Con i suoi 115 cm di altezza il pinguino imperatore è il più grande dei pinguini viventi. È il simbolo indiscusso dell’Antartide, continente dove vive sopportando freddissime temperature che possono raggiungere anche i -60°C. Gli effetti dei cambiamenti climatici e la presenza di attività antropiche minacciano l’habitat e la sopravvivenza di questa specie.
Il pinguino imperatore è una delle 18 specie di pinguini esistenti, vive solo nel continente antartico dove è presente con una popolazione stimata tra le 280 e le 290 mila coppie. Si nutre di piccoli pesci, calamari e altri cefalopodi, ma soprattutto di krill, piccoli crostacei che sono parte costituente dello zooplancton. È l’unico uccello antartico che nidifica durante l’inverno, tra maggio e giugno (all’inizio dell’inverno australe), al termine del quale le femmine depongono un solo uovo di grandi dimensioni dal peso di circa 450 grammi. In seguito alla deposizione la femmina torna velocemente in mare aperto poiché è lei che si occupa della ricerca di cibo in questa fase; il maschio si occuperà di covare tenendo l’uovo sulle zampe, proteggendolo dal ghiaccio grazie ad una piega cutanea presente sul ventre, e aspettando il ritorno della femmina per la schiusa, dopo circa 65 giorni. Il ritorno della femmina, dopo due mesi trascorsi in mare, sarà fondamentale per la crescita del pulcino e per la sua alimentazione. Se la femmina tarderà, il maschio alimenterà il nuovo nato per i primi giorni con una secrezione densa molto nutriente detta “latte di pinguino”.
È un uccello non in grado di volare ed è l’unica specie che nidifica durante l’inverno antartico in cui la temperatura può scendere a -60°C o addirittura a -80/-100°C se si considera l’effetto dei venti gelidi. I pinguini si radunano in colonie formate da centinaia o addirittura migliaia di coppie, in luoghi riparati distanti dalle coste, situati per lo più sul ghiaccio; delle circa 45 colonie note, solo 2, infatti, si trovano sulla terraferma.
Un pinguino imperatore vive mediamente 20 anni, anche se sono noti dei record di longevità di pinguini arrivati al quarantesimo anno di vita. Se sulle superfici di ghiaccio ha la caratteristica e buffa andatura che lo contraddistingue, in mare, grazie alla forma idrodinamica, “vola” letteralmente sott’acqua a una velocità di 40 km/h, immergendosi anche a profondità molto elevate e restando in apnea per 20 minuti. Alcuni studi hanno seguito i pinguini imperatori durante le immersioni di pesca e hanno registrato una profondità record di addirittura 500 metri.
La popolazione del pinguino imperatore si è ridotta molto negli ultimi decenni: a Pointe G. il numero degli esemplari sembrerebbe addirittura diminuito del 50% negli anni passati; la situazione però, dagli anni 70 ad oggi, sembra seguire un lento ma continuo miglioramento. I rischi per questa specie sono principalmente costituiti dagli effetti del cambiamento climatico come lo scioglimento dei ghiacciai e la conseguente riduzione della banchisa.
I cambiamenti climatici e la riduzione delle superfici di ghiaccio minacciano la sopravvivenza delle colonie e spingono i giovani pinguini prima del tempo ad affrontare il mare ed i predatori. La crisi climatica in Antartide ha un effetto dirompente anche sui banchi di krill, la fonte di cibo primaria non solo per i pinguini, ma per molte specie antartiche.
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