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“Obiettivo fanciullo” in campo per i piccoli non accompagnati

di | 2022-06-26T12:04:09+02:00 26-6-2022 6:20|Attualità, Sezione 5|0 Commenti

ROMA – Ci sono momenti nella vita di un ragazzo in cui può capitare che si senta veramente solo e che non sappia a chi rivolgersi, specialmente se è straniero e non parla la lingua della terra in cui si trova. Oppure può succedere che, per una norma rigida e che non tiene conto della delicatezza del momento che sta vivendo, a quel giovane, solo e inesperto della trafila degli uffici, la legge prescriva una pratica che non sa e non può sbrigare, o ancora che debba pagare per ottenere un timbro e non abbia denaro perché è arrivato senza niente, messo su un barcone dai familiari che, lasciandolo andare, hanno voluto allontanarlo da un paese dove la vita è dura, o c’è la guerra.

E’ allora che ragazzo, in alcuni casi privo ancora di documenti di identità o di una residenza, può perdersi o cadere nelle maglie della criminalità organizzata, del traffico di minori o, ancora peggio, di quello di organi. E’ per venire incontro a questa infanzia disorientata e sola, i cui numeri vanno oltre ogni immaginazione, che è nata l’associazione “Obiettivo fanciullo”, una Onlus che ha lo scopo di far luce su questo mondo sommerso e di scardinare gli ostacoli burocratici che possono rendere la vita veramente difficile ai cosiddetti Msna (acronimo che sta per Minori Stranieri Non Accompagnati), ma anche agli stessi volontari che si occupano di loro. Il progetto è stato presentato il 23 giugno scorso dalla presidente Sandra Abbondandolo accompagnata da molti dei 17 soci fondatori, dai 9 membri del direttivo, da volontari e simpatizzanti che vogliono mettere le proprie competenze, soprattutto giuridiche e amministrative, a disposizione di questo progetto.

La presidente Sandra Abbondandolo

Durante l’incontro la presidente dell’associazione  ha fatto il quadro della situazione, che è drammatica non solo per i giovani sfortunati ma anche per chi cerca di aiutarli, partendo dal presupposto che le istituzioni non ce la fanno ad arginare un fenomeno così grande e in continua crescita. Basti pensare che l’assistente sociale di un comune può avere, da sola, la delega ad assistere fino a 20 Msna, missione impossibile anche per chi lo fa per lavoro. Figuriamoci per i volontari che ormai in Italia sono molti, hanno un titolo per esercitare che conseguono al termine di un corso di formazione e sono registrati in un Albo ma spesso si trovano in difficoltà a causa di una legge carente su alcuni punti fondamentali. Il tutore, figura introdotta dalla legge Zampa, la 47/2017 per l’assistenza di questi adolescenti privi di un adulto che pensi a loro, ha ancora molte difficoltà ad operare.

“Per esempio – spiega Sandra Abbondandolo – un tutore che deve accompagnare un minore per un documento non ha diritto ad un permesso dal lavoro ma deve utilizzare quelli per motivi personali”. “Può capitare – aggiunge Francesca Mossini, socio fondatore – che il ragazzo non disponga del denaro necessario a pagare un bollo in Questura, situazione cui dobbiamo fare fronte personalmente”. Tante piccole difficoltà, insomma, ma che messe tutte insieme intralciano un settore che potrebbe essere molto di aiuto alle autorità in affanno su questo fronte. Oltretutto quello dei tutori è volontariato “puro” che non ha nessuna pretesa economica né tantomeno politica. Insomma, pur inseriti in un albo dopo un corso di formazione e con compiti ben precisi, questi volontari lavorano tra tante difficoltà, animati solo da vera passione e amore per questa infanzia abbandonata e sola, spesso in fuga da paesi in guerra, il più delle volte con traumi difficili da rimuovere.  Ognuno di loro ci mette tanto del suo, anche qualche soldo quando è proprio necessario ma il problema è a monte: non è scritto da nessuna parte chi lo debba fare.

Sandra Abbondandolo con Antonella di Programma Integra

“Per questi giovani la stessa quotidianità può diventare un’impresa– racconta Francesca Mossini – come quando, per esempio, si pretende da loro il calcolo dell’Isee o simili”. “Operiamo in un campo molto delicato – sottolinea Annarita Lazzazzera, consigliere dell’associazione – e nel farlo spesso ad esserci di ostacolo è proprio una normativa inadeguata e insufficiente. La nostra associazione – annuncia – vuole essere d’ora in poi un punto di riferimento per tutti i tutori che si sono sentiti soli nell’operare in questo settore”. Un vuoto legislativo, un mondo sommerso ma l’aspetto più terribile della questione è che si tratta di un problema con numeri da capogiro.

A giugno 2021 i Msna censiti in Italia dal Ministero del Lavoro erano 7802, il 55 per cento in più rispetto all’anno precedente ma a quella data non era ancora iniziata la guerra in Ucraina che avrà sicuramente ingigantito il fenomeno. Un fenomeno iniziato dagli anni ’90 quando i barconi partiti carichi dall’Albania portarono in Italia, tra tanti adulti in cerca di lavoro o di un ponte per l’Europa, anche tanti giovanissimi soli e bisognosi di essere guidati. Poi iniziò la migrazione dai paesi Slavi, quindi dall’Africa in un flusso ininterrotto di cui quello di minori soli rappresenta un aspetto di particolare urgenza e gravità perché a sua volta ne incrementa un altro: la criminalità.

“Obiettivo fanciullo” vuole rendere manifesta questa realtà, scomoda per la politica ma su cui essa ha l’obbligo di intervenire. L’associazione sta facendo rete con tutte le altre che si occupano di infanzia e sta mettendo in campo tutte le professionalità (avvocati, economisti), i contatti con istituzioni (Tribunale, Questura, Ministeri), affinchè questa realtà vissuta come “la polvere che viene nascosta sotto al divano”, venga affrontata e risolta.

Gloria Zarletti

Nell’immagine di copertina, il consiglio direttivo e i soci di “Obiettivo fanciullo”

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