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Al Teatro dell’Opera stagione di alto livello

di | 2024-06-28T18:20:42+02:00 30-6-2024 5:40|Sezione9, Spettacolo|0 Commenti

ROMA – La stagione 2024-25 del Teatro dell’Opera si realizzerà nell’anno del Giubileo: l’entusiasmo degli organizzatori era palese, mentre ne illustravano la ricchezza di eventi, insieme col nuovo direttore artistico Paolo Arcà. Potremmo parlare coi numeri, ma più accattivante sarà sottolineare col soprintendente Giambroni il ruolo che il Teatro dell’Opera rivestirà, col suo immenso patrimonio culturale, e il suo aprirsi alla città con le iniziative per i giovani: il pullmann Linea Opera per far giungere al Costanzi agli under 30, il biglietto a 15 euro riservato ai medesimi per otto fra opere e balletti, le opere presentate dal M° Bietti a soli 10 euro ed altro ancora.

Daniel Oren, direttore d’orchestra israeliano

Alle opere liriche, base del programma, si uniranno circa dieci balletti accuratamente preparati dalla direttrice Eleonora Abbagnato: Schiaccianoci, Il Pipistrello di Roland Petit, Carmen con l’ospite Javier Rojas, il Trittico contemporaneo con la Girelli, Kratz e Annarumma che ha scelto musica di Ezio Bosso, l’opera dei coreografi Dawson, Ligtfoot-Leòn, Ekman; l’Onegin e la stella della Scala Nicoletta Manni con Friedemann Vogel, infine Marco Spada creato da Pierre Lacotte con ospiti Olga Smirnova, Igor Cvirko e Iana Salenko. Poi avremo i concerti con più direttori, Esa-Pekka Salonen, Ignazio Schifani con Alessandro Scarlatti, James Conlon con le Sinfonie n.5 sia di Šostakovič che di Beethoven, Diego Ceretta col violinista Marc Bouchkov, e due concerti diretti dal nostro amato Michele Mariotti, che eseguirà anche il noto “Requiem tedesco” di Brahms.

La ballerina Nicoletta Manni

Infine eccoci al programma di lirica, che il 27 novembre inizierà col “Simon Boccanegra” del 1857, riveduto e corretto nel 1881 da un Verdi inquieto e scontento, ormai nell’estrema e raffinata sua fase artistica, che consentirà di riascoltare – sotto la bacchetta del M° Mariotti – l’indimenticato baritono Michele Pertusi nel ruolo del nobile Fiesco. In gennaio arriverà “Tosca” con scene e costumi di Hohenstein del 14 gennaio 1900, primo giorno di vita dell’opera pucciniana: diretta da Mariotti, ci farà ascoltare il famoso tenore Gregory Kunde. Poi, in marzo, “Tosca” n.2 per l’anniversario della morte del grande compositore toscano: sarà diretta da Daniel Oren e avrà la voce della valorosa Anna Netrebko. Il n.3 per “Tosca” arriverà in maggio, e l’opera sarà diretta da Janes Conlon, sarà cantata da Anna Pirozzi, mentre Cavaradoossi sarà Luciano Ganci e il terribile Scarpia il baritono Claudio Scura. Sempre in febbraio “Lucrezia Borgia” di Donizetti, cavallo di battaglia della famosa Monserrat Caballé, che con la protagonista Lidia Fridman verrà diretta da Roberto Abbado. “Alcina” (1735) di Händel – novità per il Teatro dell’Opera – è creazione barocca, giustamente diretta dallo specialista Rinaldo Alessandrini, e con la parte di Oberto anche qui cantata da voce femminile: protagonista sarà Mariangela Sicilia.

Il tenore Gregory Kunde

In aprile ascolteremo il dittico di “Suor Angelica” ispirata e toccante opera pucciniana, accostata a “Il prigioniero” di Luigi Dallapiccola, lavoro in un atto con cui il Teatro Costanzi intende tener vivo l’interesse per la musica contemporanea: dirigerà il M° Mariotti. Di Mozart, il Teatro mette in scena in maggio “Il re pastore” (1775), scritta dall’artista diciannovenne – altra opera del periodo barocco e di rara esecuzione – diretta dallo specialista Manlio Benzi, in cui il ruolo del grande macedone Alessandro sarà ricoperto dal tenore spagnolo Juan Francisco Gatell. In giugno trionferà “L’italiana in Algeri” (1813), opera comica celeberrima di Rossini, mostro sacro in cui il ruolo di Mustafà ‘Pappataci’ sarà assunto – con la direzione di Sesto Quatrini – dal baritono basso Paolo Bordogna.

Il regista Damiano Michieletto

Ma vedremo anche l’edizione di un altro mostro sacro, “Carmen” diretta da Omer Meir Weliber, in cui i protagonisti saranno cantanti di livello quali Gaëlle Arquez e Joshua Guerrero. Dopo la stagione di Caracalla, interamente affidata al regista teatrale Damiano Michieletto, in settembre affronteremo un’importante opera lirica di Britten , che ci introdurrà anch’essa al contemporaneo, “The Turn of The Screw” (1954), diretta dall’ungherese Henrik Nànàsi con protagonista il bravissimo Ian Bostridge: essa si unirà in ottobre ad “Adriana mater” della finlandese Kaija Saariaho da poco spentasi, che verrà diretta da E.M.Izquierdo con regìa di Peter Sellars, nel nuovo allestimento del Teatro dell’Opera, sempre per promuovere la musica contemporanea.

Così sarà anche per “Il diario di uno scomparso” di Janàček, unito a “La voix humane”di Poulenc, entrambi brevi sempre in ottobre. Alla fine del mese ascolteremo anche il geniale settecentesco “Stabat Mater” di Pergolesi, che sarà il nostro M° Mariotti a dirigere, chiudendo l’eccellente ricchissima stagione.

Paola Pariset

Nell’immagine di copertina, il Teatro dell’Opera di Roma

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