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Il Tappeto volante per unire i popoli

di | 2024-10-02T17:47:37+02:00 6-10-2024 1:00|Arte, Sezione 1|0 Commenti

PALERMO – L’opera artistica denominata Tappeto volante è uno dei simboli del Museo delle Trame Mediterranee, nel comune siciliano di Gibellina, in provincia di Trapani. L’opera, durante le recenti Olimpiadi della scorsa estate, è stata esposta negli spazi di Casa Italia al Pré Catelan di Parigi, l’edificio storico all’interno del parco del Bois de Boulogne, dove nel 1894 Pierre de Coubertin brindò alla ripresa dei Giochi Olimpici dell’era moderna. A Parigi il manufatto è stato ammirato anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il Tappeto volante è stato ideato e realizzato nel 2000 da un collettivo di artisti, geografi, urbanisti ed architetti italiani del gruppo Stalker, Osservatorio/Laboratorio Nomade di arte urbana, insieme a venti esuli curdi e ad alcuni artigiani senegalesi e rom. Costruito con 41.000 corde di canapa e terminali in rame, è di proprietà del nostro Ministero degli Esteri, che lo commissionò in occasione della mostra L’Islam in Sicilia, un giardino tra due civiltà.  Per realizzarlo, gli artisti si sono ispirati ai volumi a muqarnas del soffitto della cappella Palatina e della Zisa a Palermo, opera nel dodicesimo secolo di maestranze islamiche, su commissione dei re normanni dell’epoca.

È chiamata muqarnas una soluzione decorativa tipica dell’architettura islamica, originata dalla suddivisione in tante nicchie più piccole della superficie delle nicchie angolari che raccordano il piano circolare di una cupola con il quadrato della base, formando quindi una sorta di stalattiti a nido d’ape. L’elemento decorativo a muqarnas – in pietra, mattoni, stucco, legno o ceramica – fu usato nelle cupole, in volte di ogni tipo, in nicchie di portali e anche come elemento di raccordo tra parete e cornice.

Il Tappeto volante dal 2000 ad oggi ha rappresentato i rapporti della Sicilia con l’Islam in tante città del Mediterraneo e del Medio Oriente. Da Parigi, è tornato a settembre a Gibellina, nel museo  fondato nel 1992 da Ludovico Corrao (1927-2011), collezionista e amante dell’arte, ma anche uomo politico e avvocato: nel 1965 fu il legale di parte civile di Franca Viola, la prima donna in Italia a ribellarsi al matrimonio riparatore, che contribuì in modo determinante a fare cancellare il cosiddetto delitto d’onore dal codice penale.

Ludovico Corrao

A fianco di Danilo Dolci in tante battaglie civili, l’avvocato e uomo politico, dopo il tragico terremoto del Belice nel 1968, ha speso il suo impegno per la gente di Gibellina, comune distrutto dal terremoto, con tante persone in lutto e senza più niente. Più volte sindaco del paese, ha guidato la rinascita del centro belicino coinvolgendo architetti, artisti e intellettuali di grande prestigio e dando vita al Festival delle Orestiadi. Nel ’92 ha poi creato la Fondazione Orestiadi e il Museo delle Trame Mediterranee per favorire il dialogo, da lui tanto desiderato, tra le culture mediterranee e il mondo.

Enzo Fiammetta, direttore oggi a Gibellina del museo, ha sottolineato che l’opera caratterizza infatti lo spirito del museo: la possibilità che l’arte sia utilizzata per favorire la convivenza pacifica delle diverse culture nel mondo.

Dopo un quarto di secolo di vita, ora però il Tappeto volante necessita di un restauro, affinché il manufatto artistico possa continuare a simbolizzare il valore di pace e di amicizia che dovrebbe unire i popoli. Del Mediterraneo e non solo.

Maria D’Asaro

 

Già docente e psicopedagogista, dal 2020 giornalista pubblicista. Cura il blog: Mari da solcare
https://maridasolcare.blogspot.com. Ha scritto il libro ‘Una sedia nell’aldilà’ (Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

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