PALERMO – Il comune di Capaci, nella costa nord-ovest, a circa venti chilometri da Palermo, è tristemente noto perché nel tratto autostradale tra l’aeroporto e il capoluogo siciliano, proprio vicino allo svincolo per Capaci, il 23 maggio 1992 la mafia uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, magistrato anche lei, e i tre agenti della scorta Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro.
Per evitare il rischio che per le nuove generazioni la strage del 1992 diventi sempre più vaga e nebulosa, il comune di Capaci e l’associazione “Addio Pizzo” hanno realizzato uno spazio virtuale che racconta ciò che accadde quel tragico sabato del 1992. Gli studenti che lo hanno già visitato (tra cui quelli del liceo ‘Cavalleri’ di Parabiago, vicino Milano) hanno dichiarato che si tratta di un’esperienza immersiva toccante e costruttiva.
Dal prossimo 23 maggio, tale spazio virtuale sarà proposto all’interno di alcuni container allestiti nell’area dismessa dello scalo merci della stazione ferroviaria di Capaci. Pietro Puccio, eletto sindaco a Capaci nelle settimane successive alla strage, e che oggi ricopre lo stesso ruolo, ha dichiarato che far diventare la stazione dismessa un centro studi e un luogo della memoria è un importante segnale culturale, in un territorio dove purtroppo non ci sono teatri, non c’è un cinema, non ci sono luoghi di aggregazione giovanili.
Nel centro storico di Palermo, in via Vittorio Emanuele, nell’antico e prestigioso Palazzo Gulì, nel 2018 era già nato il No Mafia Memorial, uno spazio che è insieme Museo e Memoriale-Laboratorio della lotta alla mafia. Il museo è stato realizzato grazie a una sinergia tra l’amministrazione comunale di Palermo e il Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato”, che ha messo a disposizione della città il proprio ricchissimo patrimonio di studi, ricerche e pubblicazioni, la biblioteca-emeroteca, l’archivio storico e fotografico di documenti e atti giudiziari.
L’intero percorso museale – attraverso immagini, pannelli, proiezioni che ne ricostruiscono gli aspetti salienti – guida il visitatore nella ricostruzione della mafia e dell’antimafia, dalle origini ai nostri giorni.
Lo spazio polivalente del No Mafia Memorial si snoda tra più sezioni: l’archivio fotografico al piano terra e la nuova mostra multimediale al secondo piano. Attiva dal dicembre 2021, la mostra multimediale propone ai visitatori approfondimenti storici sul fenomeno mafioso in Sicilia. Si tratta di un progetto museale innovativo dove la storia dialoga con le nuove tecnologie digitali attraverso nuove forme di narrazione: le quattro installazioni, servendosi degli strumenti della digital art, creano un’esperienza immersiva che coinvolge fisicamente ed emotivamente lo spettatore, in un percorso dove storia, memoria e nuovi linguaggi artistici si attraversano e si contaminano felicemente.
Nel museo, infine, c’è anche un’area di studio con una biblioteca, una mediateca, un archivio di documenti e una banca dati, dove ci si può fermare per consultare il materiale e approfondire. Assai attiva anche l’area didattica, che organizza laboratori per le scuole, con il coinvolgimento di docenti e studenti di ogni ordine e grado.
Una delle cose che stava più a cuore al giudice Giovanni Falcone era la formazione dei giovani: gli spazi di conoscenza, di studio, di incontro, di progettazione culturale a servizio della comunità, realizzati dal Comune di Capaci e a Palermo dal No Mafia Memorial, sono uno dei modi migliori per onorare la sua memoria e quella di quanti hanno speso la loro vita per liberare Palermo, la Sicilia e l’Italia dalla violenza della mafia.
Maria D’Asaro
Nell’immagine di copertina, Palazzo Gulì sede del No Mafia Memorial a Palermo
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