El Jefe c’è, non è morto. El Jefe è vivo. Era stato dato per estinto dopo quello che, nel 2016, sulle montagne di Santa Rita in Arizona, venne da molti considerato l’ultimo avvistamento dell’animale che faceva parte – era forse il capobranco – di una colonia di giaguari ridottasi sempre di più nel corso degli anni. Da quel giorno non si seppe più nulla. Poteva essere stato ucciso dai bracconieri così come già accaduto ad un suo simile preso a fucilate dai cacciatori messicani. Sorte simile aveva già avuto una femmina abbattuta nel 1963. E di Macho B soppresso nel 2009 dopo essere rimasto gravemente ferito tra le tenaglie di una trappola.
Nato nella Sierra Madre si era spostato a sud dell’Arizona, in una zona assai selvaggia. Poi nel novembre del 2021, nello stato di Sonora, a 120 miglia dalle alture di Santa Rita, le telecamere del gruppo Profauna avevano ripreso il passaggio di un giaguaro. All’inizio i responsabili del Nothern Jaguar Project non credevano proprio si trattasse di El Jefe ma ogni dubbio è svanito quando i ricercatori hanno utilizzato un softwarwe che ha comparato le macchie del suo pelo e alla fine la risposta è stata: è proprio il giaguaro perduto, è El Jefe.
Sono dello stesso avviso i rangers Usa che dal 2011, quando l’animale poteva avere 3 anni, dalla contea di Cochis lo hanno seguito fino al 2015.
El Jefe è da sempre sotto gli occhi degli animalisti e degli studiosi della conservazione animale. E’ uno dei rarissimi, probabilmente l’ultimo, giaguaro presente nella zona a cavallo tra Stati Uniti e Messico. “E’ tornato nella Sierra dove è nato – dicono gli esperti – prima di migrare verso nord spinto dall’istinto e dal desiderio di trovare una femmina”.
Auguri, El Jefe.
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