MILANO – Il plogging è una nuova disciplina sportiva che consiste nel raccogliere rifiuti (bottiglie di plastica, mozziconi di sigaretta, tetrapack e così via) mentre si corre o si cammina a ritmo di marcia sostenuta trasformando il normale jogging in un’attività green. Il termine plogging ha un significato molto semplice e nasce dalla fusione tra la versione svedese del verbo raccogliere (plocka upp) e jogging. Infatti fu proprio l’atleta svedese Erik Ahlström nel 2016 ad introdurre questa nuova disciplina sportiva: il tutto nacque dalla constatazione di quanto fossero piene di rifiuti le strade che percorreva durante gli allenamenti. Sensibile ai temi ambientali, inventò così un nuovo modo di fare sport unendo al benessere fisico frutto della corsa l’esigenza di mantenere pulito il proprio quartiere.
Uno sport ecologico che in poco tempo ha coinvolto centinaia di persone in tutto il mondo tanto da diventare ben presto un vero e proprio movimento globale molto amato anche in Italia. Ma di fatto come si pratica? Ci si munisce di buste e guanti e si raccolgono i rifiuti man mano che si procede lungo il tragitto lasciando alle proprie spalle una strada più pulita. Un’attività che risulta essere molto importante soprattutto per quei rifiuti che non sono biodegradabili e rischiano di distruggere l’ambiente. Così che ci si sente parte attiva della società, consapevoli di compiere dei gesti volti alla salvaguardia del pianeta terra e questo avviene mentre ci si prende cura del proprio corpo attraverso un’attività molto più completa della semplice corsa.
Praticando il plogging è necessario fermarsi più volte per raccogliere i rifiuti, facendo quindi dei piegamenti. Sono proprio questi ultimi ad aggiungere quei benefici simili agli esercizi normalmente consigliati per rinforzare glutei e quadricipiti. Il tutto rende così questa attività ancora più efficace della normale corsa per un vero e proprio allenamento a intervalli utile anche dal punto di vista dimagrante. Così nel tempo il plogging è diventato un vero e proprio sport di gruppo, da fare in compagnia di amici e appassionati, condividendo il rispetto dello spirito civico e la volontà di fare la propria parte nello svolgere un’attività che sia a favore dell’ecosostenibilità ambientale.
Ed ecco che per far conoscere questa pratica sportiva ad un sempre maggior numero di persone si organizzano eventi e addirittura un vero e proprio campionato del mondo. Esistono numerosi gruppi di plogging in varie regioni ed esattamente dall’1 al 3 ottobre 2021, proprio in Italia, si è tenuta la prima edizione del Campionato mondiale di Plogging. Il Campionato si è svolto in Val Pellice, sulle Alpi Torinesi, e ha coinvolto un centinaio di atleti. Nel corso delle sette ore di gara è stata recuperata e differenziata oltre una tonnellata di spazzatura, con concorrenti in arrivo da tutto il mondo, dall’Uruguay agli Stati Uniti.
Ma anche sui social ha fatto il suo ingresso il Plogging e certamente non poteva essere diversamente. Su Facebook c’è infatti un gruppo chiamato Plogging Italia dove è possibile trovare informazioni aggiornate sulle diverse iniziative in programma. Chi pratica il plogging viene chiamato “plogger”. Termine utilizzato per riferirsi non solo agli sportivi, ma anche a quei semplici appassionati particolarmente sensibili alle tematiche ambientali che decidono di raccogliere i rifiuti mentre corrono o si dedicano alla camminata veloce.
Con un po’ di buona volontà e coscienza civile tutti possono diventare plogger: basta provarci.
Margherita Bonfilio
Disciplina interessante, ma serebbe ancora più opportuna una lezione di educazione civica a chiunque si appresti a percorrere dei sentieri fornendogli un sacco per i rifiuti.