/, Sezione 5/Calorie nei menu dei ristoranti: iniziativa giusta o pericolosa?

Calorie nei menu dei ristoranti: iniziativa giusta o pericolosa?

di | 2024-07-12T18:29:07+02:00 14-7-2024 5:20|Attualità, Sezione 5|0 Commenti

MILANO – L’aggiunta delle calorie nei menu dei ristoranti è un tema di grande attualità che sta suscitando un acceso dibattito tra esperti di salute pubblica, professionisti della ristorazione e organizzazioni di supporto per i disturbi alimentari. La misura, introdotta dal governo britannico a partire dal 6 aprile, impone a ristoranti, caffè e take-away con più di 250 dipendenti di indicare il contenuto calorico dei cibi e delle bevande non preconfezionati nei loro menù, siti web e piattaforme di delivery.

L’introduzione delle calorie nei menu è stata accolta con preoccupazione da molte associazioni che si occupano di DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare). Beat, la principale organizzazione britannica di supporto perquesto tipo di problemi, ha sollevato seri dubbi sull’efficacia della misura. Secondo l’organizzazione, inserire le calorie nella lista dei cibi e bevande può infatti aggravare i pensieri e i comportamenti dannosi associati ai disturbi alimentari, aumentando la fissazione sulla restrizione calorica per chi soffre di anoressia o bulimia e incrementando i sensi di colpa. Christina Taylor, ambasciatrice di Beat, che ha lottato contro l’anoressia per oltre due decenni, teme che questa misura possa rendere ancora più difficile la vita per chi soffre di disturbi alimentari. La sua preoccupazione è che i servizi di supporto, già sottofinanziati e sovraccarichi, non siano in grado di far fronte all’aumento della domanda che potrebbe derivare da questa nuova normativa.

L’obesità è un problema crescente anche in Italia, e rendere le informazioni nutrizionali più accessibili potrebbe aiutare le persone a prendere decisioni alimentari più consapevoli. Tuttavia, è importante considerare che il conteggio delle calorie non fornisce una visione completa della qualità nutrizionale di un pasto. Concentrarsi esclusivamente sulle calorie potrebbe trasmettere un messaggio fuorviante, suggerendo che ciò che conta è solo il contenuto calorico e non la qualità complessiva del cibo. Diversi studi mostrano che l’indicazione delle calorie sui menu non sempre porta a cambiamenti significativi nel comportamento alimentare dei consumatori.

Ad esempio, uno studio condotto da Roberto et al. (2010) e pubblicato nell’American Journal of Public Health ha rilevato che la presenza delle calorie nei menù dei ristoranti non ha influenzato in modo sostanziale l’assunzione calorica complessiva dei clienti. Scarborough et al. (2010), modellando l’impatto di una dieta sana sulla mortalità per malattie cardiovascolari e cancro, evidenziano che modificare le abitudini alimentari richiede interventi complessi e integrati, oltre alla semplice informazione calorica. Questo sottolinea l’importanza di politiche nutrizionali più ampie per migliorare significativamente la salute pubblica.

In conclusione, l’introduzione delle calorie nei menu dei ristoranti è una questione che presenta molte sfaccettature e richiede un’approfondita riflessione. Da un lato, potrebbe rappresentare un passo avanti verso una maggiore trasparenza e consapevolezza alimentare, potenzialmente contribuendo alla lotta contro l’obesità. Dall’altro lato, è fondamentale considerare gli effetti collaterali negativi, soprattutto per chi soffre di disturbi alimentari, e le implicazioni pratiche per l’industria della ristorazione. In Italia, dove la cultura culinaria è profondamente radicata e celebrata, l’implementazione di una tale misura potrebbe incontrare resistenze e sollevare questioni uniche legate alla nostra tradizione gastronomica.

Pertanto, potrebbe essere più efficace adottare un approccio equilibrato, che offra informazioni nutrizionali dettagliate senza compromettere il piacere del cibo e il benessere mentale dei consumatori. Potrebbe essere utile considerare approcci alternativi, come l’uso di codici QR che permettano ai clienti di accedere alle informazioni nutrizionali solo se lo desiderano, riducendo così l’impatto potenzialmente negativo per chi soffre di disturbi alimentari.

Ivana Tuzi

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi