//Femminicidi, catena che non si spezza più

Femminicidi, catena che non si spezza più

di | 2023-09-10T06:24:20+02:00 10-9-2023 6:00|Punto e Virgola|0 Commenti

Il 6 settembre scorso era un mercoledì ed era anche il 249esimo giorno dell’anno. Un giorno come tanti, si direbbe, ma in realtà non è proprio così perché le fredde statistiche dicono che è stato registrato il 79esimo femminicidio del 2023 in Italia. Una donna uccisa ogni tre giorni. Una vera e propria strage che non conosce confini regionali e neppure disparità sociali. Al 3 settembre, domenica scorsa, si contavano 77 vittime, delle quali 61 uccise in ambito familiare-affettivo e, di queste, 38 morte per mano del partner o dell’ex. Numeri senza cuore in costante, drammatico aggiornamento.

Secondo i dati di Unodc, l’ufficio Onu per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, in Italia si uccidono le donne in numero maggiore rispetto ad altri Paesi. L’Italia è infatti, insieme a Germania, Francia, Regno Unito e Spagna, la nazione dove le donne devono aver più paura di essere ammazzate. Seguono Polonia, Romania, Austria, Paesi Bassi, Lettonia e Grecia. Gli stati, invece, con il numero più basso di omicidi di donne in Europa sono invece Belgio, Irlanda, Estonia e Islanda (i dati si riferiscono al numero degli omicidi del 2021).

Sara, Maria, Svetlana, Giulia, Brunetta, Floriana, Santa, Martina, Margherita… Un elenco infinito in cui i nomi hanno in comune non solo la fine orrenda, ma in molti casi il fatto che l’assassino è il compagno, attuale o passato. E questo è il primo punto su cui occorre riflettere. Per troppo tempo, nel nostro Paese, la donna è stata considerata una “proprietà” da parte degli uomini: un retaggio che è evidentemente difficile da estirpare. Ed ecco quindi che la decisione di porre fine ad un’unione viene ritenuta un’offesa insopportabile, anzi addirittura da punire attraverso il delitto più grave: l’omicidio. Inutile sottolineare che per instaurare un qualunque tipo di rapporto bisogna essere in due, ma per chiuderlo basta solo la volontà di uno dei partner. Così come, nel caso di violenza sessuale, il “no” di una donna non è negoziabile: è “no” e basta. Senza se e senza ma.

Rossella Nappini

Rossella Nappini, 52 anni, è stata uccisa nel corso del pomeriggio del 4 settembre a Roma. Il corpo senza vita della donna è stato trovato nell’androne di un condominio di via Giuseppe Allievo, in zona Monte Mario Alto a pochi passi dal quartiere Trionfale, dove la vittima risiedeva insieme ai due figli e alla madre anziana. La donna (operatrice sanitaria all’ospedale San Filippo Neri) stava uscendo per svolgere una commissione, mentre si accingeva a raggiungere la strada, un malintenzionato le si è avvicinato, armato di coltello. Probabilmente al culmine di una discussione, l’aggressore ha sferrato i colpi mortali. In passato si era separata dall’ex compagno con il quale aveva avuto due bambini e, da poco tempo, insieme ai figli, si era trasferita dalla madre ottantenne per starle accanto.

Secondo le testimonianze, la vittima aveva raccontato ai colleghi di aver subito, nell’ultimo periodo, diversi episodi di stalking, non denunciati alle forze dell’ordine. In un caso, l’uomo (Adil Harrati, 45 anni, originario del Marocco) che la perseguitava aveva preso di mira la sua macchina, tappezzandola di scritte.‍ L’operaio aveva conosciuto la cinquantaduenne mentre svolgeva alcuni lavori di ristrutturazione nella precedente residenza della donna nel quartiere Trionfale. I due sarebbero inizialmente diventati amici, poi avrebbero iniziato una relazione che si era chiusa da poche settimane.‍ Rossella Nappini era molto sensibile al problema della violenza di genere. Nel 2018, in occasione del suo compleanno, aveva promosso sul suo profilo social una raccolta fondi da destinare ad un Centro Antiviolenza.‍

Marisa Leo

Marisa Leo, 39 anni, è stata uccisa dall’ex compagno Angelo Reina, 42 anni, nella serata del 6 settembre a Marsala in provincia di Trapani.‍ La coppia aveva una bambina di 2 anni. Lei, originaria di Salemi, lavorava come responsabile marketing e comunicazione alla Cantina Colomba Bianca, un’azienda agricola del Trapanese. Lui, originario di Valderice, era un imprenditore. Da tempo la relazione fra Marisa e Angelo si era incrinata. L’uomo aveva dato un appuntamento a Marisa, probabilmente per un “ultimo chiarimento”.‍ I due si sono incontrati in un terreno dell’azienda dell’imprenditore, nelle campagne marsalesi di contrada Ferla. Lì si è consumato l’omicidio. Il quarantaduenne ha esploso diversi colpi d’arma da fuoco contro l’ex compagna, uccidendola, poi si è dato alla fuga.‍

Nelle ore successive, Reina è stato avvistato sull’autostrada A29, all’altezza degli svincoli di Alcamo Ovest e Castellammare del Golfo. Secondo il racconto di un testimone, l’uomo ha accostato la sua autovettura sulla corsia d’emergenza e, armato di fucile, si è diretto nei pressi di un cavalcavia. Poco dopo si è sparato, togliendosi la vita. Secondo le ricostruzioni, la donna aveva denunciato due volte l’ex compagno: la prima nel maggio del 2020, per stalking; la seconda, dopo qualche mese, per violazione degli obblighi familiari, perché l’uomo non avrebbe pagato gli alimenti per la figlia. Reina era stato rinviato a giudizio in due diversi processi, rispettivamente per stalking e violazione degli obblighi familiari. Nel corso del dibattimento, tuttavia, Marisa Leo aveva presentato la remissione della querela per entrambi i procedimenti. Per questo, nel gennaio del 2022, l’uomo aveva ottenuto dai giudici del Tribunale di Marsala il “non luogo a procedere”.‍

Sara, Maria, Svetlana, Giulia, Brunetta, Floriana, Santa, Martina, Margherita e tutte le altre avevano molto in comune con Rossella e Marisa, le ultime due vittime di una “barbarie incivile”, secondo le parole del presidente Mattarella che non hanno certo bisogno di ulteriori commenti. E con la speranza di non dover ancora aggiornare la statistica.

Buona domenica.

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