NAPOLI –  A Capodanno, tra usanze e riti che vengono messi in atto per attirare la buona sorte, il popolo napoletano vanta un ricco ventaglio di talismani e, a primeggiare su tutti, è il famoso “curniciello”, simbolo di fertilità, forza e protezione. Il Corno, rigorosamente di corallo rosso, è ritenuto scacciatore del “malocchio” e il suo potere scaramantico risale addirittura al Neolitico, quando i cacciatori erano soliti esporre fuori alla propria caverna, le corna degli animali, simbolo di potenza e prosperità e, nello stesso tempo, per allontanare la malasorte.

Anche il popolo vichingo, per sottolineare la forza e il coraggio, amava ornare il proprio copricapo con un bel paio di corna, fino ad arrivare, nei secoli successivi, ai Romani, come testimoniano i ritrovamenti di oggetti simili negli scavi di Pompei ed Ercolano. Ma ci sono delle regole ben precise per far sì che il prezioso talismano assolva in pieno la sua funzione: deve essere di corallo rosso, avere la punta storta e appuntita e deve essere assolutamente regalato. Bisogna, poi, chiedere alla persona che lo riceve in dono di aprire la mano sinistra che verrà punta dal donatore con l’estremità del corno.

A quel punto l’oggetto è attivato per portare fortuna… E che succede se si rompe? Niente paura, vuol dire che si è messa in atto la sua protezione ed è pronto ad attirare su di sé l’infausta sorte, proteggendo il proprietario. Mai aggiustare un corno rotto, finirebbe col perdere il suo potere. Non tutti vedono di buon occhio l’uso propiziatorio del “curniciello”, ritenendolo solo frutto di ignoranza ma, come ebbe modo di dire il grande Eduardo: “Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”.

Amalia Ammirati