MILANO – Adorabile sempre. Tu la aspetti e lei ti scruta, tu la cerchi e lei fa capolino e ogni mese si presenta con un abito diverso. E’ lei: la Luna, il satellite della Terra, nell’orbita del nostro pianeta da oltre quattro miliardi di anni. Nata a seguito dell’impatto con la Terra di un planetesimo, un corpo celeste delle dimensioni di Marte, Luna prende il suo nome dal latino lūna, proveniente a sua volta da una parola indo-europea “louksna”, che significa “luce riflessa”. Anche in greco antico la parola σελήνη (si legge: selḗnē) significa “brillare” o “splendore”. Galileo scoprì, nel 1610, che nell’universo anche Giove aveva delle lune, a cui furono dati nomi propri per non confonderle tra loro. Oggi le chiamiamo “lune” perché orbitano attorno ai pianeti in modo simile a quello con cui orbita la Luna attorno alla Terra.
La sua funzione è il controllo dell’asse terrestre con la stabilizzazione dell’oscillazione di esso. Se così non fosse stato, i cambiamenti climatici sarebbero stati talmente repentini da non permettere l’adattamento di specie animali e vegetali sulla Terra. Così maree, influssi e la sua bellezza sono visibili al genere umano che ha avuto il suo ultimo appuntamento con lei, martedì 14 giugno, quando la Luna è stata piena esattamente alle ore 13:52 e alla minima distanza dalla Terra (perigeo) di 357.433 km. La Luna piena di giugno viene anche chiamata “Luna delle Fragole” in onore al gustoso frutto che si raccoglie proprio in questo mese.
Fin dalle origini delle popolazioni degli Algonchini, tribù di tradizione nativa americana, si è attribuito al plenilunio un nome per descrivere i fenomeni che lo caratterizzano. Bianca, rossa, rosa, blu ma anche gialla: sono i colori che a volte assume la Luna, la particolare colorazione è dovuta alla luce rifratta dall’atmosfera terrestre che, come un prisma, scompone le frequenze luminose, facendo passare solamente, come nel caso del 14 giugno ormai trascorso, un colore rosso tenue, il rosa appunto. Il fenomeno è il cosiddetto “scattering” di Rayleigh, dal nome del fisico britannico, Premio Nobel, John William Strutt Rayleigh, che studiò il fenomeno della diffusione della luce.
Così in gennaio si può osservare “The Wolf Moon” (la luna del Lupo), quando i lupi si sentivano ululare affamati attorno agli accampamenti indiani nelle fredde e spesse coltri nevose dell’inverno. Altri nomi erano Luna Vecchia o Luna della Neve (anche se la maggior parte delle tribù dava questo nome alla luna successiva). La tradizione celtica europea chiamava questo mese lunare “la Luna dopo Yule” (Yule era la festa del solstizio invernale presso i Celti). “Snow Moon” (luna della Neve9 è in febbraio ed è chiamata così dato che in questo periodo si verificavano le nevicate più abbondanti. Alcune tribù utilizzavano il nome “Luna della Fame” per l’evidente difficoltà di procacciarsi cibo in questo periodo.
“Worm Moon” (luna del Lombrico) in marzo quando facevano la loro comparsa i lombrichi non appena il terreno si disgelava. Il graduale innalzarsi delle temperature durante il mese di marzo precede anche la raccolta della linfa degli aceri per ottenere il noto sciroppo e, per questo, lo stesso plenilunio era anche chiamato “Luna della Linfa”. Le tribù più settentrionali la chiamavano invece “Luna del Corvo” perché il loro gracchiare è un altro segnale del cambiamento della stagione. Altro nome ancora è “Luna della Crosta” per via del ghiaccio che si forma di notte sulla neve che fonde di giorno. I colonizzatori europei la chiamavano “Luna di Quaresima”, mentre nelle lingue celtiche era nota come “Luna dei Venti”, mentre nell’Inghilterra medievale era la “Luna Casta”.
Poi si passa alla “Pink Moon” (Luna Rosa) di aprile che prende il nome dal muschio rosa, o dal phlox selvatico, un fiore molto diffuso in America, simile alle ortensie, e con una caratteristica fioritura rosata che anticipa quella primaverile degli altri fiori. “Flower Moon” (luna dei Fiori) è quella di maggio, nome abbastanza evidente in quanto in quel mese i fiori sono ovunque abbondanti. Altri possibili nomi sono Luna del Latte o Luna della Semina del Mais.
“Strawberry Moon” (luna delle Fragole) è quella appunto di giugno, nome utilizzato dagli Algonchini (mentre in Europa era chiamata Luna delle Rose). “Buck Moon” (luna del Cervo) è nel mese di luglio in cui le nuove corna, ricoperte ancora di peluria, spuntano sulla fronte dei cervi. E “Sturgeon Moon” (luna dello Storione). Pare che siano state le tribù di pescatori a chiamare così la luna di agosto poiché lo storione, presente nei Grandi Laghi ed anche in altri grossi bacini, era più facile da catturare in questo periodo. Altre comunità la chiamavano “Red Moon” (luna Rossa), in quanto, permanendo più a lungo nelle fasce basse dell’atmosfera, rimane rossastra più a lungo.
“Corn Moon” o “Harvest Moon” (luna del Mais o luna del Raccolto), a settembre indicava il periodo in cui andava raccolto il mais oltre che zucche, fagioli e riso selvatico, cioè i principali alimenti della dieta indiana che erano pronti per il raccolto. “Hunter’s Moon” o “Harvest Moon” (luna del Cacciatore o luna del Raccolto) è la luna piena di ottobre anche chiamata “luna del Sangue” o “luna Sanguigna” (oltre che del Cacciatore) e questo per ovvi motivi: in prospettiva dell’inverno bisognava raccogliere scorte di cibo. Nei campi che erano stati mietuti a settembre e ad ottobre è facile individuare volpi e altri animali da parte dei cacciatori.
“Beaver Moon” (luna del Castoro) cadeva nel periodo di novembre in cui si mettevano le trappole per i castori prima che le paludi congelassero in modo da far scorta di calde pellicce per l’inverno. Un’altra interpretazione si rifà al fatto che i castori in questo periodo si stanno preparando per il letargo. Un altro nome per questa luna è Frosty, cioè Ghiacciata. “Cold Moon” o “Long Nights Moon” (luna Fredda o Luna delle Notti Lunghi) in dicembre quando l’inverno stringe la sua presa e le notti diventano più lunghe, più buie.
Insomma un mix fra tradizioni, osservazioni, lento scorrere del tempo e attività umane. Non solo scienza, ma soprattutto la memoria dei tempi andati dove il rapporto tra uomo e cielo era una sola cosa. Il prossimo appuntamento con Super Luna del 2022 sarà appena tra un mese, esattamente il 13 luglio quando la distanza minima dalla Terra del nostro satellite sarà anche minore di 357.263km, quindi sarà anche un po’ più super di quella del 14 giugno.
Le Lune cambiano, ma resterà comunque il fascino di alzare gli occhi al cielo e contemplare la sua bellezza come fosse sempre la prima volta.
Claudia Gaetani
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