PALERMO – “Dio è morto, Marx pure, e anche io non mi sento molto bene”: la frase, erroneamente attribuita a Woody Allen, ma in realtà di Eugene Ionesco, sintetizza brillantemente il declino delle ideologie che hanno caratterizzato il Novecento. Ma, seppure sotterranee e “innominate”, le ideologie esistono ancora e condizionano le scelte sociali e politiche. Proprio della consistenza e vitalità delle ideologie novecentesche si sono occupati quindici studentesse e studenti di terzo anno del liceo scientifico “Stanislao Cannizzaro” di Palermo, nell’ambito di un percorso formativo progettato dal professore Tommaso Lo Monte, docente di Lettere dell’Istituto.
L’insegnante, da gennaio ad aprile di quest’anno, ha infatti coordinato nella scuola alcuni seminari pomeridiani di un’ora e mezzo ciascuno, in sinergia con le docenti Anna Maria Pioppo, Rosalba Leone e il professore Augusto Cavadi, autore del testo-base del corso La bellezza della politica. Attraverso e oltre le ideologie del Novecento (Di Girolamo Editore). I tre insegnanti fanno parte dell’associazione di volontariato culturale “Scuola di formazione etico-politica Giovanni Falcone”, fondata da Cavadi e da alcuni amici e amiche trentadue anni fa, dopo le stragi del 1992. Da allora, sono stati realizzati centinaia di interventi nelle scuole, nelle università, nei centri sociali, nelle parrocchie: perché la mafia, come sosteneva Giovanni Falcone, si combatte non solo nei Tribunali, ma soprattutto investendo nella formazione e nella crescita culturale della società.
“Ho utilizzato per questo progetto le ore previste dai PCTO, cornice didattica che indica i Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (ex alternanza scuola-lavoro) – chiarisce il professore Lo Monte – proponendo ai miei alunni di approfondire la conoscenza delle principali ideologie del ‘900: liberalismo, comunismo, fascismo, socialdemocrazia, ambientalismo, dottrina sociale cattolica, conservatorismo, anarchismo…”.
L’occasione formativa è stata accolta con favore dagli studenti: due di loro, Alessandro Gallo e Vincenzo Sole, che avevano già ottemperato all’obbligo formativo previsto dai PCTO, vi hanno partecipato a titolo volontario perché attratti dal tema proposto. E non sono rimasti delusi: “Ho imparato a dare un nome alle idee nelle quali in questo momento mi ritrovo maggiormente – sottolineaVincenzo –. Mi sono subito riconosciuto nelle idee dell’anarchismo, che unisce la libertà con l’uguaglianza e la fraternità”. Alessandro avrebbe addirittura voluto più ore per approfondire l’evoluzione e la ricaduta delle ideologie nella contemporaneità.
Davide Canzone, come Vincenzo, aggiunge che il corso di formazione gli ha permesso di capire meglio il suo orientamento: “Finalmente ho conosciuto i fondamenti del pensiero politico che hanno fatto la storia del XX secolo. E ho capito qual è il mio ideale utopico, il pensiero e la società come la vedono gli anarchici, anche se ritengo che più concretamente si possa realizzare oggi il progetto politico della socialdemocrazia”. Giulia Muratore evidenzia che c’è davvero poca informazione su questi temi fondamentali, che bisogna conoscere per la formazione di una autentica cittadinanza attiva. Alessandra Busalacchi si è detta convinta del fatto che un corso di formazione del genere dovrebbe essere fatto da tutti gli studenti, addirittura da tutti i cittadini.
Spinti a fine percorso dai docenti a esprimere le loro opinioni – “Quale visione ideologica vi ha convinto maggiormente e quale meno?” – studentesse e studenti hanno espresso e motivato il loro pensiero: Giulia Muratore, Manfredi Di Giorgi, Gaia Benigno e Gabriele Di Stefano hanno evidenziato gli aspetti positivi dell’ideologia liberale, che dà spazio adeguato alle esigenze dell’individuo. Gabriele ha sottolineato però che, visto che abbiamo un solo pianeta, la visione ambientalista dovrebbe essere sottesa da tutte le ideologie politiche.
Quali le visioni politico-ideologiche più distanti dal sentire dei ragazzi? Nessuno ha apprezzato l’ideologia fascista e quella comunista; percepita come molto lontana dai loro interessi e dal loro modo di vivere anche l’ideologia conservatrice, perché teorizza la paura del nuovo e nega il bisogno umano di conoscenza, lo sguardo curioso verso il rinnovamento e il cambiamento. “Forse stiamo pericolosamente dimenticando l’importanza del welfare state, dell’intervento dello Stato nell’assistenza sanitaria e nella rete di protezione per tutti i cittadini – commenta Aurora Surdo –. Mi pare che oggi molte persone non possano curarsi perché non hanno i soldi per farlo. Se lo Stato poi non sovvenziona la Ricerca e le professioni di cura, perderemo anche i nostri cervelli. Penso allora che la socialdemocrazia sia l’ideologia più adatta alle nostre esigenze di persone e di cittadini”. D’accordo anche Eva Park: “Mi pare che la socialdemocrazia sia una buona via di mezzo tra liberalismo e comunismo e salvi i diritti dell’individuo e le esigenze di solidarietà della società”.
Aurora, in sintonia con l’opinione dei suoi compagni, ha poi sottolineato come ormai il termine ideologia sia inteso in un’accezione negativa, quasi come una gabbia, mentre si tratta in ogni caso di avere un pensiero, una visione del mondo. Le ideologie sono idee sul funzionamento e l’organizzazione della società che ciascuno in qualche modo possiede, anche se non ne è consapevole. Davide è intervenuto ancora evidenziando il pericolo di esprimersi oggi solo con slogan anziché con pensieri più complessi. E ragazzi si sono interrogati su quanto le scelte individuali, ad esempio quelle religioso-spirituali, possano avere una ricaduta nell’ambito delle scelte politiche, chiedendosi anche quanto ciò sia opportuno.
“Quest’esperienza di formazione ci servirà parecchio per la nostra formazione sia scolastica che umana – ha sottolineato infine Federica Lisciandrelli – potremmo utilizzarla nello studio della Filosofia e della Storia del quarto e quinto anno. E la spenderemo soprattutto diventando cittadini più informati e consapevoli”.
“Non è vero che i ragazzi di oggi siano superficiali e demotivati – ha concluso il professore Cavadi – si dimostrano attenti e interessati se si offrono loro proposte formative adeguate. Il bagaglio di riflessioni che hanno maturato, grazie all’impegno e alla costanza con la quale hanno partecipato allo studio, lo dimostra pienamente. La serietà di questi studenti ci offre semi di speranza per il futuro”.
Maria D’Asaro
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