//Arriva il gelo dalla Russia, colpa di NìKola

Arriva il gelo dalla Russia, colpa di NìKola

di | 2023-02-05T07:01:56+01:00 5-2-2023 6:58|Top Blogger|0 Commenti

Trova conferma quella che fino a oggi era una previsione. Una conferma che giunge dai più importanti Centri di calcolo meteorologico: nei prossimi giorni dalla Russia arriverà su tutta Europa NìKola, un fronte di gelo che si spingerà fino al cuore del Vecchio Continente e che non risparmierà l’Italia con forte abbassamento delle temperature e nevicate anche a bassa quota. Gli esperti non hanno dubbi e hanno già annunciato il giorno preciso dell’arrivo di questa nuova ondata di freddo: martedì 7 febbraio.
I ricercatori guardano all’intero scacchiere europeo dove si muovono le grandi masse atmosferiche. Ed è verso la fine della prima decade del mese che potrebbe presentarsi una particolare configurazione sinottica in grado di destabilizzare, e non poco, il quadro climatico.

In arrivo il grande freddo

Secondo le ultime proiezioni, infatti, l’Anticiclone delle Azzorre si spingerà fino a latitudini molto elevate, arrivando addirittura a toccare la Scandinavia. Questo movimento anomalo della bolla anticiclonica spingerà la massa d’aria gelida, NìKola, che dalla Russia scenderà come un fiume d’aria verso il bacino del Mediterraneo. Quindi il quadro atmosferico generale volgerà così verso una situazione più fredda, anzi, gelida. Dal 7 febbraio si faranno sempre più presenti i freddi venti nord-orientali che interesseranno buona parte dell’Italia provocando un repentino crollo delle temperature. Analizzando il flusso gelido in arrivo – e stiamo parlando di circa -10°C alla quota isobarica di 850 hPa (circa 1500 metri di quota) – si tratterebbe dell’ondata di freddo più intensa degli ultimi anni.
Se ciò dovesse essere confermato c’è poco da stare allegri. Ci troveremo di fronte un clima decisamente gelido con la possibilità pure di nevicate fino a bassissima quota. Ma ovviamente, sottolineano gli esperti, per i dettagli dovremo aspettare ancora qualche giorno vista la distanza temporale elevata e soprattutto per capire meglio dove potrebbero eventualmente posizionarsi i minimi depressionari provocati dall’ingresso dell’aria fredda e dunque le zone maggiormente a rischio precipitazioni.

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