Abbiamo sofferto mesi di siccità, abbiamo temuto il peggio. Ma poi è arrivata la pioggia, tanta pioggia e dopo settimane di temporali, nubifragi e allagamenti, e susseguenti danni con perdite di vite umane, superata ormai la metà di maggio ci chiediamo e temiamo che quest’anno l’estate resti solo una chimera.
Ve lo immaginate un anno senza estate? Un’intera stagione senza sole, senza caldo, con gli ombrelli che prendono il posto degli ombrelloni? Per qualcuno è un’esagerazione, lo speriamo in tanti eppure non sarebbe la prima volta. In passato, correva l’anno 1816, quando gravi anomalie al clima estivo ridussero al minimo le piogge abbassando notevolmente le temperature della stagione distruggendo i raccolti e mettendo in ginocchio l’agricoltura in Europa settentrionale, negli Stati americani del nord-est e nel Canada orientale.
Ma a quel tempo non si parlò di cambiamenti climatici o cose del genere, le cause furono imputate alla grande eruzione del vulcano Tambora, nell’isola di Sumbawa, in Indonesia, avvenuta dal 5 al 15 Aprile 1815, che spinse nell’atmosfera grandi quantità di cenere vulcanica e la temperatura globale si abbassò in quanto la luce del sole faticava ad attraversare gli strati dell’atmosfera.
Non solo, altri due importanti fenomeni si presentarono in quel periodo: il minimo di Dalton, durante il quale secondo gli scienziati il Sole ha emanato meno energia e il proseguimento della cosiddetta piccola era glaciale, ovvero una fase di raffreddamento generale del pianeta che, dal Medioevo, si protrasse fino al 1850. Maggio 2023, tranquilli, non ci sono eruzioni vulcaniche in atto, il sole funziona e continua a fare il suo dovere. Eppure ancora piove su tutta l’Italia, isole comprese. E il termometro ci mostra temperature che ci riportano indietro di qualche mese. Allora, se la colpa non è di un vulcano sperduto in qualche parte del mondo, con chi ce la dobbiamo prendere? Ecco la spiegazione degli esperti. Per capire cosa aspettarci per l’immediato futuro dobbiamo ovviamente analizzare le mappe stagionali che ci danno una visione di insieme di precipitazioni e temperature attese per i prossimi mesi.
“Va fatta una doverosa premessa -affermano i ricercatori dell’ECMWF, il Centro Europeo di Previsioni Meteo a Medio Termine – le condizioni meteo che avvengono in un determinato luogo e in una determinata fase temporale non hanno alcuna influenza sull’andamento del tempo dei mesi successivi. Si parla appunto di tempo atmosferico e meteo per riferirsi al breve termine che solitamente si esaurisce nel corso di una settimana o al massimo 10 giorni. Questo è bene tenerlo a mente anche perché l’andamento meteorologico dei mesi successivi (tanto più in estate) dipende dal comportamento di importanti figure atmosferiche a livello emisferico, come per esempio il famigerato anticiclone africano: il fatto che stia piovendo tanto adesso non significa che per forza lo farà per i prossimi 3 mesi”.
Insomma dobbiamo allargare il nostro sguardo all’intero sistema climatico globale, concentrandoci in particolare su quello che succederà in pieno oceano Pacifico dove la Niña e El Niño, fenomeni su larga scala osservati sulla superficie dell’oceano Pacifico tropicale, centrale e orientale possono influenzare le condizioni meteo-climatiche globali. Ciò porta a una riflessione per nulla banale: il riscaldamento climatico in atto, provocato dalle attività antropiche, gioca ormai un ruolo così importante da annullare gli effetti di questi immensi meccanismi climatici. E la domanda sorge spontanea: cosa accadrà quando gli effetti del global warming (riscaldamento globale) si andranno a sommare con quelli di El Niño?
Per ora le previsioni danno per luglio e agosto temperature oltre le medie climatiche di riferimento su buona parte del bacino del Mediterraneo, Italia compresa.
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