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‘‘Si fa presto a dire tacchini…”

di | 2023-03-23T14:36:35+01:00 26-3-2023 6:00|Attualità, Sezione 1|1 Comment

PESCOROCCHIANO (Rieti) – E’ primavera. Nelle gabbie i tacchini lanciano il richiamo amoroso e fanno la ruota, ma ‘‘si fa presto a dire tacchini…”, precisa Roberto Ferrari, apicoltore iscritto nel gruppo Api sparse, consigliere per l’Italia centrale di RARE (Razze Autoctone a Rischio di Estinzione), autore del libro ‘‘Regina di Fiori Regina di Cuori”. Questi tacchini sono particolari: c’è il Bronzato dei Colli Euganei, il Fulvo di Benevento, l’Ermellinato di Rovigo, la Gallina Robusta Lionata… Ciò che li accomuna, oltre al fatto di essere particolarmente belli, è che sono razze in via di estinzione. Attraverso accoppiamenti selettivi, nell’azienda agricola Fattoria Val de’ Varri, nell’omonima località nel territorio di Pescorocchiano (in provincia di Rieti) al confine con l’Abruzzo, insieme alla moglie Elisabetta, Roberto ne recupera lo standard di razza: chi vuole cimentarsi in questa impresa, può fare riferimento a lui e all’associazione RARE per informazioni, istruzioni, indicazioni (333-3511243).

Il tacchino Fulvo di Benevento

RARE è la prima Associazione in Italia che si occupa di tutela, recupero e valorizzazione delle razze-popolazioni autoctone di interesse zootecnico in pericolo di estinzione. Nata nel 2002 senza scopo di lucro, ha carattere culturale, ambientalista e scientifico. Promuove attività educative a tutti i livelli, acquisisce e divulga informazioni sulle razze e sul loro ruolo socio-economico, si impegna nella creazione di una rete di allevatori custodi, singoli o riuniti in Associazioni, per lo scambio di informazioni sulle razze autoctone italiane e sui sistemi di allevamento tradizionali.

Un esemplare di pony di Esperia

Nel sito dell’associazione le schede per ogni tipologia di razza autoctona: Caprini, Ovini, Suini, Equini e Bovini, poster informativi sulle razze monitorate, le linee guida, il piano nazionale sulle biodiversità agrarie. Sull’arco alpino e nelle regioni settentrionali sono da conservare le capre ‘Alpina’, Bionda dell’Adamello, Ciavenàsca, Lariana, Valdostana e Vallesana; le pecore Alpagota, Brentegana, Brogne, Carzolina, Lamòn, Padovana, Savoiarda e Varesina; il bovino Tortonese, la razza suina Mora Romagnola, il cavallo Norico; sull’Appennino e nelle isole la salvaguardia del bovino Agerolese; la capra Napoletana, Garganica e Cilentana; la pecora Laticauda e Matesina; i cavalli Napoletano e Salernitano, il pony di Esperia, il suino Casertano.

Nel sito anche l’atlante delle razze avicunicole autoctone, comprese quelle non più segnalate da tempo: polli, tacchini, faraone, anatre, oche, colombi, quaglie, conigli. Dopo un’introduzione per specie, che ne chiarisce le origini e l’evoluzione, sono presenti schede sintetiche singole e riccamente illustrate che descrivono origine, aree di diffusione, caratteristiche morfologiche e produttive attribuibili ad ogni singola razza. L’impegno dell’associazione è diventare in Italia il punto di riferimento di quanti credono nella necessità di salvaguardare la biodiversità animale.

La pecora Alpagota

Come apicoltore, sua attività principale, Roberto Ferrari è impegnato anche nella tutela e promozione dell’Apis mellifera ligustica e ha recentemente ottenuto di vincolare la valle a ‘Valle della Ligustica’, con un accordo tra il comune di Pescorocchiano e il comune di Sante Marie in Abruzzo. L’accordo tra i due municipi era necessario in quanto la Regione Abruzzo, a differenza della Regione Lazio, non ha ancora un protocollo a tutela di questa ape autoctona e il territorio di Val de’ Varri rientra nei due comuni confinanti. Nella sua azienda tiene corsi di apicoltura, è tappa del Cammino dei Briganti e la sosta è anche un’esperienza di ‘apiturismo’. Hanno 50 arnie e possono tenere un laboratorio temporaneo per la lavorazione del miele millefiori e del polline.

Tacchino dei Colli Euganei

Insieme a un gruppo di amici ‘‘Compagni di Viaggio’’ (un’idea di comunità per la tutela ambientale e lo sviluppo dell’apicoltura), Ferrari aiuta chi vuole iniziare questa attività, ma non ha un terreno, attraverso aziende agricole e zootecniche che mettono a disposizione un angolo del terreno per posizionale le prime arnie. Roberto ha presentato in questi giorni il Registro Anagrafico dell’Ape Ligustica a Giovanni Formato dell’Istituto Zooprofilattico di Ciampino, proponendo di installare un apiario di riproduzione a Roma, nella Tenuta Presidenziale di Castel Porziano, l’idea è piaciuta e si attendono sviluppi futuri. L’Apis mellifera ligustica (o ape italiana) è una delle razze più desiderate dagli apicoltori: operosa, docile, versatile, resistente e forte con ritmi di produzione che vanno oltre la media, conserva qualità eccezionali, le colonie tendono a generare sciami più forti e numerosi, è una discendente dell’ape da miele (Ape mellifera), è riuscita a sopravvivere a forti cambiamenti climatici e addirittura all’era glaciale. Proprio per le sue numerose qualità, la ligustica è la varietà più apprezzata dagli apicoltori di tutto il pianeta.

Tacchino Ermellinato di Rrovigo

Queste caratteristiche le rendono perfette per gli allevamenti, ma bisogna tutelare le ibridazioni con altre specie. Impegnata nella tutela e diffusione della Ligustica anche l’Associazione Apicoltori Alto Lazio che recentemente ha lanciato l’allarme orsi: al risveglio dal letargo prediligono il miele e distruggono le arnie al Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, anche se protette da recinzioni elettrificate. L’Associazione ha scritto a tutti gli enti coinvolti chiedendo interventi urgenti e strutturali, vista l’assenza di qualsiasi tipo di supporto, prevenzione dei danni e di rimborsi, a valle di una analisi dello stato di fatto, formulando diverse richieste, fra cui la modifica delle istruzioni operative regionali che includano nelle fattispecie aziendali risarcibili, le aziende non dotate di DURC e sprovviste di fascicolo aziendale, nuove fonti di finanziamento delle recinzioni elettrificate in modo che possano accedervi apicoltori per autoconsumo anche tramite le Associazioni degli apicoltori. www.apicoltorialtolazio.it.

Senza le nostre amiche api, non ci sarebbero più impollinazioni e poi non ci sarebbe più neanche l’uomo.

Francesca Sammarco

Nell’immagine di copertina, l’apicultore Roberto Ferrari con la moglie Elisabetta

One Comment

  1. Marisa 26 marzo 2023 at 14:13 - Reply

    Progetto particolarmente interessante, questo di Roberto
    ( sostenuto da Elisabetta) ,espressione di professionalità e passione ,maturati con determinazione nel tempo e affinato sempre piu. SEMPER AD MAIORA

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