memorabili nella cultura popolare. Uno degli esempi più emblematici di questo fenomeno si ritrova proprio nel rapporto tra Joker e Harley Quinn. Man mano che la presa di Arthur sulla realtà si allenta, la fascinazione di Harleen per le sue delusioni comincia a influenzare la sua stessa psiche, trasformandola nella famigerata Harley Quinn. Insieme, intraprendono un viaggio caotico attraverso Gotham, diffondendo anarchia e violenza in un abbraccio distorto e reciproco alla follia. La loro relazione funge sia da catalizzatore per la distruzione sia da ritratto inquietante della dipendenza emotiva.
Joaquin Phoenix offre un’altra interpretazione potente nei panni di Arthur Fleck, dando vita a un personaggio che è allo stesso tempo vulnerabile e minaccioso. La sua interpretazione del Joker rimane inquietante, con le fratture mentali ed emotive del personaggio che si approfondiscono visibilmente. Allo stesso tempo, la trasformazione di Lady Gaga in Harley Quinn è eccezionale, mescolando intensità, carisma e volatilità. La sua Harley è un mix di vulnerabilità e imprevedibilità selvaggia, che si sposa perfettamente con il Joker cupo e tormentato di Phoenix. La regia di Todd Phillips eleva l’intensità psicologica e visiva del film. La cinematografia grezza e oscura riflette il tumulto interiore dei personaggi, e l’uso di numeri musicali, scelta spesso inusuale in un film del genere, aggiunge alla sua atmosfera surreale e instabile.
La visione artistica del film, ricca di immagini inquietanti, cattura sia il caos del mondo esterno sia i mondi interni e disturbanti di Arthur e Harley. Al suo nucleo, Joker: Folie à Deux esplora temi complessi come la malattia mentale, la dipendenza reciproca e il crollo sociale. Il concetto di “follia condivisa” tra Joker e Harley mette in evidenza l’attrattiva pericolosa di perdersi nelle delusioni di qualcun altro. Il film solleva anche domande scomode su come la società tratta la malattia mentale, le dinamiche di potere nelle relazioni e il sottile confine tra amore e ossessione. La rappresentazione della folie à deux nel film, dove due persone alimentano la psicosi reciproca, sottolinea la natura distruttiva della loro relazione.
Piuttosto che romanticizzare il loro legame, il film mostra quanto tossica e dannosa diventi la loro connessione man mano che si spingono l’un l’altra sempre più in profondità nella follia. In conclusione, Joker: Folie à Deux è un capolavoro psicologico che continua a sfidare le convenzioni del genere dei supereroi immergendosi profondamente nella malattia mentale e nelle delusioni condivise. Le interpretazioni di Joaquin Phoenix e Lady Gaga, unite alla regia audace di Todd Phillips, offrono una narrazione cruda e inquietante che è difficile da dimenticare. Mentre entrambi i personaggi soccombono al loro caos condiviso, il film lascia gli spettatori a riflettere sulla fragile linea tra sanità e follia.
È un’esperienza cinematografica disturbante ma avvincente che risuona a lungo dopo i titoli di coda.
Ivana Tuzi
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