PALERMO – Quando si esibì a Palermo vicino al “palchetto della musica” Giusi Romeo aveva solo tredici anni. Da allora quella ragazzina con una voce straordinaria, con il nome d’arte di Giuni Russo, ne avrebbe fatta di strada nell’universo musicale…
A 18 anni dalla sua scomparsa (la cantante, morta per un tumore nel 2004, era nata nel capoluogo siciliano nel 1951, a Borgo Vecchio, cuore pulsante della città) Palermo le tributa un omaggio: il 5 ottobre scorso, le è stato intitolato proprio quel “palchetto della musica” di piazza Castelnuovo, di fronte al teatro Politeama Garibaldi. Il Comune e la Regione hanno così accolto la richiesta portata avanti dal 2020 dal sito di informazione cittadina Palermo Today, con la giornalista Sandra Figliuolo. Alla cerimonia della scopertura della targa era presente anche il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, che ha dichiarato: “Giuni Russo è stata un’artista innovativa, oltre a rappresentare una voce calda e identitaria della nostra città e della nostra regione”.
La cantante già a 16 anni aveva vinto il festival di Castrocaro, interpretando A chi, la canzone lanciata nello stesso anno da Fausto Leali. Ma il grande successo di pubblico arrivò dopo l’inizio del suo sodalizio artistico con Franco Battiato: collaborazione feconda che durò sino alla morte della cantante. Nel 1982 Battiato scrisse per lei Un’estate al mare, che raggiunse i vertici delle classifiche italiane, stazionandovi per oltre otto mesi. Il brano venne anche presentato al Festivalbar e ottenne il Disco d’oro per le vendite. Una delle peculiarità di questo celeberrimo brano è, alla fine dell’esecuzione, l’imitazione della cantante dei versi dei gabbiani con l’emissione di note particolarmente acute, che esprimono la sua eccezionale estensione vocale.
Ma a Giuni stava stretta l’etichetta di cantante “balneare”: artista sperimentale e d’avanguardia, oltre che in italiano e in dialetto siciliano e napoletano, ha interpretato brani musicali in spagnolo, portoghese, inglese, ebraico, giapponese, iracheno, greco e latino. Compositrice e cantante, con un talento assai notevole è stata capace di spaziare tra il pop, il jazz, la musica sacra ed elettronica.
In un’intervista, Franco Battiato ha detto di lei: “Giusi era una donna piena di energia, vitale… e quindi contagiosa. Era orgogliosa, una donna fiera, con una certa vena moralistica: però si metteva in gioco, anche cantando una canzonetta divertente, è questo è l’aspetto che ha mediato con la sua austerità. La sua vocalità era un miracolo: aveva un’estensione vocale veramente impressionante, aveva sovracuti che superavano le note più alte del pianoforte”.
All’intervistatrice, che chiedeva come mai Giuni Russo non abbia avuto il successo ancora maggiore che avrebbe senz’altro meritato, Battiato replicava: “Neanche Bach è stato apprezzato nella sua epoca. Si pensava fosse un autore retrò… il fatto è che noi diamo troppa importanza al successo come metro di giudizio”. E aggiungeva: “Non ho mai avuto problemi nel lavorare con Giuni: scrivevo le canzoni adattandole a lei come un sarto. E poi ci univa l’essere siciliani. È un sentimento che hanno gli isolani. È più difficile trovare questi sentimenti di forte unione sulla terraferma, forse perché in un’isola si è più isolati, col mare che separa”.
Nell’oggi che ci vede stanchi e confusi, in cui fatichiamo a capire cosa sia importante e cosa no, nell’oggi in cui ci stanno rubando anche i sogni… la sua splendida voce e la sua musica continuano a tenerci compagnia. Good good-bye, cara Giuni.
Maria D’Asaro
Lascia un commento