ROMA – In questi giorni su Rai1 è andata in onda la nuova miniserie “Marconi – l’uomo che ha connesso il mondo”, che racconta la storia dello scienziato, inventore della radio e della telegrafia senza fili. In occasione del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi (Bologna, 25 aprile 1874), si tratteggia un inedito ritratto di questo grande scienziato e pioniere delle moderne telecomunicazioni, tra l’altro premio Nobel per la fisica nel 1909, (condiviso con Carl Ferdinand Braun) per la scoperta delle onde radio. Da quel giorno, il mondo deve proprio a lui la nascita della radio, della televisione, della comunicazione senza confini.
Tanto è stato scritto, ma questa volta la fiction ha voluto focalizzare l’attenzione sull’ultimo anno della sua vita: il 1937, quando Guglielmo Marconi (interpretato da Stefano Accorsi) vive tra il laboratorio e il panfilo “Elettra”, con la moglie Maria Cristina (Cecilia Bertozzi) e l’amata figlia Elettra (Carolina Michelangeli). Marconi, ex senatore del Regno d’Italia, era senza ombra di dubbio un uomo geniale, che pur non avendo frequentato un’accademia, tantomeno aver conseguito una laurea (ma ne aveva collezionate almeno una quindicina ad honorem), è attratto dall’elettricità. Nulla è stato più come prima, quando nel settembre del 1895, dal suo studio a Villa Griffone, a Praduro e Sasso (poi diventato nel 1938 Sasso Marconi proprio in suo onore), a 21 anni riesce in un esperimento straordinario: lanciare un segnale senza fili, superando un ostacolo. Realizza, dunque, un apparecchio che permette di comunicare e ricevere segnali alla distanza di oltre un miglio, ma anche nel superare gli ostacoli naturali.
È lui che inventa, nel 1931, il primo radiotelefono per Papa Pio XI. Si tratta di un voluminoso apparecchio che il Pontefice portava in auto. Basti pensare che come dichiarato in alcune interviste dalla figlia Elettra, Marconi era solito affermare che in futuro i telefoni sarebbero stati come scatolette da tenere in tasca per poter chiamare la fidanzata, la famiglia o gli amici. Va comunque ribadito che l’inventore, uomo di grandi valori morali, voleva salvare l’umanità, non distruggerla ed ormai ai giorni nostri nonostante gli enormi progressi, come l’Intelligenza artificiale, bisogna stare attenti a come si usano.
Ma a Guglielmo Marconi si deve tanto e forse non si sa che grazie al suo ingegno si deve la creazione della prima radio libera italiana: Radio Sardegna. Alle 14 del 7 maggio 1945, con l’annuncio “L’Allemagne s’est rendue, la guerre est finie!” Radio Algeri trasmette per prima la notizia della resa nazista. Un giovane caporale Quintino Ralli casualmente la ascolta. Si trova a Bortigali, in provincia di Nuoro, con la 47ª compagnia mista telegrafisti/marconisti distaccata nel paese, per le trasmissioni radiofoniche. E lui rilancia immediatamente quel messaggio che di fatto pone fine alla guerra. Ai piedi del suggestivo Monte Santu Padre si trova un rifugio antiaereo, ricavato da una grotta, dove nasce appunto, Radio Sardegna, che ufficialmente inizia le sue trasmissioni il 2 ottobre del 1943: “Qui Radio Sardegna, libera voce d’Italia fedele al suo Re”.
Sarà poi negli anni Ottanta, un giovane imprenditore bortigalese a dare vita ad una nuova emittente radiofonica “Radio Bortigali” che per anni è stata la voce del Marghine. Nel giugno 2013 alla presenza della figlia Elettra Marconi, principessa vedova del principe Carlo Giovanelli, e lo stesso Quintino Ralli, viene inaugurata proprio a Bortigali, in occasione del 70esimo anniversario della ripresa delle trasmissioni della radio italiana interrotte per la guerra, l’unica piazza intitolata ad una emittente radiofonica: Piazza Radio Sardegna.
Marconi è scienziato, inventore, ma anche uomo di profonda fede che crede nel valore della sacralità della vita, fermamente convinto e mosso dalla convinzione di agire per il bene dell’umanità. Devoto della Madonna, si ispirava a Lei in ogni sua attività scientifica ed anche nella vita privata, rivelando la sua profonda umanità e rispetto per il Creato. Guglielmo Marconi muore a Roma il 20 luglio 1937. In quel giorno, in segno di lutto, le stazioni radio di tutto il mondo interrompono contemporaneamente le trasmissioni per due minuti.
Laura Ciulli
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