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Luciano Pavarotti, mito della musica mondiale

di | 2022-09-17T15:45:16+02:00 18-9-2022 6:15|Personaggi, Sezione 4|0 Commenti

VITERBO – Era il 6 settembre 2007 quando il grande Luciano Pavarotti si spegneva dopo una lunga battaglia contro un tumore al pancreas. Alle 5 del mattino “Big Luciano” finisce la sua vita terrena, ma il suo mito continua inesorabilmente, senza sosta. Il tenore più celebrato e famoso al mondo con titoli ed encomi numerosi, nato a Modena il 12 ottobre 1935, a quindici anni dalla sua scomparsa viene ricordato con una serie di eventi nella sua città natale, organizzati da Modena Città del Belcanto, fino a sabato 8 ottobre, con un concerto tributo della Corale Rossini, nella chiesa di Sant’Agostino e mercoledì 12 ottobre, giorno della nascita del tenore, con un concerto lirico sinfonico dei solisti di Modena Città del Belcanto, al Teatro Comunale. Si esibiranno i migliori allievi dei corsi di formazione del Teatro Comunale e della masterclass di Raina Kabaivanska, insieme all’Ensemble dell’Orchestra giovanile della Via Emilia, diretta da Giovanni Di Stefano. Si prosegue il 28 ottobre (repliche il 29 e il 30) con la rappresentazione di “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini.

Il tenore che ottenne sei Grammy Awards, di cui un Grammy Legend Award, per non parlare delle più alte onorificenze della Repubblica Italiana, il 2 giugno del 1966, a 31 anni, entra nella leggenda della Lirica, con la “Fille du Règiment”. Si tratta dell’unica opera in lingua non italiana, nella quale aveva eseguito i nove Do acuti dell’aria “Ah, mes amis, quel jour de fete!” finendo sui giornali di tutto il mondo. Era nato il mito Pavarotti. Opera dopo opera, con quel timbro di voce unico, immenso ed irripetibile conquista la fama mondiale.

Basti pensare che negli Stati Uniti Pavarotti è osannato come una stella, con folle oceaniche ai concerti, come quella volta nel giugno 1980 al Central Park, per non parlare del Metropolitan con 379 recite in 36 anni, del tributo del 2001 al Kennedy Center. Ultimamente l’artista è stato celebrato con la stella n.2730, attribuita per tradizione dalla Camera di Commercio di Hollywood e posizionata accanto a quelle di Ennio Morricone, Lina Wertmuller, Giancarlo Giannini, facendo così salire a 16, i rappresentanti del nostro Paese sulla celebre strada della California, la Walk of Fame.

Luciano Pavarotti si era esibito ben 378 volte alla Metropolitan Opera House di New York, delle quali in 60 esibizioni ha interpretato Cavaradossi nella Tosca di Giacomo Puccini. Numeri importanti che portano ad una facile comprensione di quanto sia stato grande e di storica portata questo tenore senza dubbio il più amato della nostra epoca. Celeberrimo il concerto pietra miliare della lirica internazionale: La notte dei Tre Tenori. Placido Domingo, José Carreras e Luciano Pavarotti scrivono una pagina rimasta unica nella storia dei tre artisti, esibendosi alle Terme di Caracalla a Roma. L’album “The 3 Tenors in Concert 1994” aveva venduto un milione di copie nella prima settimana, per arrivare a ben 12 milioni, confermandosi il disco di musica classica più comprato della storia.

Placido Domingo, Josè Carreras e Luciano Pavarotti

Ma Luciano Pavarotti era anche beneficenza, tanto da riuscire a raccogliere notevoli somme di denaro in collaborazione con le più celebri star della musica pop e rock mondiale: ben 8,5 milioni di dollari raccolti con gli U2, con il celeberrimo brano Miss Sarajevo, all’interno del progetto “Concert for Bosnia”, e i 3,3 milioni di dollari per i rifugiati dall’Afghanistan, poi un milione per quelli del Kosovo. Un grande potere mediatico, dunque, che decise di sfruttare, proprio per porre all’attenzione del mondo importanti tematiche e cause benefiche che spesso erano state dimenticate.

Era il 1992 quando diede vita a Modena ad un progetto musicale benefico: il “Pavarotti&Friends”. Un concerto per i bambini affetti da anemia mediterranea proseguito con successo negli anni, confermandosi una vera e propria formula vincente, tanto da unire la lirica con la musica popolare. Luciano Pavarotti, una luce che è andata oltre i confini dell’Opera, una luce a livello internazionale che è uscita dagli schemi e che continua a brillare.

Laura Ciulli

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