/, Sezione 2/Benvenuto Ecomuseo, custode della storia

Benvenuto Ecomuseo, custode della storia

di | 2024-07-14T09:45:38+02:00 14-7-2024 5:05|Cultura, Sezione 2|0 Commenti

RIETI – Ecomuseo territoriale del Salto e del Turano (Est): la presentazione nella sede del Museo civico di Rieti, nell’ambito del ciclo di conferenze “Luoghi e personaggi del Simbas” (Sistema territoriale integrato Museo Biblioteche Archivi Sabina e Cicolano), con la direttrice Francesca Lezzi e il tecnico agronomo della Riserva Monti Navegna Cervia Giovanni Piva. L’ecomuseo è stato riconosciuto con determinazione regionale del luglio 2022, ha un regolamento e una carta dei servizi, organizza convegni, conferenze mostre, escursioni, visite (centro visite e punto informativo a Castel di Tora e Collalto Sabino; navegnacervia.it), è ispirato alla “Convenzione quadro di Faro”, adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa nel 2005, entrata in vigore nel 2011, che definisce gli obiettivi generali e i possibili campi di intervento degli Stati membri per progredire, proteggere e promuovere il patrimonio culturale europeo, riflette un’evoluzione del nostro modo di pensare al ruolo del patrimonio culturale in Europa. Non crea obblighi di azione: suggerisce, non impone.

Giovanni Piva e Francesca Lezzi

“Lo Stato è importante nelle decisioni politiche, ma quando si tratta di gestire i siti del patrimonio culturale non dovrebbero essere coinvolte solo le autorità nazionali, regionali e locali: imprenditoria, organizzazioni, piccole e medie imprese locali sono la chiave per mantenere le comunità solide in molte parti d’Europa, attraverso un’adeguata conservazione e un uso saggio del loro patrimonio culturale, che riguarda passato, presente e futuro”. Questo lo spirito della Convenzione, che sottolinea gli aspetti importanti del patrimonio culturale in relazione ai diritti umani e alla democrazia, promuove una comprensione più ampia del patrimonio culturale e della sua relazione con le comunità e la società, incoraggia a riconoscere che gli oggetti e i luoghi sono importanti anche per i significati e gli usi che le persone attribuiscono loro, per i valori che rappresentano.

L’Italia ha ratificato la convenzione nel 2020, entrare nella rete del Simbas ha agevolato il finanziamento dell’ecomuseo del Salto e del Turano che coinvolge le due vallate dei laghi omonimi, la Riserva Naturale Monte Navegna e Cervia, le Zone Speciali di Conservazione ‘Balze rocciose del Salto e del Turano’, Monte Nuria e Nurietta, Lago di Rascino, le cartografie seguono la frontiera appenninica durata oltre mille anni tra il Regno di Napoli e lo Stato Pontificio, fondendo culture e storie differenti, oggi riunite nella provincia di Rieti, istituita nel 1927. Fanno parte della Riserva i comuni di Ascrea, Castel di Tora, Collalto Sabino, Collegiove, Marcetelli, Nespolo, Paganico Sabino, Rocca Sinibalda, Varco Sabino.

Museo diffuso di Posticciola

L’ecomuseo ha poche pareti: il centro Stella a Collalto Sabino, nell’ex edificio scolastico al piano terra della sede del Municipio, con reperti archeologici dell’area di S. Giovanni in Fistola, avrà uno spazio multimediale e sarà un centro giovanile con il servizio civile e i finanziamenti dei luoghi della cultura; il resto è più un museo a cielo aperto, con una grande narrazione del territorio, che vede come protagonisti le stesse comunità, che ne hanno cura e gestione, in una sorta di patto tra gli abitanti, che scelgono di rappresentare sé stessi all’esterno, prendendo contemporaneamente coscienza della propria identità culturale.

La mola di Nespolo

L’ecomuseo è un continuo divenire, segue la vita delle comunità nello sviluppo sociale, ambientale ed economico, per creare un ambiente sostenibile, inclusivo e creativo. “La narrazione riguarda un’area interna dell’Appennino, una frontiera millenaria, la trasformazione improvvisa e radicale del paesaggio con l’automobile e una nuova viabilità, i due laghi artificiali, lo spopolamento che ne è derivato, una popolazione creativa e resiliente, con una carta degli itinerari, la storia della civiltà contadina, aree archeologiche, museo diffuso, acque e grotte (carsismo ipogeo), beni ambientali, rete escursionistica – spiega Giovanni Piva –. Questa è una terra mutata, con cambiamenti imposti dall’alto, l’ecomuseo aiuta a conoscere, interpretare, mappare, evidenziare e valorizzare, condividere, incrementare, includere in un processo in continuo rinnovamento”.

Il castagneto moumentale

Ecco allora la chiesa e l’area archeologica di S. Giovanni in Fistola a Collalto Sabino, il castagneto monumentale e la chiesetta di S. Maria a Collegiove, l’antica mola di Nespolo, musei diffusi. La chiesa medievale di S. Giovanni in Fistola sorge sui resti di un luogo di culto precristiano, le due campagne di scavo anno individuato un’importante area santuariale di epoca romana, successivamente inglobata in un monastero benedettino fondato dall’XI secolo intorno alla chiesa originaria (questa zona è stato dominio dell’Abbazia di Farfa). Sono riemerse stanze, percorsi, fornaci del bronzo e della ceramica, una cinta muraria, frammenti di affreschi, uno dei quali raffigura la Madonna del Latte. I ritrovamenti, che coprono duemila anni di storia, sono esposti al Centro di Interpretazione del Paesaggio (centro Stella) a Collalto Sabino.

Il castagneto monumentale si trova in località “Cuito” è composto da 27 alberi secolari dai 300 ai 500 anni, inserito nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia. La chiesetta di S. Maria è un balcone sulla valle del Turano, è stata restaurata dalla Riserva, la popolazione ha donato arredi sacri e un dipinto pregevole. Un tempo c’erano tanti mulini con vasche di accumulo utili nei periodi di siccità per macinare grano e castagne, è rimasta solo la mola di Nespolo, riaperta dalla Riserva nell’ambito del progetto sentieristico con area sosta e con i fondi dei Piani di Sviluppo Rurale, sarà laboratorio di educazione ambientale e alimentare.

Gabriella Parca

Tesori conservati dalla popolazione sono custoditi nel Museo dei cerchiari a Marcetelli, che racconta la storia di emigrazione e artigianato del paese, Posticciola è un vero e proprio Borgo Museo decorato e abbellito dalla popolazione, lungo il precorso visita al museo delle tradizioni contadine, a Vallecupola il paesaggio agrario e l’area protetta per la riproduzione dell’ululone (piccola rana). A Castel di Tora, su un promontorio a picco sul lago, il borgo fantasma di Monte Antuni, con la grotta dell’eremita, l’Eremo di S. Salvatore, Palazzo del Drago, un labirinto, centro di educazione ambientale e centro di interpretazione del paesaggio della Riserva (che è anche casa editrice).

Nella sede comunale sono custoditi i libri di Gabriella Parca (Castel di Tora 1926 – Milano 2016), scrittrice e giornalista, ha documentato l’evoluzione dei costumi della società italiana del dopoguerra con particolare attenzione alla condizione delle donne. Fu tra le fondatrici del mensile Effe, il primo rotocalco italiano di controinformazione al femminile, nel 1975 ha fondato a Milano uno dei primi consultori laici d’Italia, il Centro Problemi Donna (ora Centro Progetti Donna). Tra i suoi libri “Le italiane si confessano”.

Francesca Sammarco

Nell’immagine di copertina, il borgo fantasma di Monte Antuni, con la grotta dell’eremita

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi