RIETI – “Per un romantico come me, Via Margutta è un sogno artistico che vale una vita, soprattutto se cominci come autodidatta in una piccola realtà (quella nella frazione di Pace di Pescorocchiano nella valle del Salto), ma più che un punto di arrivo credo sia un punto di partenza”. E infatti Vincenzo Sangiorgio (40 anni) a distanza di pochi mesi è tornato ad esporre a Via Margutta alla Galleria Internazionale Area Contesa Arte nella mostra “Tre donne”, dedicata alle donne, per le donne, dal 18 al 22 marzo, con “Cheers vino su carta e cartone”, un quadro interamente e solamente fatto con il vino rosso su carta cotone, una tecnica molto rara e difficile.
Alla sua prima esposizione nel tempio dell’arte a Roma partecipò a “Evoluzione dell’Arte” con “Tacchi” e “Soul’s ’color”. Questa volta la Galleria Internazionale Area Contesa Arte ha deciso di esprimere il concetto di donna non legato necessariamente a violenza, dolore e sofferenza, bensì legato all’idea di carattere, forza ed energia attraverso tre importanti donne che hanno realizzato pienamente la loro vita attraverso l’arte. Oltre venti artisti selezionati dalla Galleria hanno avuto la possibilità di esprimere la propria personale visione artistica della donna ispirandosi liberamente al concetto di Raffinatezza e Moda espresso da Coco Chanel, a quello di Sensualità e Spettacolo di Josephine Baker, a quello della Classicità e Danza di Carla Fracci.
Area Contesa Arte ha espresso il suo concetto di Avanguardia creando un evento unico e irripetibile, dedicato a tutte le donne e a tutti gli uomini. All’inaugurazione del 12 marzo sono intervenuti attori, personaggi della stampa e dello spettacolo (guest star l’Étoile Elisabetta Carnevale), performance di danze orientali con Teresa di Sari, presentazione di libri di Rosaria Zizzo, sfilata di moda conclusiva con opere d’arte viventi sugli indumenti realizzati dall’artista e stilista Fabio Truffa. Madrina d’onore Adriana Russo.
“In questa seconda esperienza – aggiunge Vincenzo Sangiorgio – mi sono messo in gioco, sperimentando una tecnica del tutto nuova, secondo me profondamente femminile, per i toni e i profumi, che mi ha divertito e impegnato: ho pensato che il vino ha molto in comune con la ‘Donna’ (quella ritratta in particolare): il vino è mutevole, profumato, indomabile, colorato, inebriante e fa perdere la testa, tanto che il vino passa in secondo piano. Ci sono volute molte prove, diversi vini, diverse tipologie di carta e pennelli per ottenere un buon risultato. Ho sperimentato una tecnica che troverò il modo di affinare e fare mia. Ho notato che il quadro con il tempo sta cambiando colore, a dimostrazione che il vino muta, vive di vita propria: il cambiamento, la mutazione come nella donna, fanno parte del suo modo di essere”.
Le donne ritratte da Vincenzo hanno diverse anime: monelle, romantiche, fatali, sensuali, malinconiche, arrabbiate, imbronciate e a lui basta anche un piccolo tratteggio, uno sbuffo di colore per trasmettere tutte le loro emozioni e gli stati d’animo, come nei ritratti di volti di donna delle sue bustine di zucchero, inizialmente una collezione minimal (dal 2016 una società di Guidonia riproduce sulle bustine 12 quadri dell’artista), ora in evoluzione: con la Frada confezionamenti Vincenzo lancerà una nuova linea di bustine di zucchero con quadri realizzati con il caffè, “per portare un po’ d’arte nella quotidianità di tutti”.
Titolare della società Nuove Tecnologie Costruttive, Sangiorgio è restauratore, designer, maestro del Taylor made, ma i quadri non li vende: dipinge e sperimenta nuove tecniche dividendosi tra design e architetture d’interni, che prendono molta parte del suo tempo, perché quello è il suo lavoro, finito il quale si lascia trasportare dalle sue “muse” ispiratrici, sperimentando sempre nuove tecniche. ‘L’appoggio della mia famiglia, dei miei cari e le mie muse (segrete) ispirano sempre i miei lavori, con le loro vite, il loro fascino, le loro storie: sono compagne, amiche, cugine, madri, zie, nonne, che esse ci siano o che mi guardino da un altro posto. Devo tutto alle donne, dalla mia vita alla mia ispirazione”.
In tanti anni continuando a sperimentare, è passato dall’olio agli acrilici, dai pastelli al carboncino, alle chine e agli acquerelli. Nella tecnica, per nulla semplice, degli acquerelli, ha scoperto la bellezza e la leggerezza che lo hanno aiutato molto a domare il vino sul foglio. Nei suoi primi anni è stato guidato dall’artista Renato Pulcini, anche lui autodidatta. Con la SoSweetish ‘storie da indossare’ (www.sosweetish.com) e con la complicità e l’estro di Laura Cianetti sono già sul tavolo idee e progetti: “”acconteremo con sette maglie e sette opere inedite i peccati capitali, letti in una chiave tutta nostra”. Con un’altra giovane artista del Cicolano Mary Zaccaria (vincitrice del Premio Hombres) sono in cantiere altri scenari di collaborazione che uniscono la sua moda e la sua arte, per vestire artisticamente. E siccome non c’è due senza tre, prossimamente Vincenzo tornerà ancora a Via Margutta con una mostra personale in collaborazione con Teresa Maria, Tina Zurlo e l’Art Selector Chiara Croci.
A giugno 2021 ha ricevuto il premio internazionale Michelangelo, istituito dal periodico d’arte Art Now, dal 18 al 22 novembre di quest’anno sarà in Spagna per ricevere il premio Città di Barcellona, nel corso della Biennal de Arte Barcelona a Palazzo Gomis sede del Meam (Museo Europeo d’Arte Moderna), un premio di caratura internazionale, nelle sezioni paesaggio, figura, scultura, acquarello, informale, fotografia, video art “Sarà un’altra bella avventura”.
Di lui scrive il maestro e critico d’arte Mario Salvo: “Sguardo leggiadro ma intenso, d’infinita sensualità e freschezza femminile rapiscono l’attenzione per fascino e splendore. Un vero incontro che l’artista ha generato avvalendosi di una tecnica artistica a dir poco ‘di nicchia’ altamente emozionale e accattivante, se generata da esperti come lui”. Gli fa eco il principe Alfio Borghese: “Una immagine fresca, rapide acquarellate. Una donna di scorcio, sorridente. Macchie sapientemente collocate in uno spazio libero, ma non vuoto. Gli occhi della giovane, la freschezza della composizione, indicano sapienza e maturità”.
E in questi scuri e tristi tempi di guerra, ispirandoci alle parole sulla bellezza del principe Miškin ne “L’idiota” di Fedor Dostoevskij, la conclusione è che forse la bellezza non salverà il mondo, ma sicuramente intesa come ideale, come armonia, al di sopra del caos, lo rende un posto migliore.
Francesca Sammarco
Nell’immagine di copertina, il ritratto di donna di Vincenzo Sangiorgio realizzato con il vino
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