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Coca Cola, i segreti di un successo mondiale

di | 2022-09-09T13:33:38+02:00 11-9-2022 6:10|Attualità, Sezione 3|0 Commenti

MILANO – E’ l’8 maggio 1886 quando John Stith Pemberton, farmacista di Atlanta, in Georgia produsse uno sciroppo, preparato per la cura del mal di testa, che sarebbe poi diventato la bevanda più conosciuta al mondo: la Coca Cola.  Inizialmente si chiamava “Pemberton’s French Wine Coca”, in onore del suo creatore e perché somigliante al cosiddetto “vino francese di coca” di un certo Angelo Mariani, un altro farmacista originario della Corsica. L’alcol venne in seguito sostituito con un estratto delle noci di cola, una pianta tropicale reputata non dannosa per la salute. Dall’uso combinato dei due ingredienti principali, la coca e la cola, la bibita acquisì il nome attuale. Quando anche la coca venne bandita (dalla pianta si estrae infatti la cocaina), venne scartato l’alcaloide dagli estratti dalle foglie di coca, mentre la cola (in noci) continuò a essere utilizzata. La bevanda contenente l’aroma denominato “7X” (conosciuto come anche “merchandise #7”, ossia aroma numero 7, privo delle sostanze alcaloidi psicotrope).

Tali foglie sono coltivate legalmente in Perù, esportate in New Jersey, dove la Stepan Company, sotto protezione dell’ente antinarcotici statunitense DEA, provvede a ottenere l’estratto aromatico decocainizzato, la cui produzione interamente acquistata dalla The Coca-Cola Company. Pemberton, l’inventore portò una caraffa del suo nuovo ritrovato alla farmacia Jacobs’, poco distante, dove il prodotto fu dichiarato “ottimo” e posto in vendita a cinque centesimi al bicchiere come bevanda da asporto. Allo sciroppo si aggiunse sin da subito acqua gassata, ottenendo una bevanda “deliziosa e rinfrescante”. Interessante è che, nel 1886, le farmacie assomigliavano più a uno spaccio che vendeva di tutto, anche medicine. Esse spesso diventavano luoghi molto frequentati, nei quali darsi appuntamento per venire a conoscere i fatti del giorno, fare i propri acquisti e godersi una pausa davanti al distributore. La Farmacia Jacobs era una delle più importanti della città. E la bevanda divenne ben presto famosa.

Frank M. Robinson, socio e contabile del dottor Pemberton, inventò la scritta utilizzando come base il carattere Spencerian Script (che in quel tempo, negli Stati Uniti era fra i più comuni e utilizzati), così “le due C” si sarebbero incastrate per creare il logo pubblicitario. Presto comparve la prima pubblicità a stampa di Coca Cola sul quotidiano “The Atlanta Journal”, dove si invitavano i cittadini assetati a provare “la nuova e popolare bevanda da asporto”. Dipinte a mano, sulle soglie dei negozi comparvero le prime tende parasole con la scritta “Bevete Coca Cola”. Durante il primo anno, si vendettero in media appena nove bicchieri al giorno. Jacobs così descriveva la distribuzione di bevande all’interno dell’edificio: “All’entrata, sul lato destro, c’era un distributore gestito da Willis Venable, aiutato dal fratello John e dal figlio Edward. La distribuzione godeva di un’ottima reputazione e aveva un enorme giro d’affari: grazie alla vendita di varie bevande arrivava a incassi di 150 dollari al giorno”.

Pemberton non comprese mai completamente il potenziale della bevanda che aveva creato. Cedette a poco a poco quote dell’azienda a diversi soci e, poco prima della morte nel 1888, vendette il resto di Coca Cola ad Asa G. Candler. Quest’ultimo, abile uomo d’affari della città, acquistò le partecipazioni altrui e così acquisì il controllo completo della società. Joseph Jacobs e Asa Candler erano molto noti per il fatto di essere due dei farmacisti più importanti di Atlanta. Candler manifestò la voglia di lasciare il mestiere di farmacista. Jacobs gli disse che sapeva poco di Coca Cola e desiderava approfittare del suo interesse per il prodotto per sbarazzarsi della sua quota nel prodotto. I due strinsero un patto in virtù del quale Candler diede a Jacobs una partecipazione in una fabbrica di vetro in cambio della sua quota in Coca Cola. Candler a sua volta acquistò la quota di Pemberton e presto assunse il controllo totale dell’azienda. Jacobs scrisse che “dopo essermi sbarazzato delle mie azioni Coca Cola dandole a Candler, non me ne rimase alcuna, il che comprova la mia scarsa perspicacia”.

Dall’unico negozio a Five Point, Jacobs continuò a espandersi sempre di più, diventando il più importante proprietario di farmacie della città. All’epoca della sua morte, avvenuta nel settembre 1929, Jacobs risultava proprietario di ben otto punti vendita. Il figlio di Joseph Jacob, Sinclair, anch’egli farmacista, continuò a espandere la loro catena fino ad arrivare a possedere ben 21 negozi in tutto il sud. Dopo la Seconda guerra mondiale, Sinclair vendette la rete di farmacie a Revco Drugs. Joseph Jacobs era anche un membro della congregazione e sinagoga ebraica The Temple: un personaggio molto rispettato della comunità. Suo figlio Sinclair negli anni Quaranta ne divenne presidente.

A 25 anni dalla sua nascita, la Coca Cola arrivò in Italia; il marchio fu registrato nel 1919, mentre nel 1927 la Società Romana Acque Gassose iniziò ad imbottigliarla. Coca Cola non si è mai accontentata di essere una delle tante bevande consumate nel nostro Paese, ma ha voluto fin dall’inizio conquistare un posto nel cuore della gente, diventando simbolo di felicità, convivialità e condivisione. E questo avviene sicuramente nel 1931, quando appare per la prima volta la pubblicità di Coca Cola con protagonista il Babbo Natale dell’artista Haddon Sundblom. Un’immagine che diventa l’icona internazionale dell’azienda e che accompagna le feste natalizie degli italiani. Nel frattempo nei bar compaiono i grandi, e molto caratteristici, frigoriferi rossi e sui muri delle città vengono affissi i primi manifesti pubblicitari. Il successo spinge Coca Cola a lanciare proprio in Italia nel 1955 la nuova bevanda Fanta, ben cinque anni di anticipo rispetto agli Stati Uniti.

Da sempre amante dello sport, Coca Cola collabora con il Comitato organizzatore dei Giochi Olimpici di Roma del 1960, dissetando tecnici, atleti, giornalisti e pubblico. Sempre negli anni Sessanta, negli Stati Uniti, Andy Warhol dipinge “Green Coca Cola Bottles” eleggendola a icona della Pop Art; in Italia l’artista Mario Schifano la consacra come bevanda cult. E nel 1971 è proprio l’Italia a ospitare le riprese dello spot televisivo “Hilltop” che segnerà la storia di Coca Cola. Intonata dalla cima di una collina romana, la canzone “I’d Like to Buy the World a Coke” – che nella traduzione italiana inizia con “Vorrei cantare insieme a voi in magica armonia” – diventa la colonna sonora del Natale di un’intera generazione che ancora adesso si emoziona ad ascoltarla. Nel 1977, negli Stati Uniti viene registrato il marchio della “contour”, la mitica bottiglia di vetro utilizzata ancora oggi. Gli anni Ottanta vedono l’arrivo di due nuove bevande: la Sprite nel 1981 e la Diet Coke nel 1986, che nel 1991 diventa Coca Cola light.

Nel corso degli anni Novanta, Coca Cola continua la sua strada nella vita quotidiana delle persone: vengono lanciate le bottiglie da un litro e mezzo e installati i distributori automatici anche nella metropolitana di Milano. Sempre alla ricerca e all’impiego di nuove tecnologie, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale delle attività, dei prodotti e degli imballaggi, vengono adottati sistemi di riduzione delle risorse idriche e  programmi di riduzione dei consumi energetici e di esclusione dei gas nocivi per l’ozono. Un approccio che ha già dato i suoi frutti in termini di risparmio idrico, efficienza energetica e packaging sostenibile.

Coca Cola è presente in Italia da oltre 100 anni, riconosciuta e amata come pochi altri marchi e prodotti, strappa sempre un sorriso a chi la stringe tra le mani e beve un fresco sorso per sentirsi “giovani” ad ogni età.

Claudia Gaetani

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