MILANO – Sexalescenza, la nuova giovinezza dei sessant’anni: un cambiamento di costume con effetti positivi sulla qualità della vita. Il termine sta ad identificare adulti di 60 anni o più che non si sentono anziani perché ancora non contemplano l’idea di invecchiare nei propri piani attuali. Vive il “qui e ora” con rinnovato entusiasmo dedicandosi a tutte le cose piacevoli che hanno accantonato durante la vita lavorativa. Sono persone che possono definirsi al passo con i tempi moderni da un punto di vista tecnologico, presenti sui social e impegnati sul web, forti anche dell’esperienza maturata durante il periodo del lockdown che ha risvegliato passioni sopite restituendo il tempo di pensare e di guardare in sé stessi a ogni individuo.
Sono uomini e donne che si possono definire moderni, progressisti, desiderosi di godersi la vita, imparare, collaborare con la società, viaggiare, conoscere nuove persone e essere padroni del proprio destino, rinunciando all’etichetta tipica della terza età. A dispetto del termine coniato recentemente non si vuole così etichettare persone che pensano di rivivere la propria adolescenza a sessant’anni e più o che credono di poter fare tutto quello che non hanno fatto in gioventù. Si tratta comunque di una fascia di età matura, che ha acquisito consapevolezza di sé, del proprio tempo e dei propri desideri. C’è chi decide di dedicarsi all’arte, chi impara nuove lingue straniere, chi decide di iscriversi a un corso di laurea e con impegno arriva fino in fondo per il solo piacere di farlo e di mettersi in gioco, chi invece si dedica ai viaggi e alla scoperta di luoghi nascosti, chi scrive e pubblica romanzi.
Sono persone che si chiedono cosa vogliono veramente dalla vita arrivati a un punto del cammino terreno in cui si è sperimentata l’attività lavorativa, ci si è costruita una vita affettiva che sia familiare o di conoscenze e amicizie consolidate nel tempo, si sono raggiunti degli obiettivi che possono essere la casa, la macchina, la realizzazione di un progetto e invece di tirare i remi in barca decidono di darsi nuove possibilità, con entusiasmo e determinazione. Gli uomini e le donne di “sessanta o settanta anni” in genere sono soddisfatti del loro stato civile e, se non lo sono, non si preoccupano di cambiarlo.
A differenza dei giovani, i sexalescenti conoscono e ponderano tutti i rischi. Non pensano e non desiderano avere il fisico atletico dei trentenni, sono consapevoli del tempo trascorso e sanno che sarebbero ridicoli se volessero scimmiottare i giovani ostentando un abbigliamento da teenager o cercando di raggiungere risultati atletici destinati ai giovanissimi. Consci dell’importanza di uno sguardo complice, di una frase intelligente o di un sorriso illuminato dall’esperienza, le persone di 60 o 70 anni si preparano a vivere una nuova età che ancora non ha un nome sebbene ne sia stato coniato uno appena adesso. Oggi non ci si sente dei vecchi, salute permettendo, ci si rende conto di essere ancora pieni di vita sia fisicamente che intellettualmente.
La giovinezza viene vista come un periodo da ricordare senza nostalgia ma con la consapevolezza di aver vissuto esperienze sulle quali si è poi costruito il proprio futuro che in parte è ancora da delineare e progettare. I sessantenni e settantenni di oggi celebrano il sole ogni mattina e sorridono spesso a sé stesse, fanno piani per la propria vita, non per quella degli altri. La sexalescenza si potrebbe definire non a torto la nuova giovinezza dei sessant’anni che realisticamente parlando ha apportato un cambiamento di costume con effetti positivi sulla qualità della vita. Avere 50 0 60 anni nel ventunesimo secolo è un’esperienza molto diversa rispetto a quella dei “coetanei” di un secolo fa. I “sexalescenti” sono il prodotto di un’epoca di forti cambiamenti.
Non sono nativi tecnologici, ma hanno dovuto adattarsi per padroneggiare gli strumenti del web; hanno vissuto sulla propria pelle cambiamenti politici, sociali ed economici di grande portata che molto spesso li hanno costretti a rinunciare alla stabilità. Così dalla mancanza di solidità e certezze caratteristica del tempo attuale, hanno tratto la possibilità di costruire un nuovo sé, di rivivere una nuova giovinezza. Un’età più bella, da un certo punto di vista, perché segnata da una diversa maturità e libertà personale ed economica. Lasciando ai più anziani ottantenni il dominio dei circoli bocciofili frequentati dagli uomini e il circolo anziani dove chiacchierare, giocare a burraco o sferruzzare alle donne, i sessantenni di oggi viaggiano, ballano, praticano sport di ogni tipo, flirtano e scoprono nuovi piaceri, i piaceri della vita, liberi da impegni lavorativi spesso logoranti e assillanti.
Per questo sono spesso invidiati e requisiti dai figli per la gestione dei nipoti e dei diversi impegni familiari. Qui sta al singolo decidere a cosa dare la precedenza, se a sé stessi o agli altri, in quanto non sempre è realizzabile un’equa mediazione tra le due. Certamente il cambiamento epocale è tangibile e ha modificato i tratti di quelli che una volta venivano definiti senior. Ora questo termine è utile solo per avere la riduzione della tariffa sul treno, nei musei o in alcuni spettacoli, per il resto i sessantenni o settantenni non se lo sentono addosso e danno sfogo a tutta la loro vitalità per rendere piacevole e costruttivo l’ultimo tratto di strada da percorrere, visto che potrebbe essere anche piuttosto lungo.
Margherita Bonfilio
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