//Lavoro: Germania bene, male Italia e Grecia

Lavoro: Germania bene, male Italia e Grecia

di | 2023-04-16T07:06:21+02:00 16-4-2023 7:03|Top Blogger|0 Commenti

In Europa la disoccupazione è in calo. Secondo gli ultimi dati dell’Ocse nell’Unione europea e nella zona euro attualmente è rispettivamente al 6,1% e al 6,6%. Secondo l’Ocse il dato è “rimasto stabile o è diminuito in oltre il 70% dei Paesi della zona euro”. Non fa eccezione l’Italia dove il tasso di disoccupazione, a dicembre 2022, era fermo al 7,8%. In Germania è sceso al 2,9%, in Francia è salito al 7,1%. In particolare nella zona Ocse la percentuale resta stabile al 4,9%, il livello più basso dal 2001.
Per quanto riguarda le percentuali sull’occupazione, invece, c’è da rilevare che in media nei Paesi della Comunità europea nel 2021 risultava occupato il 68,4% della forza lavoro. Una quota che nell’arco di dieci anni è cresciuta di quasi 6 punti percentuali (nel 2012 si attestava al 62,6%). Va evidenziato che i dati si riferiscono alla percentuale di persone che operano all’interno della forza lavoro (ovvero la popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni, che comprende anche i disoccupati).
E va sottolineato anche che la situazione si mostra assai diversa da nazione a nazione. I Paesi Bassi registrano la quota più elevata (80,1%) in quanto a occupati. Seguono Germania (75,8%), Danimarca e Malta (entrambe con il 75,5%). Gli ultimi tre posti di questa classifica vanno alla Romania (61,9%), all’Italia (58,2%) e alla Grecia (57,2%). A livello regionale la percentuale più alta la troviamo nella regione finlandese dell’Åland, con un tasso di occupazione pari all’84,2%. Il record negativo spetta alla Sicilia che presenta un tasso d’occupazione che è la metà di quello della regione finlandese (41,1%). Agli ultimi posti anche la Campania (41,3%) e la Calabria (42%).
Per restare in Italia notiamo subito (c’è da sempre) una marcata disomogeneità da regione a regione. Le regioni del Mezzogiorno registrano i dati più bassi d’Europa mentre quelle settentrionali mostrano numeri notevolmente più alti, che restano comunque distanti dalle percentuali del nord Europa.

Lunghe file all’ufficio di collocamento

Tra la Sicilia e la provincia autonoma di Bolzano (che detiene in positivo il record italiano) c’è una differenza di quasi 30 punti percentuali. Si tratta però dell’unica regione insieme all’Emilia-Romagna (68,5%) che supera la media europea. Tutte le altre 19 si trovano al di sotto, con 9 regioni, tra cui tutte quelle del Mezzogiorno, che non arrivano al 60%.

Negli ultimi dieci anni in tutti gli Stati dell’Unione europea il tasso di occupazione è gradualmente aumentato ma con numeri diversi da Paese a Paese. A Malta il tasso di occupazione è salito di oltre 15 punti percentuali, passando dal 59,9% nel 2012 al 75,5% nel 2021. Altri incrementi marcati si sono registrati in Ungheria (+14,5%) e Polonia (+12,3%). Dall’altra parte della graduatoria c’è l’Italia che insieme alla Svezia ha riportato l’aumento più contenuto (+2,1%).

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