Storie di adolescenti. Con i loro sogni, i loro problemi, le loro fragilità. Storie di cadute e di rincorse, di “discese ardite e di risalite”. Storie di giovani che hanno il mondo davanti e che fanno fatica a rincorrerlo e ad afferrarlo, ma che vanno aiutati e sostenuti nel loro viaggio perché la meta è vicina, eppure difficile da raggiungere: però, ce la possono fare. E ce la faranno. Storie di inclusione e di condivisione, di amicizie, disagi e incomprensioni, di cuori che battono troppo forte e di ansie e passioni, talvolte non sufficientemente comprese. Storie di tutti i giorni, insomma.
Al Liceo delle Scienze Umane “Santa Rosa” di Viterbo, nell’ambito di un progetto PON (Programmi Operativi Nazionali), un gruppetto di alunni di varie classi e di diversa età si è cimentato nella realizzazione del cortometraggio “Includere creando” (sottotitolo: “Il futuro allo specchio: storia di una fuoriclasse”), coordinato dai docenti Simona Moricone (Scienze umane) e Francesco Ferrari (Scienze).
La trama si dipana intorno alle vicende di Giorgia (interpretata da Giulia Vulea), una ragazzina che ad un certo punto si accorge che la sua vita non le piace. Che “è tutto sbagliato, che è tutto da rifare”, direbbe Gino Bartali. Non si sveglia in tempo, litiga con la madre, non vuole più andare a scuola e, quando ci va, arriva costantemente in ritardo dimenticando persino lo zaino al bar. E le cose non vanno bene nemmeno sul piano affettivo: vuole bene a Filippo (interpretato da Daniele Turetta) che però sembra non accorgersi di tali sentimenti.
All’ennesimo arrivo in ritardo alle lezioni, l’insegnante di Scienze (il professor Ferrari) decide di portarla dal preside (il dirigente scolastico Alessandro Ernestini) dove è presente anche la docente di Scienze umane (la professoressa Moricone). Giorgia spiega che non ce la fa più e che vuole lasciare la scuola. “Non è la soluzione giusta”, spiega il preside che la esorta a rifletterci bene prima di fare scelte così importanti. La diciassettenne è confusa, non sa come comportarsi. A salvarla è l’amica Francesca (interpretata da Francesca Cerocchi) che la invita a seguirla in una stanza dove c’è uno specchio “particolare”.
Lì, Giorgia vede riflessa l’immagine di lei a 35 anni: insegnante di Scienze umane, con due figli e sposata non con Filippo, ma con il vero Daniele che le appare su quello specchio magico. “Tutto questo accadrà se riprenderai la tua vita in mano e se avrai coraggio” le spiega Francesca. La trasformazione si compie: la ragazzina apatica e disamorata di tutto non c’è più. Adesso c’è la vera Giorgia che riprende a studiare con passione e profitto e che allaccia finalmente una storia vera con Filippo-Daniele. Quei giorni tristi e inutili sono finiti: ora ci sono una vita da vivere intensamente e un futuro da costruire con entusiasmo e fiducia.
Il cortometraggio (la regia e il montaggio sono di Roberto Gabrielli, l’aiuto regista è Alberto Giovannini) è una realistica parabola delle difficoltà che tanti adolescenti affrontano nel loro percorso. Gli adulti, spesso, non riescono a percepire tali disagi: li semplificano, li minimizzano, li derubricano a “capricci di gioventù” che passano spontaneamente con l’arrivo della prima maturità.
Non è così e “Includere creando” dimostra che quei presunti “capricci” non hanno tanto bisogno di medici, quanto soprattutto di solidarietà, comprensione, partecipazione. Inclusione, appunto. E in questo cammino (certamente non semplice) un ruolo decisivo viene svolto sì dalla famiglia, ma anche dalla scuola, dalle amicizie e, più in generale, da ogni istituzione deputata al benessere dei giovani. Tutti insieme possono (e devono) contribuire al superamento dei momenti di difficoltà e debolezza.
Giulia Vulea è autorevole nella sua interpretazione di Giorgia, ben coadiuvata da Daniele Turetta e Francesca Cerocchi. Insieme a loro si distinguono per spigliatezza gli altri componenti del cast: Isabella Benedetti, Noemi Buoniconti, Giovanni Paolo Ciorba, Francesca De Stefano, Benedetta Giontella, Francesca Laudi, Lorenza Loppi, Angela Montero, Maria Nasti, Alessandro Molfetta, Noemi Movizzo, Beatrice Pierini, Alessia Ioana Pop, Ajsha Troccoli, Niccolò Zezza.
Per adolescenti alla prima esperienza davanti alla macchina da presa un esordio davvero sorprendentemente piacevole e convincente. Da elogiare – ça va sans dire – il lavoro compiuto dagli insegnanti Francesco Ferrari e Simona Moricone che per diversi mesi hanno operato con gli alunni, creando una trama coinvolgente e appassionante.
Davvero bravi tutti.
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