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A.A.A. cercansi figli disperatamente…

di | 2023-02-16T18:49:37+01:00 19-2-2023 6:05|Attualità, Sezione 2|0 Commenti

PERUGIA – “I figli sono una benedizione”, parole dei nostri vecchi. Di acqua ne è passata sotto i ponti. Nella società moderna, nel corso dei decenni, hanno fatto irruzione nuove sensibilità, idee, istanze, visioni della vita, frutto di molte, complesse e diverse ragioni. Da cui prole col… contagocce. Così che in Italia (e non solo), da tempo ormai, si fanno meno pargoli e le grandi famiglie patriarcali (in numero rilevante almeno nella prima metà del Novecento) restano solo un sogno o una curiosità. Comunque rappresentano una rarità. Il cammino umano, tuttavia, sta ritornando sui propri passi. Tanto che l’Umbria e la Regione Autonoma del Trentino si sono appena trovate in accordo per sottoscrivere un protocollo che “permette di accelerare un processo culturale di sensibilizzazione e di ri-orientamento delle attività delle istituzioni ai bisogni ed al benessere delle famiglie, consentendo di sperimentare nuove politiche, nuovi modelli organizzativi e di welfare (nda: nella comunicazione istituzionale gli anglicismi non mancano mai…)”.

Dietro le parole dell’assessore regionale Luca Coletto si cela una preoccupazione seria, stringente, cogente e non solo sua: il calo inarrestabile della popolazione di una regione, bella e di richiamo quanto si vuole, ma con meno abitanti e sempre più di età avanzata.
Le statistiche annunciano una decrescita, da qui al 2030, di trentamila unità: dagli 865 mila abitanti del 2021 agli 835 del 2030. Come se sparissero, in dieci anni, improvvisamente inghiottiti dalla terra, gli abitanti di due comuni medio-piccoli della comunità regionale.
Insomma non avere figli o farne nascere pochi si trasforma anche in un problema di sopravvivenza di una intera popolazione e pure in una questione di natura economica. Da cui gli interventi a favore delle famiglie numerose (4 figli o più).

La questione della denatalità non riguarda solamente tutto l’Occidente e l’Italia, in particolare, ma anche i paesi più popolati al mondo.
La Cina sta attraversando un inverno demografico che preoccupa moltissimo i vertici del partito unico e della nazione, anche perché l’India la sta sorpassando, scippandole il titolo di paese col maggior numero di persone del globo: entro quest’anno – lo assicurano fior di esperti di demografia e di statistica – gli indiani supereranno, il miliardo e 413 milioni e toglieranno l’ambito primato al paese detto una volta del “Celeste impero”.

E così l’antico Catai di Marco Polo, che da un quarantennio ad oggi ha perseguito la politica del figlio unico, adesso s’affretta a lanciare il contrordine: i figli si rivelano necessari, indispensabili sempre di più, per aumentare la forza lavoro (cioè i cittadini tra i 15 ed i 64 anni) e per abbassare l’età media (che ora si aggira sui 39 anni, mentre la “rivale” India si è assestata sui 27 anni).

Se il problema viene avvertito ed affrontato dagli Stati col numero più consistente di cittadini, bisognerà che anche i nostri governanti si sveglino e prendano di petto la vicenda per trovare la soluzione giusta alla pur complessa problematica. Altrimenti l’Italia e gli italiani, già “negletti”, spariranno completamente dalla faccia della Terra nel volgere di pochi secoli. La media di natalità, al momento, risulta pari ad 1,2 figli ogni donna. Il ricambio generazionale, andando avanti di questo passo, presenterà un saldo sempre più negativo: per garantirlo, invece, servirebbe quanto meno una media di 2,1 figli per ogni donna in età fertile. In Italia vivono ben 7 milioni di persone non sposate e non unite ed altri 4 milioni di coppie che di figli non intendono saperne. Ed anche questo aspetto pesa sull’andamento delle natalità. Le famiglie numerose – quelle in controtendenza – assommano a 729mila.

In Umbria, una tra le regioni con il minor numero di abitanti dell’intera Penisola, già quindici comuni hanno aderito al “Network (accidenti agli inglesismi: non si poteva utilizzare il lemma nostrano di “rete”?) nazionale dei Comuni amici della famiglia” e cioè Todi, Perugia, Città di Castello, Foligno, Castel Ritaldi, Marsciano, Umbertide, Torgiano, Spoleto, Bastia Umbra, Deruta, Collazzone, Acquasparta, Terni, Orvieto, con tre comunità (Perugia, Foligno, Todi) che si fanno vanto della certificazione “Family in Italia”.

Ma per invertire la rotta – ammesso che ci si riesca – saranno necessari la volontà di tornare a far figli e, in aggiunta, decenni, se non secoli. Qualche strada si dovrà pure tentarla ed in fretta altrimenti si rischia la fine, prima o poi, dell’umanità intera. Davvero vogliamo rivelarci cinici come Madame Pampadour ed il Re Sole ed il loro: “Après nous le déluge”?

 Elio Clero Bertoldi

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