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Mostra a Fermo in omaggio agli “artisti della realtà”

di | 2023-02-24T20:00:33+01:00 26-2-2023 6:25|Arte, Sezione 6|0 Commenti

FERMO –  Da pochi giorni è giunto nel Palazzo dei Priori di Fermo, per l’allestimento nella mostra “I pittori della realtà”, il grandioso “Ritratto della Regina Elisabetta II”, opera del pittore Pietro Annigoni, realizzata nel 1954-55 (qui nella copia ufficiale fatta dall’allievo Romano Stefanelli nel 1960, da lui firmata e siglata dal Maestro). Va premesso che la suddetta mostra, curata da Vittorio Sgarbi con Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari, promossa dalla Regione Marche e dal Comune di Fermo in collaborazione col Mart di Rovereto, resterà aperta fino al 1° maggio 2023: essa intende render giustizia al gruppo di pittori e artisti italiani, che dal 1947 al 1949, intesero contrapporsi al furore degli astrattisti e delle avanguardie d’inizio secolo, in nome non di un’altra schiera artistica, ma delle spinte eterne della pittura e scultura verso la riproduzione della realtà visibile, esigenza perenne nell’arte del mondo intero, in ogni tempo.

Ritratto di Milena di Giovanni Acci

La mostra presenta in tutto ben 80 opere di Gregorio Sciltian, Pietro Annigoni e dei fratelli Bueno, primi firmatari nel ’47 dei “Pittori moderni della realtà”: ad essi si aggiunsero poi Alfredo Serri, Giovanni Acci, Carlo Guarnieri; inoltre, sono esposte anche due opere di Giorgio De Chirico che col gruppo simpatizzò, infine sono presentati capolavori antichi del Sei e Settecento tenuti a modello – Caravaggio, Saraceni, Magnasco, Gentileschi, Recco – già appartenenti alla Pinacoteca.

La carrozza (Passeggiata alle cascine) di Antonio e Xavier Bueno

Ma va tenuto presente che il gruppo dei pittori della realtà fu allora fortemente attaccato dalla critica, accusato di passatismo, di gusto oleografico, per cui – a causa comunque delle diverse visioni della realtà, diverse ideologie, e delle diverse età – dopo pochi anni tale gruppo si disperse. Il “Ritratto della Regina Elisabetta II” – il cui originale si trova nella Fishmongers Hall sede della committenza – fu assegnato a Pietro Annigoni per la fama di artista acquisita anche in Inghilterra, dalla Worshipful Company of Fishmongers di Londra, col permesso della Corona, perché i ritratti regali non venivano mai richiesti direttamente da essa, ma da Istituzioni accreditate. Infatti la ventiseienne Elisabetta, figlia maggiore di Re Giorgio VI, morto nel 1952, è abbigliata con la tenuta blu dell’Ordine della Giarrettiera, ordine cavalleresco fra i più antichi in Inghilterra: il dipinto presentato oggi a Fermo è una delle tre copie ufficiali realizzate per la Regina, firmata da Romano Stefanelli (allievo di Annigoni) nel 1960, comprensiva della sigla del Maestro.

Il quale eseguì il ritratto direttamente a Buckinghan Palace nel 1954, partendo da un brogliaccio che mantenne i suoi caratteri anche nell’opera finita. Ne nacque un ritratto luminoso, visto di tre quarti e con prospettiva a volo d’uccello verso un paesaggio appena accennato, ma che in fondo a destra consente di riconoscere il Castello di Windson: la giovane Regina non ostenta attributi di regalità, mostra la sua raggiante bellezza rattenuta dal segno, palese e innegabile, della sua capacità decisionistica.

Tutto intorno è rosato: Annigoni, nella sua grandezza (ricordiamone almeno il potente affresco nell’abside del Monastero di Montecassino), ha saputo distribuire nello spazio del quadro – come i petali dalle dita rosate dell’Aurora di Guido Reni – il delicato colore promanato dalla luminosità del volto di Elisabetta. Il ritratto ebbe un indicibile successo sulla carta stampata mondiale, e ovunque nella burocrazia, negli atti pubblici, nel commercio, nel privato.

Paola Pariset

Nell’immagine di copertina, il ritratto della Regina Elisabetta II eseguito da Pietro Annigoni

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