ATENE (Grecia) – La letteratura non è morta, è solo sepolta. Prima di analizzare questa affermazione, bisogna parlare di un fatto avvenuto in questi ultimi giorni, nei pressi del tempio di Zeus a Olimpia, in Grecia. È proprio in questo antico luogo, dove un tempo si tennero le primissime Olimpiadi, che una équipe di archeologi ha rinvenuto una tavoletta di argilla del III secolo dopo Cristo riportante – se la data dovesse essere confermata – la più antica testimonianza dell’Odissea.
Si parladi un passaggio tratto dal XIV libro del celebre poema omerico, che vede Ulisse intrattenere un dialogo con il più fedele dei suoi servi, Eumeo, che scelse di continuare a seguire il suo padrone nonostante fosse egli stesso di stirpe reale. Una scoperta talmente importante che il Ministero della Cultura di Atene non ha esitato a condividerla via twitter, e anche un piccolo paradosso poiché vede la scrittura digitale servire la sua illustre “antenata”, dandole tutto il lustro che si merita.
È proprio grazie alla scrittura, quella vera, quella “a mano”, che noi tutti siamo a conoscenza di quel che erano i tempi che furono e che hanno contribuito a edificare la società in cui oggi viviamo. Proprio per questo la scoperta fatta in Grecia non può e non deve passare inosservata. Bisogna almeno provare a comprendere il significato che porta con sé: l’importanza della scrittura e di tutte quelle testimonianze che aiutano a ricostruire il difficile percorso che fin qui ci ha condotto.
Nonostante il mondo sia ormai passato al digitale, i classici e i grandi poemi che li precedettero sono ancora delle letture che nessuno può ignorare. Permettono di comprendere la nostra storia e di provare a sviscerare l’intricata natura umana, riportando a galla valori che oggi sembrano essere andati perduti tra le onde del mare e tra i colori della pelle. Si sente quasi la mancanza della saggia Antica Grecia, patria della democrazia, della filosofia e della ragione che doveva prevalere sull’istinto.
Ora, però, prima che gli studenti di greco si preoccupino troppo per l’arrivo di una nuova emblematica versione, bisogna attendere ulteriori ricerche, utili per verificare la genuinità del reperto.
Diego Galli
Nella foto di copertina, l’iscrizione rinvenuta ad Olimpia
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