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Martiri di Compiègne nell’opera di Poulenc

di | 2022-11-27T10:11:49+01:00 27-11-2022 6:35|Sezione 8, Spettacolo|0 Commenti

ROMA – La stagione artistica del Teatro dell’Opera di Roma si apre oggi (domenica 27 novembre) alle 19 con “Dialoghes des Carmélites” di Francis Poulenc, in coproduzione con la Fenice di Venezia, nella regìa di Emma Dante e con la direzione musicale di Michele Mariotti, venendo trasmessa in diretta su RAI 5 e su Radio 3. Non si tratta dei capolavori mozartiani o verdiani, ma di un’opera del Novecento, ispirata ad un terribile episodio storico, accaduto a Compiègne durante la Rivoluzione Francese, oggetto di un lavoro teatrale dello scrittore George Bernanos (1949), a sua volta basato sulla novella di Gertrud von Le Fort “Die Letzte am Schafott” (L’ultima al patibolo) del 1931.

Il soprano Corinne Winters interpreta Blanche

Il successo dello scritto diede origine ad un film di Raymond Leopold Bruckberger, che utilizzò i dialoghi di Bernanos: infine l’editore Ricordi commissionò al compositore Francis Poulenc un’opera lirica sul tema per il Teatro alla Scala. Questi – interessatissimo – accettò e ultimò il lavoro nel 1956, andato poi in scena nel gennaio 1957 in lingua italiana a Milano, e pochi mesi dopo, all’Opéra di Parigi in francese. L’evento, accaduto nel luglio 1794 durante il Terrore, riguardò 16 suore Carmelitane di Compiègne, che non vollero rinunciare ai loro voti e vennero ghigliottinate, divenendo “le martiri di Compiègne”.

Anna Caterina Antonacci è la Priora morente

I Dialoghi di Bernanos – utilizzati nel film – hanno carattere denso e profondo, indipendentemente dai temperamenti e dalla vita delle protagoniste, siano state esse giovani o vecchie: ed il racconto parte dal nocciolo della paura di Blanche de la Force, l’ultima novizia giunta al Carmelo, che non riesce a nascondere né alla Priora né alle consorelle la sua angoscia, ma che accorrerà anch’essa, pur da ultima, al patibolo. Conosciamo già opere di Poulenc mosse da tensioni molto forti ed autentiche, specie quelle a tema sacro, successive alla di lui conversione al Cristianesimo: ma questa creazione musicale così potente, così penetrante nell’animo umano, che manca dal Costanzi dal 1991, ha naturalmente bisogno anche della versione scenica, visiva.

La regista Emma Dante

Tante sono le frasi di Bernanos che si scolpiscono in noi: quella pragmatica della seconda Priora Marie-Thérèse, che rassicura le sue suore durante la Rivoluzione: “Quando mancano i preti, i martiri sovrabbondano e l’equilibrio della Grazia si trova così ristabilito”: e quella sulla paura che attanaglia suor Blanche de la Force: “I martiri avevano l’aiuto di Gesù, ma Gesù non aveva l’aiuto di alcuno… però anche la paura è figlia di Dio… essa si trova al capezzale di chi è in agonia, e intercede per l’uomo”. Ci vien da pensare ai versi del Manzoni sulla morte in solitudine di Napoleone a S.Elena: “…quel Dio che atterra e suscita / che affanna e che consola, sulla deserta còltrice / accanto a Lui posò”.

Il direttore musicale Michele Mariotti

Eppure, in questa rara opera di Poulenc, il finale letterario che fa intonare il Salve Regina alle 16 suore che si avviano al patibolo, non ha tanta forza quanto quello musicale, che oppone ogni terribile colpo della ghigliottina, al venir meno del canto di ognuna delle voci, sino al finire del rumore, e delle voci umane. Nell’odierna versione “Dialoghi delle Carmelitane”, le scene sono di Carmine Maringola, i costumi di Vanessa Sannino, le coreografie di Sandro Campagna: suor Bianca dell’Agonia di Gesù è il rodatissimo soprano americano Corinne Winters apprezzata Butterfly nella scorsa estate a Caracalla; Anna Caterina Antonacci interpreta la Priora morente, Emöke Barat Volkove è soeur Constance, poi Jean-François Lapointe impersona il Marquis de la Force padre di Blanche, ma gli interpreti vocali sono molti. Le repliche dell’opera avranno luogo martedì 29 alle 20, venerdì 2 dicembre alle 18, domenica 4 dicembre alle 16,30 e martedì 6 alle 20.

Paola Pariset

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