ROMA – Non è facile diventare “adulti” e la battaglia per la crescita si combatte su un terreno delicato che è quello della gestione delle emozioni. Da bambini gioia, rabbia, tristezza e paura sono intense, ma il cervello è più pronto a gestirle attivando i meccanismi giusti per affrontarle.
Nell’adolescenza tutto cambia, perché il cervello cambia, è come un cavallo imbizzarrito che corre a briglie sciolte.
In realtà è proprio durante l’adolescenza che nel cervello si crea un conflitto fra sistema limbico (complesso di strutture cerebrali coinvolte nell’integrazione di emotività, istinti e comportamenti ) che si attiva in eccesso e corteccia prefrontale in maturazione. Detto in altri termini si crea un conflitto fra emotività e giudizio critico, per cui da una parte si sviluppano energia e creatività mentre dall’altra si riscontrano spesso comportamenti irragionevoli compiuti dagli adolescenti che non di rado si mettono in situazioni pericolose senza valutarne le conseguenze.
È difficile stabilire l’età in cui si raggiunge la maturità sia biologica che psicologica, non è detto che coincida con quella anagrafica della maggiore età, anzi sembra che questa, con il passare del tempo, tenda a spostarsi sempre più avanti.
Stefano Vicari, responsabile dell’unità di Neuropsichiatria Infantile dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, in un’intervista rilasciata ad un noto mensile di divulgazione scientifica, afferma che “il difficile percorso di crescita è sempre stato lo stesso fin dalla notte dei tempi: gli adolescenti erano irresponsabili anche cento anni fa. Oggi però l’ambiente che influenza molto gli esiti dello sviluppo”.
In particolare sono diversi i genitori, la cui autorevolezza si è un po’ persa per strada: “Madri e padri non devono essere amici – prosegue Vicari – ma punti di riferimento certi. I ragazzi hanno bisogno di contenimento, di un quadro di regole entro cui ribellarsi, trovando infine se stessi. Oggi spesso tutto questo manca e c’è l’errata convinzione che dire no sia dannoso. È vero il contrario: non ricevere rifiuti porta i giovani a non saper gestire le frustrazioni e le emozioni negative, a volere tutto, subito e sempre”.
A ciò si aggiunge poi il consumo di sostanze che possano avere conseguenze gravi e permanenti sul cervello e il naturale subbuglio ormonale che oggi è ulteriormente stimolato da messaggi sessuali espliciti, tutto questo insieme di cose spingono i ragazzi verso comportamenti più istintivi che razionali favorendo una tendenza che è già insita per motivi biologici nell’età adolescenziale.
Ovviamente è dagli adulti che deve arrivare la guida e l’aiuto per traghettare i giovani nel passaggio fra l’età adolescenziale e quella adulta. “Gli adulti possono aiutare i ragazzi – sostiene Giuseppe Lavenia, docente di psicologia dell’università di Chieti – parlando, ascoltandoli, stando loro vicino anche in silenzio se all’inizio non vogliono parlare, bisogna interessarsi a ciò che fanno, ma non controllarli: la prima azione implica condivisione, la seconda allontanamento”.
Quindi si può e si deve viaggiare nelle turbolenze dell’adolescenza e sarà grazie all’aiuto degli adulti che i giovani potranno superare questa età critica che precede la maturità, ma è importante che i genitori seguano i figli da molto tempo prima dell’arrivo della pubertà: “La partita si gioca dall’infanzia”, conclude Vicari.
Silvia Fornari
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