VITERBO – Epiche avventure e battaglie sanguinose. Nell’immaginario collettivo, è ciò che viene in mente appena si nominano i Vichinghi. La serie Vikings, popolare su Netflix, ha acceso la curiosità di molti spettatori per il mondo dei Vichinghi. Ma al di là delle spade e degli scudi, un aspetto affascinante che la serie porta in luce è la spiritualità pagana di questo popolo, profondamente radicata nei loro riti e nella venerazione di Thor, Odino e Freyja.
Il Pantheon Norreno E’ composto da una moltitudine di divinità, ciascuna con i propri poteri, caratteristiche e miti. Tra queste, Thor è forse la più celebre, grazie anche alla sua trasposizione moderna nei fumetti e film. Thor, il dio del tuono, è il protettore degli uomini e dei guerrieri, armato del suo potente martello Mjölnir, simbolo di forza e protezione. Odino, il padre degli dei, è invece una figura complessa: dio della saggezza, della guerra e della morte, è spesso rappresentato come un vecchio saggio con un occhio solo, sacrificato per ottenere conoscenza. Accanto a loro, Freyja, dea dell’amore, della fertilità e della guerra, venerata non solo come portatrice di vita, ma anche come guida per i guerrieri caduti in battaglia.
I riti pagani: un legame con il Divino I Vichinghi non avevano templi grandiosi come quelli greci o romani, ma la loro religiosità era comunque molto sentita e si esprimeva attraverso riti e cerimonie che avvenivano in natura, in luoghi ritenuti sacri come boschi, laghi o colline. Uno dei riti più conosciuti è il Blót, una cerimonia di sacrificio che poteva coinvolgere animali, e in casi estremi, anche esseri umani. Il Blót era un modo per onorare gli dei, chiedere il loro favore o ringraziarli per i raccolti abbondanti e le vittorie in battaglia. Un altro aspetto centrale dei riti pagani vichinghi era la seiðr, una pratica magica legata alla divinazione e alla comunicazione con il mondo degli spiriti. Questa arte era spesso praticata dalle donne, le völva, considerate vere e proprie sciamane. Attraverso il seiðr, le völva potevano entrare in contatto con gli dei e predire il futuro, influenzando così le decisioni di re e capi.
L’albero del mondo Il mondo secondo la cosmologia norrena era sorretto da Yggdrasil, l’albero del mondo, che univa i diversi regni dell’esistenza. Le sue radici affondavano negli inferi, mentre i suoi rami si estendevano fino al cielo. Yggdrasil era al centro dell’universo e rappresentava il ciclo della vita, della morte e della rinascita. Per i Vichinghi, vivere in armonia con l’universo significava rispettare l’equilibrio di Yggdrasil e accettare il proprio destino, sia in vita che in morte.
L’eredità della religione Norrena Nonostante la cristianizzazione della Scandinavia, molti aspetti della religione pagana norrena sono sopravvissuti nel folklore e nelle tradizioni popolari. Ad esempio, molte festività cristiane, come il Natale, hanno assorbito elementi di antiche celebrazioni pagane, come il Jul, una festa invernale che celebrava la luce nel periodo più buio dell’anno. Anche oggi, simboli come Mjölnir o l’albero di Yggdrasil sono ancora utilizzati da persone che seguono il neopaganesimo, una corrente religiosa che cerca di riscoprire e rivivere le antiche credenze norrene.
La spiritualità dei Vichinghi e i loro riti pagani continuano ad affascinare grazie alla loro profondità e connessione con la natura. La serie Vikings ha contribuito a riportare in auge questi temi, mostrando al grande pubblico un mondo dove gli dei erano parte integrante della vita quotidiana e la religione non era solo una questione di fede, ma un modo per comprendere l’universo e il proprio posto in esso. Conoscere questi antichi riti e divinità non solo ci avvicina alla cultura vichinga, ma offre anche uno sguardo su come gli uomini del passato cercavano di dare un senso alla vita e alla morte.
Alessia Latini
Lascia un commento