Il 2023 è al primo posto tra gli anni più caldi mai registrati nel pianeta. La temperatura sulla superficie della terra e degli oceani è stata superiore di 1,1 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Noaa (National Climatic Data Centre) che registra le temperature mondiali dal 1850.
I primi nove mesi di quest’anno sono stati i più caldi in Europa e Sud America. In Italia il 2023 è al secondo posto tra gli anni più caldi dal 1800, con una temperatura superiore di 0,82 gradi la media storica. La prima metà dell’anno è stata segnata prima da una grave siccità, rileva la Coldiretti, poi da numerosi eventi estremi come le precipitazioni abbondanti. Dati che confermano la tendenza al surriscaldamento della terra.
I danni alle coltivazioni ed infrastrutture supereranno i 6 miliardi, rileva Coldiretti, rispetto allo scorso anno a causa dei cambiamenti climatici. I numeri parlano chiaro: tagli del 10% della produzione di grano, 60% per le ciliegie e 63% delle pere mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno. L’analisi evidenzia un calo anche per il pomodoro e per la vendemmia del 12%.
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