VITERBO – Due gioielli incastonati nel suggestivo lago di Bolsena, a pochi chilometri da Viterbo. Sono due isole: la Bisentina e la Martana, una delle quali, la prima maggiore per estensione, sta per riaprire al pubblico. Da sabato 2 luglio, è possibile, finalmente, visitare questo luogo che si trova a pochi chilometri di distanza dal promontorio, dove sorgeva l’antica città etrusco-romana di Bisenzio, da cui deriva appunto il suo nome. Storia, tanta storia, per non parlare di misteri si intrecciano in questa isola ritenuta da molti come uno degli accessi al leggendario regno sotterraneo di Agarth, ossia del leggendario regno che si troverebbe all’interno della Terra, descritto persino da alcuni scrittori tra i quali Willis George Emerson.
Tutti i sabati fino all’8 ottobre (partendo in battello da Capodimonte) e tutte le domeniche dal 7 al 28 agosto (partendo dal porto di Bolsena), è possibile immergersi in questa oasi di pace, citata persino da Dante Alighieri nella Divina Commedia: 17 ettari incontaminati, tra arte, storia, natura e leggende, folti boschi di leccio ed incantevoli panorami. Un territorio abitato da etruschi e romani, come testimoniato da alcuni reperti archeologici ritrovati (compresa una piroga rinvenuta nel 1989 nei pressi di Punta Calcino). Ma anche Longobardi e Saraceni hanno trovato rifugio nell’isola; intorno all’anno Mille vi era sorto un piccolo borgo, per ribellione al dominio di Orvieto.
Nel XIII secolo viene conquistata e distrutta, assieme a Bisenzio, da Papa Urbano IV, che impone il suo nome all’isola, tanto che per un certo periodo viene chiamata Isola Urbana. Gli eretici condannati al carcere a vita finiscono nell’isola ormai vuota, mentre gli eremiti vi trovano rifugio e si fermano nella chiesa di San Giovanni Battista, l’antica parrocchia del borgo. È verso la fine del XIV secol, che l’isola diventa proprietà dei Farnese. Successivamente nel 1431, Papa Eugenio IV fa erigere un convento francescano, che viene affidato ai Frati Minori Osservanti.
Un luogo ricco di storia ed arte: basti pensare che Ranuccio Farnese vi fa costruire la chiesa di San Giacomo e Cristoforo, che diventa il mausoleo della famiglia. Tra l’altro, nel 1588, il cardinale Alessandro Farnese il Giovane decide di ampliarla e fa edificare la cupola in piombo, visibile anche dalla terraferma. Sono sette in tutto le piccole chiese edificate dai frati e sparse lungo l’isola, costruite seguendo lo stile delle sette chiese principali di Roma.
Nel 1871 l’isola Bisentina passa ad un imprenditore piemontese: Alarico Patti, i cui eredi decidono di venderla alla principessa Beatrice Spada. Un periodo d’oro, perché la principessa la fa diventare la sua residenza di campagna. Addirittura vi fa realizzare un porticciolo in stile liberty ed un giardino all’italiana. È poi la volta della principessa Ornella Ravaschieri Fieschi e alla famiglia Del Drago che si succedono alla principessa Beatrice. La famiglia del Drago è originaria di Bolsena ed è proprietaria dell’isola fin dal 1800. Nel 2017 Luigi Rovati (medico, ricercatore e imprenditore farmaceutico) ha acquistato questo triangolino di bellezza e fascino… E questo è un nuovo capitolo.
Laura Ciulli
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