PALERMO – Immortalato da quadri celebri come quelli di Francesco Hayez e di Gustave Klimt, il bacio è il più diffuso e significativo gesto di amore dell’umanità, sia come segno di attrazione nell’ambito erotico/sessuale sia come momento di effusione amorevole tra genitori e figli o in altre relazioni affettuose.
Che fosse praticato anche nell’antichità lo si sapeva da tempo. Aveva già fornito prova storica della pratica del bacio a sfondo erotico un manoscritto dell’Età del bronzo, risalente a circa 3.500 anni fa, proveniente da territori poi diventati l’odierna India. Lo studio, pubblicato qualche settimana fa sulla rivista Science dagli studiosi Sophie Lund Rasmussen e Troels Pank Arbøll, delle Università di Oxford e di Copenaghen, dimostra ora che i baci ‘romantici’ erano già praticati circa 4.500 anni fa nell’antica Mesopotamia.
“Nell’antica Mesopotamia, che corrisponde all’attuale Iraq e Siria, si usava scrivere in caratteri cuneiformi su tavolette di argilla – racconta Troels Pank Arbøll -. Molte migliaia di queste tavolette di argilla sono sopravvissute fino ad oggi e contengono chiari esempi del fatto che il bacio era considerato parte dell’intimità romantica già nei tempi antichi, oltre che dei rapporti di amicizia e delle relazioni familiari”. “I primi riferimenti al bacio si trovano nelle narrazioni mitologiche sul comportamento degli dei. Poco dopo (soprattutto all’inizio del secondo millennio a.C.) troviamo chiari riferimenti al bacio in documenti privati”, aggiunge.
I ricercatori affermano poi che non bisogna pensare che il bacio sia stata una modalità di contatto affettivo sviluppata in una singola regione, dalla quale si sarebbe poi diffusa, ma è probabile che, per millenni, invece sia stata praticata in più culture antiche. Come afferma la coautrice dell’articolo Sophie Lund Rasmussen, ciò suggerisce che questa pratica “è un comportamento fondamentale negli esseri umani, il che spiega perché si può trovare (in alcune delle sue sfaccettature) in tutte le culture”.
Precedenti studi avevano poi ipotizzato che il bacio, come segno di un’intesa sessuale, si sia diffuso ed evoluto anche allo scopo di valutare gli aspetti dell’idoneità di un potenziale compagno, attraverso segnali chimici comunicati nella saliva o nel respiro. Ovviamente, oltre alla recezione chimica di una buona intesa, baciarsi sviluppava al contempo i sentimenti di attaccamento.
Inoltre, il bacio è diffuso anche tra alcuni animali, come bonobo e scimpanzé, i ‘parenti’ viventi più stretti dell’uomo.
Pare comunque che il bacio erotico e non puramente affettuoso già 4.500 anni fa fosse malvisto fuori dal matrimonio. I ricercatori hanno individuato un racconto, sempre nelle tavolette della Mesopotamia, che riferisce di una donna «quasi traviata dal bacio di un altro uomo» che non era il marito. Simili divieti, presumibilmente introdotti per motivi morali, probabilmente servivano, inconsapevolmente, anche a scopi igienici, offrendo a chi non dava né riceveva baci un grado di protezione della salute. I due ricercatori ricordano infatti che patogeni comuni “possono infettare gli umani attraverso la saliva rendendo il bacio una potenziale via d’infezione”.
Secondo gli autori della ricerca, non è però da sopravvalutare negativamente l’effetto collaterale del bacio nella diffusione di virus tra gli esseri umani: infatti, visto che la pratica si è presto diffusa e radicata in molte società del passato, i suoi effetti nella trasmissione di patogeni sono stati più o meno costanti ed è perciò improbabile che possa essere stato un innesco decisivo della diffusione di particolari malattie, anche se pare ormai dimostrato il ruolo decisivo della pratica del bacio nella diffusione del virus HSV-1, responsabile dell’herpes labiale come lo conosciamo oggi.
Una ricerca curata l’anno scorso dall’Università di Cambridge ha suggerito infatti che il ceppo del virus HSV-1 sia sorto circa 5.000 anni fa in seguito alle grandi migrazioni verso l’Europa dalle steppe eurasiatiche. La diffusione dell’herpes simplex nel Neolitico, rilevata nel DNA di quel tempo, potrebbe aver coinciso con l’avvento dei baci erotici. In ogni caso né l’herpes né nessun’altra malattia contagiosa sono riusciti a fermare una delle pratiche che meglio esprime l’afflato erotico/affettivo della società umana.
E allora, adesso che finalmente la minaccia del contagio da Covid 19 sembra più mitigata e lontana, come canta Lorenzo Cherubini alias Jovanotti, baciam(oc)i ancora… E l’amore che detta ogni legge… Tutto il resto è un rumore lontano/ Una stella che esplode ai confini del cielo.
Maria D’Asaro
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