L’Italia, la nostra splendida terra così spesso vilipesa, non finisce mai di stupire. Ogni angolo dello Stivale ancorato nel Mediterraneo rivela caratteristiche uniche che raramente si riscontrano in altri Paesi. Dalle Alpi all’ultimo lembo di Sicilia che si specchia con le coste africane, dalle spiagge della Sardegna alla riviera adriatica, passando attraverso la dorsale appenninica, le sorprese (belle e affascinanti) abbondano e riservano piaceri che l’animo apprezza e custodisce con cura. Anche quando, in apparenza, la breve vacanza ferragostana non dovrebbe riservare particolari sensazioni, ecco che all’improvviso si scoprono piccoli angoli di paradiso, lontani dal turismo di massa, ma non per questo meno piacevoli.
E così la natura pressoché incontaminata degli Altipiani di Arcinazzo e dell’intera zona circostante è nutrimento semplice, ma assai gradevole. In piena Ciociaria, ad un’oretta da Roma, ci si può abbandonare ad un riposo senza stress e tensioni, accompagnati solo dai “rumori” dei boschi, dai versi degli animali che liberamente pascolano e attraversano senza preavviso le strade, dalla bonomia e dall’ospitalità che i residenti (sempre meno, purtroppo) assicurano senza neppure bisogno di sollecitazioni. Niente a che fare con le pur ricercatissime località di vacanza (una volta, si diceva villeggiatura), più affollate che mai e troppo spesso soffocate dal caos, dal traffico, dalla difficoltà infinita nel trovare parcheggio (se non a prezzi proibitivi). Da quelle parti, problemi del genere non ce ne sono.
Qualche giorno in serenità assoluta con la sola preoccupazione di trovare il sentiero giusto o l’escursione più accattivante, “accontentandosi” di una semplice trattoria di campagna dove trovare cibi veri, sicuramente meno ricercati (e meno costosi) di ristoranti gourmet e chef stellati, ma certamente dal sapore antico e dal gusto coinvolgente. Diceva un vecchio esperto di cucina (privo di particolari “titoli”) che bastano olio, aglio, qualche pomodoro e magari un po’ di peperoncino per preparare un piatto attraente: proprio così. Pochissimi ingredienti poveri e tanta passione.
Nella zona il comune più importante è Fiuggi, località che sta ritrovando il sorriso, dopo due anni complicatissimi a causa della pandemia. Ma lì si arriva soprattutto per ragioni sanitarie: si va “a passare le acque”, come si suol dire da quelle parti. Chi soffre di problemi renali, in estrema sintesi, beve in quantità l’acqua termale, traendone benefici consistenti. Ma è addentrandosi nelle zone più interne che si scoprono tesori d’ogni genere: naturali, artistici, storici. Imperdibile la piccola Guarcino, arroccata su uno sperone di roccia e attraversata da un reticolo di viuzze tortuose, che di notte appare come un grande presepe di San Gregorio Armeno. E ancora, la stazione sciistica di Campocatino (molto frequentata d’inverno), il delizioso lago di Canterno…
In zona, anche Anagni, la cittadina dove Bonifacio VIII fu schiaffeggiato da Giacomo Sciarra Colonna il 7 settembre 1303. In realtà non tanto di uno schiaffo materiale si trattò, quanto piuttosto di un oltraggio morale, di una sorta di umiliazione. Il Papa, con la bolla Super Petri solio, voleva scomunicare Filippo IV, re di Francia, che aveva mandato in Italia il suo fido scudiero Guglielmo di Nogaret proprio per impedire quel gesto. Con l’appoggio degli uomini del Colonna il pontefice (che si erano allontanato da Roma per rifugiarsi nel suo paese natale) fu imprigionato per un paio di giorni e poi liberato grazie alla ribellione dei suoi concittadini. Bonifacio tornò in Vaticano, ma l’influenza della Francia potè manifestarsi concretamente dopo pochissimo tempo in quanto il papa morì un mese dopo.
Tra storia e un po’ di leggenda, accompagnati da un clima piacevolmente fresco (anche troppo di sera), confortati da una cucina che segue rigidamente le caratteristiche del territorio, i giorni trascorrono serenamente, ritemprando corpo e anima. Una villeggiatura (pardon, vacanza) da consigliare.
Buona domenica.
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