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Le magiche Cinque Vie tra esoterismo e storia

di | 2023-01-13T10:33:58+01:00 15-1-2023 6:05|Attualità, Sezione 2|0 Commenti

MILANO – Il cuore del capoluogo meneghino, seppure immerso nella nebbia, in questo periodo, riserva una sorpresa: ha la curiosa forma di una stella. I più curiosi potranno percorrere le cinque stradine che si intersecano perfettamente, a pochi passi dalla Basilica di Sant’Ambrogio, dal Duomo, da piazza Cordusio e il Castello Sforzesco. Le Cinque Vie sono: Via del Bollo, Via Santa Marta, Via Santa Maria Podone, Via Santa Maria Fulcorina e Via Bocchetto. In quest’area fu costruito il foro romano, poco più a sud del preesistente villaggio celtico, Medhelan; mentre, oggi sorge la Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana, zona ricca di monumenti, resti imperiali, palazzi, musei e chiese.

Tra le tante la chiesa di San Sepolcro, fondata già nel 1030 e rimaneggiata pesantemente nel corso degli anni, che nella cripta conserva resti di pavimentazioni romane anche se molte tracce sono andate perdute e la chiesa tra le più antiche di Milano, in Via Santa Maria Podone, risalente al IX secolo e fondata su un terreno donato dallo stesso Vuerolfo Podone o “Pedone”, così si dice per le dimensioni dei suoi piedi. L’incrocio delle “Cinque Vie”, una volta era circondato da abbondanti e colorate boutique oltre che dagli egregi palazzi appartenuti alla famiglia Borromeo, appartenuti a Carlo e Federico. Le loro proprietà sono andate prevalentemente danneggiate durante la Seconda guerra mondiale, è sopravvissuta solo una piccola parte grazie all’intervento nell’immediato dopoguerra di Ferdinando Reggiori.

Lo scorcio che si apre al centro delle cinque vie non sembra regalare alcunché di significativo, ma ci si sono alcuni elementi caratteristici e a tratti inquietanti. Si trova il brandello di quello che pare essere un abito. Da 80 anni lo si può vedere sventolare attraverso un’apertura dell’edificio abbandonato e disastrato dai bombardamenti delle seconda guerra mondiale, in Via del Bollo. Proprio in quest’angolo vi è la testimonianza di qualcosa che trascende l’immagine di un centro storico pieno di sampietrini, aiuole e ringhiere decorate, perché parla di un bombardamento, di una guerra e di quel dimenticato sansepolcrismo, embrione dei Fasci italiani di combattimento, che nacquero, a due passi da via del Bollo, in Piazza San Sepolcro durante l’adunata del 23 marzo 1919.

In questa via anticamente sorgevano gli uffici postali, come il Palazzo della Posta Centrale; negli anni Trenta il Banco di Roma aprì in zona una filiale, e oggi, nei dintorni, troviamo la Borsa di Piazza Affari, simboleggiata dal cosiddetto “dito medio” di Cattelan. La forma a stella ha sempre evocato un significato esoterico che si è trasmesso nei secoli. Questo quartiere infatti veniva in passato considerato il centro della “Milano nera”, il luogo dell’occulto e dello spiritismo della città. Altra caratteristica dal punto di vista urbano, è il dedalo di vie “strette” e irregolari tra cui spicca per dimensione via Bagnera (storicamente la Stretta Bagnera), uno stretto vicolo che divenne celebre nell’800 meneghino per un fatto di cronaca nera che vedeva protagonista tal Antonio Boggia, muratore rimasto negli annali come il Mostro della Stretta Bagnera, che, forse per deformazione professionale, murò quattro cadaveri di persone, dopo averle uccise, proprio in un magazzino di quella strada.

Infine, esiste una targa affissa al muro di fianco a un balconcino arrugginito che domina il crocicchio e che riporta il toponimo “Cinque Vie”. Nonostante sia assorbito dal nucleo del centro storico, il quartiere delle Cinque Vie ha guadagnato una sua autonomia, grazie anche all’omonima associazione no-profit che ne ha favorito il rilancio, essendo un vero e proprio concentrato di gallerie, negozi di artigianato e antiquariato, atelier e studi d’artista, ma anche di negozi dedicati all’abbigliamento e al design più contemporaneo, tutti caratterizzati da una profonda vocazione alla ricerca. Quest’area della città, decisamente radical-chic, è ideale per passeggiare in tranquillità, lasciandosi alle spalle la frenesia del traffico milanese e guardare la città con il naso all’insù.

Claudia Gaetani

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