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Basket, anche Dubai giocherà in Eurolega

di | 2024-01-28T09:40:13+01:00 28-1-2024 5:35|Sezione 8, Sport|0 Commenti

FORLI’ – I rumors sono già arrivati anche in Romagna. La domanda che molti si stanno facendo, nel mondo della pallacanestro, è se anche Dubai avrà una squadra in Eurolega. Secondo quanto riportato qualche settimana fa dal Mundo Deportivo, la decisione su Dubai in Eurolega sarebbe già stata presa, e sarebbe positiva. La città degli Emirati avrà quasi sicuramente una squadra nella massima competizione continentale nella prossima stagione 2024-25. Questa è l’idea con cui stanno lavorando i responsabili del progetto Dubai e la commissione negoziale dell’Eurolega su questo tema, composta da rappresentanti di Panathinaikos, Bayern Monaco, Barça e Fenerbahçe. L’ok definitivo a Dubai potrebbe arrivare nel corso della riunione dei 13 club azionisti dell’Eurolega prevista per il prossimo mese di febbraio.

TANTI SOLDI PER I CLUB PROPIETARI Non c’è nessun dubbio che la principale risorsa di Dubai è economica. L’offerta parla di  un contributo di 150 milioni di euro in sei anni, che rappresenterebbe una spinta importante per le casse dell’Eurolega e dei suoi 13 club proprietari. L’accordo con Dubai prevederebbe infatti che ognuno di questi 13 club riceva un milione di euro a stagione per i prossimi cinque anni. In cambio, Dubai chiede di avere una squadra nella competizione. Avrebbe chiesto anche l’organizzazione di due Final Four, ma l’Eurolega ha rifiutato questa aspirazione. Ciò che è allo studio ora è la possibile creazione di una sorta di Supercoppa a Dubai anche se resta da collocare nella stagione. C’è interesse da parte di Dubai ad avere Barça e Real Madrid in questa nuova competizione.

I benefici economici vanno ben oltre il milione di euro che ogni club proprietario riceverebbe  annualmente. Anche l’accordo con Dubai è considerato molto importante per l’impatto del marchio Eurolega grazie alla sua esposizione in Medio Oriente. Inoltre, entrambe le parti hanno il progetto di creare una “joint-venture” per promuovere una lega regionale in Medio Oriente, il cui vincitore potrebbe accedere all’Eurolega.

Darjus e Ksistof Lavrinovic, ambassadors dei BC Wolves a Dubai

LIMITI DA RISPETTARE Se l’accordo andrà in porto (ma nessuno pensa al contrario) la nuova squadra di Dubai dovrà rispettare alcune condizioni per non stravolgere l’Eurolega con il suo ingresso. Ad esempio, ci saranno limiti di budget in modo che il mercato non scoppi. E giocherà anche un altro campionato, nel suo caso la Lega Adriatica, per mantenere un ritmo di agonismo e di fatica non molto diverso dalle rivali. Infine, resta aperta una questione importante. Nel 2025 scade l’attuale contratto decennale con l’MG, con la quale l’Eurolega ha costituito una joint-venture per lo sfruttamento della propria concorrenza. Se non venisse rinnovato, verrebbe messa in discussione la continuità in Eurolega di squadre come il CSKA Mosca o il Maccabi Tel Aviv, attuali azionisti ma che potrebbero cessare di esserlo a causa delle particolari situazioni politiche e geostrategiche dei loro paesi.

UNA NOVITA’ CHE NON PIACE A TUTTI “L’entrata di Dubai – commentano nel blog Uno hobbit al ferro – è la certificazione del fallimento di Eurolega come sistema sostenibile”. Qualcuno ha fatto analogie con l’NBA che portava partite delle proprie franchigie da quelle parti ogni tanto. “Qui siamo davanti a qualcosa di totalmente diverso. E che non dovrebbe essere accettabile. L’NBA ha portato le proprie partite in tutto il mondo, ma non ha mai aperto nemmeno all’Europa per l’entrata di una franchigia. Chissà perchè, visto che sono i migliori dal punto di vista del marketing”.

La Coca Cola Arena a Dubai

Che Euroleague non se la passasse bene era chiaro a tanti, altrimenti non sarebbe mai saltato Jordi Bertomeu, non ci sarebbero state riunioni ad Istanbul disertate solo dalle squadre spagnole. “Sì – è il commento – la questione era di denaro sonante, come anche Giannakopoulos (Panathinaikos) aveva fatto presente a modo suo minacciando più volte di andare in BCL”. Che Euroleague non sia una competizione “paritaria” lo dimostra il fatto che i soldi dei diritti tv vanno solo a chi ha la licenza. Che il prodotto non abbia quell’appeal di cui si vanta l’ha dimostrato proprio il presidente di Gran Canaria, Sitapha Savanè, quando spiegò i motivi per i quali rimaneva in EuroCup: “Senza una situazione del genere, nessuno avrebbe pensato di aprire ad una destinazione che pone problematiche logistiche che, per quanto ci si provi ai microfoni, non si possono banalizzare”.

Ma nel blog si va giù ancora più pesante: “Pur con una situazione del genere, risulta davvero squallido ‘vendere’ un posto al quale avrebbero diritto di aspirare tutte quelle realtà che fanno basket in Europa per soddisfare i capricci di qualcuno a cui cadono gli assegni a 6 zeri dal portafogli e nemmeno se ne accorge”.  E ancora. “Invece di rendere l’Europa più competitiva si va al di fuori. Una volta l’EL era la competizione delle grandi potenze nazionali, oggi una superlega nemmeno troppo sana”.

L’Eurolega è, o era, la competizione di basket più bella al mondo per intensità e spettacolo in tutta la sua durata. Forse stanno riuscendo a rovinarla. Speriamo bene.

Fabrizio Rappini

Nell’immagine di copertina, il meeting del board di Eurolega con gli sceicchi di Dubai

Sono un giornalista professionista e ho lavorato alla Gazzetta di Forlì e poi al Corriere Romagna. Ho collaborato con diverse testate e mi sono occupato di sport e cronaca nera e giudiziaria.

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