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“Il lago si racconta”: storie e ricordi della Valle del Salto

di | 2024-07-21T17:06:43+02:00 21-7-2024 5:20|Sezione 5, Spettacolo|0 Commenti

PETRELLA SALTO (Rieti) – “Rete d’imprese Lago dal Salto”, uno dei tre progetti presentati lo scorso anno da Cna Rieti (Confederazione nazionale artigianato e piccola e media impresa) in risposta a un bando regionale (gli altri due progetti sono per le imprese nel quartiere di Porta Romana e di Porta Conca a Rieti capoluogo), è rivolto ai comuni rivieraschi di Petrella Salto, Pescorocchiano, Marcetelli, Varco Sabino, Fiamignano. Partner del progetto, gestito da Punto Impresa (società di servizio di Cna), la Provincia di Rieti, Area Interna Lazio 2, Riserva Monti Cervia Navegna, associazione Restart Turismo. Il finanziamento regionale di 100 mila euro è versato al comune capofila (Petrella Salto) che a sua volta lo gira all’associazione appositamente costituita.

Enza Bufacchi, direttrice Cna, e Pino Di Buduo, regista dello spettacolo

“Il progetto è stato pensato per ricucire una frattura generazionale, tra chi ha vissuto l’allagamento della valle del Salto nel 1940, il dramma dell’abbandono delle proprie case, campi, oggetti di famiglia, lo spopolamento che ne è derivato negli anni immediatamente successivi e chi invece il lago lo ha trovato, con tutti i cambiamenti che ha comportato, economici, sociali e ambientali – spiega la direttrice Cna Enza Bufachi – Questo lago ormai c’è, è protagonista di una nuova economia che si è formata lentamente negli anni successivi e bisogna valorizzarlo. Soprattutto non deve essere più visto come un nemico a cui parlare volgendo le spalle, come hanno fatto in molti per anni. Hanno aderito 27 imprese locali e ora siamo nella fase attuativa”.

Le 11 piazzole belvedere lungo il lago vengono illuminate (8 con impianto fotovoltaico, 3 collegate alla rete elettrica), un QR code in ogni piazzola apre un’app in italiano e inglese con tutte le informazioni turistiche; con il supporto di Aps, Gecoagri, Landitaly si terrà un convegno storico sulla storia del lago e le sue caratteristiche; promozioni a Terni, L’Aquila, Roma; una mostra di disegni degli studenti dell’Istituto Comprensivo di Petrella Salto “Lo sguardo” (quello delle nuove generazioni) di cui è sponsor Unipol Sai di Rieti.

Gli attori del teatro Potlach di Fara Sabina, diretto da Pino Di Buduo, hanno intervistato la popolazione, i sindaci, le imprese, raccogliendo ricordi, canzoni popolari, vita quotidiana, quando “eravamo felici con poco”, cucendoli con le ricerche storiche di Roberto Marinelli nel libro “La Bonifica Reatina”. Nasce così lo spettacolo “Il lago si racconta”: il debutto il 14 luglio a S. Agapito di Fiamignano (applausi e lucciconi non sono mancati), repliche il 20 a Borgo S. Pietro di Petrella Salto, il 21 a Pescorocchiano in piazza Pantano, il 10 agosto a Varco Sabino in piazza Garibaldi, l’11 agosto a Fiumata di Petrella Salto, il 12 agosto a Marcetelli, in piazza della Porta, e il 7 settembre lo spettacolo finale sul lago, in località da definire, probabilmente al Club Nautico di Varco Sabino, se il livello delle acque in quel momento lo consentirà.

La rete è identificata dal logo del grafico Andres Ladrillo, frutto di un attento studio della mappa. “Ho pensato di stilizzare la forma del lago affinché potesse somigliare a un uccello in volo, dando contemporaneamente la sensazione visiva del ‘salto’, con una struttura leggera, aerea, che abbracciasse l’intero lago, ma che non fosse statica e pesante – spiega Ladrillo -. Dopo aver trovato la forma definitiva mi sono concentrato sui colori e sui caratteri, scegliendo l’azzurro intenso, perché acuiva il senso di libertà e di natura, un azzurro che poteva comunque essere ben percepito sia su fondo bianco che nero. La dicitura ‘Rete’ doveva essere la più visibile, quindi ho scelto il carattere Neutra in grassetto, solido e compatto e uno più ‘aereo’, il ‘Cinzel Decorative’ per la dicitura ‘Lago del Salto’, formando un contrasto necessario al corretto bilanciamento tra le due parti”.

Il logo ha diverse varianti a seconda dei contesti: più grande, più piccolo, a sfondo nero, a sfondo bianco. Gli attori e attrici del teatro Potlach Natalhalie Mentha, Zsofia Gulyas, Marcus Acauan Souto, Laura Celli, Filippo Salvini, Micol Mazza e Matteo Astorino, Aurelio Mandraffino, Francesco Lai, Marieta Georgieva, Marta Moschini, con la regia di Pino Di Buduo, sono diventati testimoni della storia della valle del Salto, prima e dopo l’allagamento. La loro rappresentazione con mano leggera, ma intensa, ha coinvolto ed emozionato. Il rullio dei tamburi chiama gli spettatori, la scenografia è semplice: tappeti e sedie, tinozze, grandi sfere bianche richiamano la struttura delle rocce carsiche del territorio, un mazzo di spighe, valige.

“Qui era tutta pianura, terra buona e bella gente, tutti si conoscevano e si chiamavano per nome dandosi del tu”. Si lavano e si stendono i panni parlando della vita quotidiana, il postino della valle, Titta, orgoglioso del suo lavoro consegna le lettere tanto attese “le lettere sono importanti”, fino a quella che dette ufficialmente la notizia “della grande opera che avrebbe portato nelle nuove case costruite più a monte, la corrente elettrica e l’acqua”. La gente provò a ribellarsi con cartelli di protesta: “Abbasso la Società Terni; No alla diga; Il fiume resta fiume, noi non ce ne andiamo, distruggete la natura per il vostro profitto”.

Il lavoro alla diga portò soldi, migliaia di operai lavorarono in tre turni senza sosta, neanche per onorare i morti, che pure ci furono, soprattutto a causa delle mine per aprire i tunnel che collegano il lago del Turano con il lago del Salto e quest’ultimo con la centrale idroelettrica di Cotilia. “Lavoravamo per quella diga che avrebbe sommerso le nostre case e i nostri ricordi”. La valle si allagò in sei mesi, tre paesi furono inghiottiti (Fiumata, Teglieto, Borgo S. Pietro e il monastero medievale di Santa Filippa Mareri), difficile in poco tempo decidere cosa salvare, cosa portare. Molto è andato perso, la gente rifiutava di lasciare le case, qualcuno si tuffava a proprio rischio per recuperare botti di vino, suppellettili. Infine le valige della rassegnazione, per chi decise di andar via.

“Prima o poi metteranno i pesci in questo lago, faremo i pescatori” e comunque la vita prosegue e l’alternativa c’è sempre “bisogna decidere se essere ospiti o essere abitanti”. Fu un vero salto nel buio, i giovani stanno provando ad essere abitanti, spesso però sono lasciati soli. Molto probabilmente lo spettacolo sarà portato da Cna nazionale al TTG Travel Experience di Rimini dal 9 all’11 ottobre e sarà una buona occasione di promozione e riscatto.

Francesca Sammarco

Nell’immagine di copertina, i ruderi che emergono dai fondali del lago del Salto

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