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Thadea, la figlia segreta di Carlo V 

di | 2018-09-14T19:05:42+02:00 16-9-2018 6:10|Cultura, Sezione 3|0 Commenti

PERUGIA – “Thadea, la figlia segreta di Carlo V”: il libro (“che sembra un romanzo ma è verità storica”, definizione dello stesso autore) é stato presentato a palazzo Della Penna, a Perugia, dove era nata e dove aveva abitato una delle protagoniste principali, Orsolina Arcipreti della Penna. La presentazione è stata curata dalla professoressa Maria Grazia Nico Ottaviani, della facoltà di Lettere di Perugia, e dall’autore, il dottor Andrea Margaritelli, con tanto di slide di documenti e immagini che attestano le varie vicende della ricerca e con l’esibizione dell’originale di una pergamena siglata dall’imperatore Carlo V (che si firma alla francese, Charles), prestata per l’occasione dall’archivio di Stato di Perugia.

La storia è quella della passione, breve ma intensa, dell’imperatore “sui cui domini non tramontava mai il sole” (Europa, Africa, Americhe), allora di appena 22 anni, con la vedova, anche lei giovanissima nobildonna, Orsolina. Quest’ultima, fresca sposa, aveva seguito infatti il marito, il diplomatico Valentino dei Cancellieri, in un viaggio di lavoro nelle Fiandre. Ma l’uomo, appena giunto a Bruxelles, era morto all’improvviso. Sulla “Bella Pennina”, sola in un paese straniero, aveva messo gli occhi Carlo V, da tre anni incoronato imperatore. D’altronde, in quello stesso periodo, il sovrano aveva in corso diverse “liaison” (che gli diedero diversi figli illegittimi, tra i quali don Juan d’Austria, capo della Lega Santa nella gloriosa battaglia di Lepanto, del 1571, contro gli Ottomani).

Orsolina, in quelle focose notti trascorse tra le braccia di Carlo, restò incinta. Dopo poche settimane le strade dei due amanti si divisero: lui partì per la Spagna dov’era divampata la rivolta, detta dei comuneros e dove ristabilì l’ordine; lei, pressata anche dagli insistenti messaggi dei fratelli, ai quali non garbava che una donna, per di più bella e vedova, restasse sola in un paese lontano, riprese a malincuore la strada di Perugia. Il parto avvenne a Bologna, il 23 gennaio 1523, nei palazzi dei nobili Pirro ed Ercole Malvezzi di San Sigismondo, che la ospitarono in quella che oggi è la sede centrale dell’Università felsinea.

Carlo (nella foto in alto) aveva affidato la donna e il nascituro alle cure di Giovanna di Borgogna (l’imperatore portava anche il titolo di duca di questa terra), nutrice di sua piena fiducia. La segretezza del parto venne rigorosamente mantenuta. Orsolina rientrò a Perugia, nel palazzo della sua casata, senza che parenti e conoscenti sospettassero alcunché. La neonata, cui era stato imposto il nome di Thadea, sotto la guida di Giovanna si diresse a Collazzone, nello stesso monastero in cui era spirato, all’inizio del Trecento, Jacopone da Todi. Con la morte di Giovanna di Borgogna il segreto, purtroppo, trapelò. Forse ad opera delle ingenue monache che la ospitavano.

E nonostante Carlo V nella sua visita a Bologna nel 1530 (dove avvenne l’incoronazione in San Petronio ad opera di Papa Clemente VII) avesse voluto incontrare la piccina e le avesse fatto tatuare un simbolo di riconoscimento sotto il ginocchio destro, gli zii (gli Arcipreti Della Penna, i tre fratelli di Orsolina) dopo qualche anno vollero che la giovinetta si sposasse con Sinibaldo De Cuppis (forse parente di Lucantonio, detto il Gazissa, capitano di ventura, difensore del Papa durante il Sacco di Roma del 1527 e già a fianco di Giovanni delle Bande Nere), che vantava proprietà e palazzi a Montefalco e a Roma in piazza Navona.

Morto il marito e poi la madre e infine lo stesso imperatore (1558), Thadea restò da sola a Roma. Cercò, scrivendo toccanti missive, di farsi riconoscere quale figlia, sia pure illegittima, di Carlo V, dal fratellastro, il re Filippo II di Spagna. Invano. Sono rimaste le sue accorate lettere a Filippo, ritrovate da Margaritelli nell’Archivio reale di Samancas.

Il re – la documentazione recuperata appare inoppugnabile – sapeva già tutto ma fece orecchie da mercante e non mosse un dito. Nell’Archivio del consiglio di Stato della corona spagnola risultano protocollate lettere e documenti, tra cui missive autografe di Carlo V a “ma dame Pennina nommeé la Pennina de Perouse” in cui l’imperatore scrive di “notre fille Thadee”.

La verità che la donna invocava (di potersi cioè chiamare Thadea d’Asburgo, figlia di Carlo V) tanto ardentemente – firmandosi “minima, indegnia, inutilissima serva” – è arrivata, purtroppo per lei, che mai aveva rivelato il suo segreto, con 5 secoli di ritardo. Thadea si spense, sola e nell’anonimato, nel 1562 non ancora quarantenne.

Elio Clero Bertoldi

Nella foto di copertina, Thadea figlia dell’imperatore Carlo V

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