PALERMO – La prima passione di Omar Hassan è stata la boxe, praticata per dieci anni, poi abbandonata per l’insorgenza del diabete. Omar ha trovato però il modo per continuare ad usare i guantoni, ma con uno scopo diverso, pacifico e creativo: fare ‘a pugni’ con la tela per realizzare le sue opere. Infatti l’ex pugile, nato a Milano nel 1987 da madre italiana e padre egiziano, diplomato nel 2010 all’Accademia di Belle Arti, è ormai un artista versatile, che si esprime in creazioni legate alla street-art (ispirandosi a Jean-Michel Basquiat, pioniere del movimento dei Graffiti), realizza pitture su tela con spray, smalti e colori e dipinge sculture in gesso e resina.
Esponente dell’Action painting – stile di pittura nella quale il colore viene fatto gocciolare spontaneamente, lanciato o macchiato sulle tele, invece che applicato con attenzione – Omar Hassan talvolta compone i colori delle sue tele utilizzando i guantoni da boxe. Ma sottolinea: “Io con un gesto molto forte non rompo, non picchio, ma creo”.
Le sue creazioni assumono varie forme: da macchie grezze di colore a linee di vernice fresca dalle tonalità arcobaleno che gocciolano lungo un’installazione di street art; le opere su tela e quelle in gesso o bronzo evidenziano la sua attenzione alla materialità delle superfici. Omar ha già realizzato alcune opere in Italia e nel Regno Unito: tra esse One Wall, dipinto murale con motivi decorativi a puntinismo, al Palazzo della Regione di Milano, e Color Cub, opera realizzata ridecorando un dissuasore di cemento situato lungo la East London Line, a Londra.
L’artista ha esposto le sue opere in molte città italiane ed estere. Dal 24 marzo la sua mostra ‘Punctum’ è visibile a Palermo, nella prestigiosa cornice arabo-normanna del Palazzo Reale, e vi rimarrà sino al 1° ottobre. In uno dei cartelli che affiancano le sue opere a Palazzo Reale, Omar scrive: “Siamo tutti pugili! Ognuno è il pugile della propria vita e deve imparare il sacrificio, la dedizione e il coraggio di fare sempre un round in più…”.
Tra le statue esposte a Palermo, c’è la Nike pregnant, una toccante rivisitazione della Nike di Samotracia in dolce attesa. Come suggerisce il cartello, in un mondo segnato da violenza e guerre, la statua vuole invitare tutti a essere ‘gravidi’: “in attesa di educazione, di gentilezza, di lealtà”. Intervistato in occasione dell’inaugurazione della mostra, Hassan ha detto che “La dea alata non poteva che essere in attesa di vincere ancora nella continua ricerca del Bello e della Pace”. Oltre alle varie e suggestive statue femminili, nella mostra c’è un’unica statua maschile, un possente corpo incompiuto che Hassan descrive così: “Un corpo coraggioso, immagine di forza, un romantico in cerca di un’anima…”.
In esposizione c’è anche una mappa del capoluogo siciliano assai particolare, perché composta da 8928 tappi di bombolette spray dipinti a mano, a uno a uno: metafora del fatto che “ognuno di noi è fondamentale per creare un insieme sereno e armonico”. E a Palermo – secondo l’artista “città vincente proprio perché madre di scambi culturali” – Omar Hassan sottoscrive una sorta di impegno, che è anche un messaggio di speranza: “Mi impegno a dipingere la luce: una luce da seguire, da fermare, da custodire. Una luce accesa, sempre”.
Maria D’Asaro
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