FERMO – Da pochi giorni è giunto nel Palazzo dei Priori di Fermo, per l’allestimento nella mostra “I pittori della realtà”, il grandioso “Ritratto della Regina Elisabetta II”, opera del pittore Pietro Annigoni, realizzata nel 1954-55 (qui nella copia ufficiale fatta dall’allievo Romano Stefanelli nel 1960, da lui firmata e siglata dal Maestro). Va premesso che la suddetta mostra, curata da Vittorio Sgarbi con Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari, promossa dalla Regione Marche e dal Comune di Fermo in collaborazione col Mart di Rovereto, resterà aperta fino al 1° maggio 2023: essa intende render giustizia al gruppo di pittori e artisti italiani, che dal 1947 al 1949, intesero contrapporsi al furore degli astrattisti e delle avanguardie d’inizio secolo, in nome non di un’altra schiera artistica, ma delle spinte eterne della pittura e scultura verso la riproduzione della realtà visibile, esigenza perenne nell’arte del mondo intero, in ogni tempo.
La mostra presenta in tutto ben 80 opere di Gregorio Sciltian, Pietro Annigoni e dei fratelli Bueno, primi firmatari nel ’47 dei “Pittori moderni della realtà”: ad essi si aggiunsero poi Alfredo Serri, Giovanni Acci, Carlo Guarnieri; inoltre, sono esposte anche due opere di Giorgio De Chirico che col gruppo simpatizzò, infine sono presentati capolavori antichi del Sei e Settecento tenuti a modello – Caravaggio, Saraceni, Magnasco, Gentileschi, Recco – già appartenenti alla Pinacoteca.
Ma va tenuto presente che il gruppo dei pittori della realtà fu allora fortemente attaccato dalla critica, accusato di passatismo, di gusto oleografico, per cui – a causa comunque delle diverse visioni della realtà, diverse ideologie, e delle diverse età – dopo pochi anni tale gruppo si disperse. Il “Ritratto della Regina Elisabetta II” – il cui originale si trova nella Fishmongers Hall sede della committenza – fu assegnato a Pietro Annigoni per la fama di artista acquisita anche in Inghilterra, dalla Worshipful Company of Fishmongers di Londra, col permesso della Corona, perché i ritratti regali non venivano mai richiesti direttamente da essa, ma da Istituzioni accreditate. Infatti la ventiseienne Elisabetta, figlia maggiore di Re Giorgio VI, morto nel 1952, è abbigliata con la tenuta blu dell’Ordine della Giarrettiera, ordine cavalleresco fra i più antichi in Inghilterra: il dipinto presentato oggi a Fermo è una delle tre copie ufficiali realizzate per la Regina, firmata da Romano Stefanelli (allievo di Annigoni) nel 1960, comprensiva della sigla del Maestro.
Il quale eseguì il ritratto direttamente a Buckinghan Palace nel 1954, partendo da un brogliaccio che mantenne i suoi caratteri anche nell’opera finita. Ne nacque un ritratto luminoso, visto di tre quarti e con prospettiva a volo d’uccello verso un paesaggio appena accennato, ma che in fondo a destra consente di riconoscere il Castello di Windson: la giovane Regina non ostenta attributi di regalità, mostra la sua raggiante bellezza rattenuta dal segno, palese e innegabile, della sua capacità decisionistica.
Tutto intorno è rosato: Annigoni, nella sua grandezza (ricordiamone almeno il potente affresco nell’abside del Monastero di Montecassino), ha saputo distribuire nello spazio del quadro – come i petali dalle dita rosate dell’Aurora di Guido Reni – il delicato colore promanato dalla luminosità del volto di Elisabetta. Il ritratto ebbe un indicibile successo sulla carta stampata mondiale, e ovunque nella burocrazia, negli atti pubblici, nel commercio, nel privato.
Paola Pariset
Nell’immagine di copertina, il ritratto della Regina Elisabetta II eseguito da Pietro Annigoni
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