ROMA – Sempre di più e sempre di più destinati ad aumentare. Sono i senza fissa dimora che, nel 2022, stando ad alcuni preoccupanti dati hanno fatto registrare il più alto tasso di decessi. Una realtà sconvolgente, che fa paura, legata molto probabilmente all’aumento della povertà, delle gravi difficoltà economiche e delle situazioni di disperazione.
Abbandonati a loro stessi, ai margini della società: muoiono per il freddo invernale (39%), ma anche vivendo in strada per incidenti (oltre il 44,%), per episodi di violenza (12%) e suicidio (5%). Un vero e proprio bollettino di guerra angosciante, nonostante Caritas, Comunità di Sant’Egidio e tante altre associazioni facciano l’impossibile attraverso molteplici iniziative per tamponare questa emergenza. Ognuno di loro racconta una storia di emarginazione, un vissuto di degrado e di isolamento. Una strage silenziosa della quale si parla solo quando ci scappa il morto, senza una logica programmazione che potrebbe arginare questo scempio.
La vera emergenza invece è quando di queste persone ci si dimentica, nel momento del “clima tiepido”, momento in cui invece sarebbe importante nei territori strutturare azioni e servizi L’emergenza nell’emergenza è, dunque, il fatto che ci si occupa di queste situazioni solo quando qualcuno muore. Dall’inizio del 2022 si registra in media quasi un decesso al giorno, attualmente 224, con cause diverse, ma con il luogo in comune: la strada. Un trafiletto in cronaca e nulla più. Ma questa non è solo emergenza casa, bensì una drammatica emergenza strada.
Laura Ciulli
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