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Notre-Dame de Paris, balletto di qualità

di | 2022-07-22T19:56:14+02:00 24-7-2022 6:40|Sezione9, Spettacolo|0 Commenti

ROMA – Va proprio detto che il balletto “Notre-Dame de Paris”, coreografato nel 1965 da Roland Petit a Parigi, e riallestito l’anno scorso al Costanzi di Roma, ha fatto più scalpore del famoso film del 1956, realizzato in coproduzione Italia-Francia, con l’allora popolarissima Gina Lollobrigida? Probabilmente i più anziani di noi avranno ancora stampato nella memoria e nei sensi il voluttuoso corpo dell’attrice, allora giovanissima e irresistibile nella sensualità dei suoi movimenti di zingara nata. Sono valori che difficilmente potrebbero essere scavalcati da impianti ideologici razionali, propri di una mente socialmente consapevole.

Rezza e Salvi sono Frollo ed Esmeralda a Caracalla

Nel romanzo di Victor Hugo, da cui nasce la trama del film e del balletto, Esmeralda è capace di sconvolgere un giudice integerrimo, e spingerlo al delitto: ma è anche buona, compassionevole, incapace di male, e così è vista dai coreografi moderni. Il balletto ideato dal francese Roland Petit, con allestimento moderno, immesso su geometrie tipiche del Novecento, crea personaggi socialmente ritagliati, identificabili, tutti agli angoli della società e respinti da essa. Dal 21 luglio (fino al 3 agosto), il Teatro dell’Opera a Caracalla ha infatti ripreso – grazie a Luigi Bonino, direttore artistico del repertorio Roland Petit – “Notre-Dame de Paris” (1965) del grande coreografo francese, con i costumi del celebre Yves Saint Laurent e le monumentali scene di René Allio: mentre la buona musica di Maurice Jarre, peraltro eseguita dall’Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma e diretta da Kevin Rhodes l’anno scorso, viene trasmessa registrata.

Adamzhan-Bakhtiyar, ballerino kazako

Esmeralda è interpretata dalla nostra recente étoile Susanna Salvi, ed il personaggio – deforme, sordo, perseguitato da Dio e dagli uomini – del campanaro Quasimodo, ballato la prima volta nel 1965 dallo stesso Roland Petit – è Bakhtiyar Adamzhan, primo ballerino della compagnia del Teatro dell’Opera di Astana, in Kazakistan: a turno con lui ha danzato Michele Satriano. Il ruolo di Frollo è retto da un’altra recente nostra étoile, Alessio Rezza: figura infida e crudele, è interpretato a turno con Claudio Cocino. Giacomo Castellana è stato Phoebus l’amato dalla bella Esmeralda, che si è alternato con Simone Agrò. Nel balletto ha grande parte il Corpo di Ballo del Teatro, che incarna il ruolo davvero parlante (anche attraverso i forti e contrastanti colori) del popolo di Parigi.

Il balletto presenta la zingara Esmeralda come unica creatura innocente e pietosa verso l’infelice Quasimodo, nonostante l’apparente esternata sensualità. Quando il campanaro viene accusato ingiustamente di furto, e duramente frustato in pubblico, solo la zingara gli porge da bere (e lui se ne innamora senza speranza). La perfidia del giudice Frollo sottolinea la distanza fra i miseri nella loro bontà, e i potenti nella loro fredda disumanità. Già Roland Petit aveva eliminato dalla coreografia gli aspetti pantomimici e il medievalismo di maniera, per porre in luce la drammaticità del testo di Victor Hugo. Accanto alla bravura tecnica e all’espressività misurata di Bakhtiyar Adamzhan, si pone la calda e intensa interpretazione di Susanna Salvi e la matura e calcolata crudeltà di Frollo, che come previsto nella trama, dopo l’esecuzione di Esmeralda viene individuato dal disperato Quasimodo e scaraventato giù dalle mura di Notre-Dame. Non è mancato nel finale il pezzo di bravura della danza di lui, palpitante e vivo, col corpo (apparentemente) morto di Esmeralda.

L’intero spettacolo ha riscosso pieno successo, come sempre in passato.

Paola Pariset

Nell’immagine di copertina, Susanna Salvi e Bakhtiyar Adamzhan che interpretano Esmeralda e Quasimodo in Notre-Dame de Paris

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