CAGLIARI – Era il 27 maggio 1969 quando venne dipinto il primo murales nel cuore della Sardegna. Dioniso, un gruppo di anarchici, firma ad Orgosolo un murale. È una sorta di avviso per i pastori della zona di trasferire il loro bestiame lontano da Pratobello. In quell’area nei mesi successivi sarebbe stato allestito un poligono di tiro e di addestramento per l’Esercito Italiano. Ma 3500 cittadini di Orgosolo il 19 giugno occupano quei campi e dopo alcuni giorni, senza episodi violenti, i militari sono costretti a ritirarsi. Inizia così la storia di Orgosolo, tradizione fino ai nostri giorni.
Sì, perché nella selvaggia terra di Barbagia è possibile percorrere secoli di avvenimenti e di situazioni descritti attraverso vere e proprie opere d’arte. Le lotte per la terra, la solitaria vita dei pastori, l’excursus della società attraverso dipinti sui muri del paese più visitato della Sardegna. Storia e leggende raccontate in centinaia di murales ad Orgosolo, per dire no ai soprusi, per ribellarsi ai potenti.
Un affascinante viaggio dal Neolitico, dunque, testimoniato dai resti delle popolazioni preistoriche ritrovati nelle zone attorno al suggestivo paese dell’entroterra sardo. Pastorizia tra monti e zone inaccessibili, è questo il volto di una Sardegna che non è soltanto mare cristallino. Pura Barbagia, fatta di uomini che non hanno mai chinato il capo ai soprusi dei Cartaginesi, dei Romani, passando per i Bizantini, gli Spagnoli, per arrivare ai Piemontesi.
Tutti hanno provato ad imporre le loro regole, ma i Barbaricini hanno detto no, non si sono piegati ed hanno vissuto secondo le loro regole. 350 murales a testimonianza dello spirito libero dei Sardi, dell’anima ribelle per le vie del paese tra colori, storie e frasi che ricoprono i muri delle case. Un simbolo, un segno di appartenenza, di magia anche, perché questi murales realizzati con vernice ad acqua sono soggetti a deterioramento e soltanto se la comunità sente lo stimolo di conservare un messaggio deteriorato, viene ritinteggiato. Altrimenti il suo destino è di scomparire e magari di vivere nel ricordo di chi un giorno è passato ad Orgosolo e si è immerso in un viaggio nel tempo.
Laura Ciulli
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